Il Napoli un modello da seguire: come Allegri e Gasperini "copiano" Conte
Il Napoli che ha vinto il campionato dello scorso anno è sicuramente un modello di studio da parte di Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini. Analizziamo alcuni dati sull'efficienza difensiva.

Il campionato di italiano di Serie A è storicamente contraddistinto dall’utilizzo spinto della componente tattica più che di quella tecnica, spesso etichettato come calcio meno spettacolare e più bloccato, forse per questo anche più difficile per chi arriva da altre realtà. In particolare si è sempre detto, spesso a giusta ragione, che da noi si pensa prima a non prenderle e poi a fare male in fase offensiva. In parte retaggio di un calcio che fu, tuttavia queste considerazioni hanno anche di recente dimostrato di avere ancora un significativo riscontro nella realtà, sia pure moderna, del calcio italico.
Il Napoli dello scorso anno un blocco compatto
Il Napoli della scorsa stagione, fregiatosi con merito del titolo di Campione d’Italia, è assurto alle cronache sportive proprio per la capacità degli uomini di Conte di costituire blocco difficilmente penetrabile, prestandosi allo studio a livello internazionale delle sue dinamiche difensive che ne hanno fatto la squadra più efficace nella difesa della porta a livello dei principali top 5 campionati europei.
La valutazione dell'efficacia difensiva
Nel calcio dei big data, ormai di moda e soprattutto estremamente funzionale agli staff tecnici delle attuali società professionistiche, svariate sono le metriche che si analizzano per poter individuare le aree di miglioramento del proprio team nelle varie fasi e sottofasi del gioco. Allo scopo di trasferire lo straordinario lavoro svolto dallo staff del Napoli della scorsa stagione in chiave difensiva e per sottolineare le differenze rispetto a queste prime 6 giornate di torneo, abbiamo voluto prendere in esame 3 metriche che spiegano il processo di analisi della fase passiva di una squadra. Proviamo a spiegare come dagli x-Threats, ossia letteralmente minacce attese, che valutano la pericolosità di un’azione in base alla posizione del pallone e dei giocatori prevedendo quanto sia probabile che essa si trasformi in una occasione da gol, si passi gradatamente agli xGA, ossia ai gol attesi subiti e infine ai gol realmente subiti. Questo processo parte dunque da una potenziale minaccia, per valutare quanto poi questo embrionale pericolo diventi gol atteso e quanto ancora poi finisca con un gol realmente subito. Per indicare il grado di concretizzazione del pericolo, nella grafica che abbiamo realizzato abbiamo indicato in arancione la minaccia attesa, in giallo il gol atteso subito, in rosso il gol subito. Come sempre, precisiamo che per avere un dato puro abbiamo eliminato dai gol attesi e dai gol realmente subiti le reti subite da calcio di rigore.
Il Napoli Scudettato caso studio
Straordinario il caso del Napoli che insieme a Roma, Inter e Atalanta, ha mostrato valori di eccellenza nelle metriche esaminate. I partenopei sono stati in grado di ridurre a 0,6 reti subite (pallino rosso) una potenziale minaccia che di partenza era di 1,04 (pallino arancione). Un differenziale di 0,44 spiega quanto fosse intensa ed efficiente la difesa dell’area e della porta. Il dato più significativo riguarda il differenziale che gli azzurri hanno mostrato tra la minaccia attesa e la situazione di gol atteso subito. Un differenziale pari a 0,29, che spiega come una gran parte dei pericoli potenziali fossero ammortizzati con una fase di disturbo del tiro degli avversari messi nelle condizioni di tiro molto scomode e a basso tasso di convertibilità in rete. Molto bene anche la Roma di Ranieri, con differenziale 0,36 (0,81 di media gol subiti partendo da una minaccia potenziale di 1,17), l’Inter con differenziale 0,14 (0,89 di media gol subiti partendo da una minaccia potenziale di 1,03) e l’Atalanta con differenziale 0,06 (0,95 di media gol subiti partendo da una minaccia attesa di 1,10).

Allegri e Gasperini provano a fare come Conte
Cosa sta accadendo quest’anno? Proprio come in Finanza, i modelli vincenti diventano Benchmark, ossia indici da replicare per emularne il successo. Manovra spesso non semplice e non dall’esito scontato. Tuttavia è proprio ciò che sta accadendo, anche contro ogni previsione. Se infatti eravamo abituati all’idea di un Allegri ben ancorato ai principi di un calcio basato sulla solidità difensiva, mai ci saremmo probabilmente attesi che Gasp, da sempre guida di squadre molto offensive e meno efficienti nella fase difensiva, evolvesse verso un modello di tipo “contiano”. Nella grafica vediamo come, per un Inter allegra che subisce più gol di quanto dovrebbe (1,17 di media partendo da una minaccia attesa di 0,94 e passando per un xGA di 0,66, con differenziale dunque di -0,51), balzano all’occhio i dati di Roma e Milan. I giallorossi mostrando un differenziale straordinario di 0,66, risultato di una media gol subiti ridotta a 0,33, partendo da una minaccia attesa di 0,99 e un xGA di 0,84. I rossoneri evidenziando un differenziale addirittura di 0,87, partendo da una minaccia potenziale di 1,20 e da un xGA di 0,57. Dati molto interessanti anche quelli del Napoli. I partenopei pur partendo da una situazione di potenziale minaccia più bassa rispetto ai due team citati, ossia 0,93, evidenziano un valore di expected gol subito più alto pari a 0,96 e di conseguenza una media gol subiti peggiore, 0,83, differenziale dunque 0,13. Questo vuol dire che molto probabilmente gli uomini di Conte rispetto alla scorsa stagione stanno concedendo di meno in termini di minacce potenziali – 0,93 contro 1,04 dello scorso anno – ma stanno concedendo conclusioni più “comode” agli avversari, come evidenziato dal peggioramento del dato sui gol attesi subiti – 0,96 quest’anno, 0,75 lo scorso anno -.

Conclusioni
Seppur si tratti di dati molto giovani, sole 6 gare di campionato, e quindi in attesa di conferma nelle prossime gare, qualche breve considerazione possiamo comunque farla. La prima: il Napoli può ritenersi orgoglioso di essere divenuto un riferimento assoluto dal quale trarre ispirazione a livello nazionale e anche internazionale, visti i numeri espressi nella scorsa stagione dalle metriche difensive dei partenopei. Le rivali, segnatamente Roma e Milan, ma anche Atalanta, stanno provando a ripercorrere la strada di Conte e, almeno al momento, sembrerebbero poterci riuscire. Dal suo canto, il Napoli deve lavorare nella fase di “sporcatura” della manovra offensiva avversaria per colmare il gap costituito dalla qualità dei tiri concessi agli avversari, piuttosto che dalla quantità degli stessi, e siamo certi che lo staff di Conte lavori alacremente a questo.

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