Verona-Napoli, probabili formazioni e analisi tattica. Conte lancia Simeone?
Probabili formazioni e analisi tattica di Verona e Napoli, le due squadre si affrontano per la prima giornata di Serie A 2024-2025. Giovanni Simeone potrebbe partire dal primo minuto.

All'indomani di una conferenza stampa per mutuare un aggettivo caro al tecnico salentino "cazzuta" per la chiarezza dei contenuti e per l'onestà intellettuale degna della straripante personalità che va riconosciuta a Antonio Conte, il Napoli riparte da zero, o quasi, per l'opera di ricostruzione con un primo mattoncino da posare in quel di Verona. Una gara difficile da decifrare visti i vuoti tecnici evidenti nel Napoli e le tante novità di organico e di guida tecnica anche in casa scaligera, che di fatto non danno riferimenti sui quali poter abbozzare una previsione tecnico-tattica. Da questo punto di vista enormi saranno state le difficoltà per entrambi gli staff tecnici nella individuazione di letture tattiche e di decodifiche tecniche per la gara.
COME CI ARRIVA IL NAPOLI. Occorre ricordare che quando il 19 di luglio scrivevamo che probabilmente Conte reputava la rosa del Napoli non adeguata e segnalavamo il dato numerico di 10 elementi da sistemare altrove, la Società calcio Napoli smentiva drasticamente questo pensiero, etichettandolo come non veritiero. Evidentemente però non eravamo andati in realtà molto lontani dalla verità esternata in pratica un mese dopo. Infatti, dopo una prima fase di ritiro in cui pareva possibile per Conte attingere anche a qualcosa di positivo nella rosa ereditata dallo scorso anno, col recupero e la rivalorizzazione che pareva possibile di elementi come Cajuste, Natan, Cheddira, Gaetano, Lindstrom, Folorunsho, Zanoli, Zerbin, Ngonge, Ostigard, Juan Jesus e lo stesso Mario Rui, e dopo le prime amichevoli con indicazioni tutto sommato incoraggianti, ad oggi Conte ha esternato la sua delusione per aver trovato meno elementi positivi in rosa di quanto egli stesso si aspettasse. Una presa di coscienza forte ma necessaria per individuare da subito che aria tirerà nell'annata che va ad iniziare. Nessuna demotivazione sia chiaro, ma un parlar chiaro all' ambiente tutto, e forse anche alla Società (emblematico il passaggio in conferenza in cui parla provocatoriamente della possibile valorizzazione di Iaccarino e di Saco in caso di Mercato ancora fermo) che prelude ad una stagione in cui bisognerà stringere i denti e saper soffrire. Al momento insomma Conte, per dirla alla napoletana, sta imparando a friggere il pesce con l'acqua, ma per quanto potrà durare? Venendo alla lettura tecnico-tattica della difficile gara di Verona, Conte vorrà comunque approcciare la gara in maniera aggressiva sia dal punto di vista dell'atteggiamento mentale che dal punto di vista tattico. Data anche la scarsità di risorse disponibili al momento, pochi i dubbi in merito alla formazione che, nel consueto sistema di gioco 1-3-4-2-1, dovrebbe vedere Meret tra i pali, con il probabile recupero di Buongiorno al centro della difesa, Rrahmani centro-destra e Olivera centro-sinistra; Di Lorenzo riprenderà la sua posizione di laterale destro nei quattro di centrocampo, con Spinazzola laterale di sinistra e il duo Anguissa-Lobotka nel mezzo. Certi i due trequartisti a destra Politano e a sinistra Kvaratskhelia, mentre per il ruolo di punta, sebbene sia stato sempre provato in gare amichevoli e in Coppa Raspadori con scarsi risultati, riteniamo che una chance possa e debba essere data a Simeone che per caratteristiche, cabala e motivazioni meglio incontrerebbe la difesa scaligera, in parte rinnovata.
COME CI ARRIVA L'HELLAS VERONA. Con Paolo Zanetti gli scaligeri cercano un'altra epica salvezza dopo che nella scorsa stagione le cessioni nel mercato invernale sono state in totale ben dodici rimpiazzate da giocatori sconosciuti e provenienti da campionati periferici elementi che Marco Baroni non aveva mai visti, se non in filmato. E tuttavia l’Hellas ha messo insieme più punti del girone di ritorno che in quello d’andata, risultando la dodicesima del campionato nel solo girone di ritorno. Un segno, inequivocabile, che la squadra del girone di ritorno, costruita con un miracolo di furbizia e immaginazione dal troppo spesso sottovalutato DS Sean Sogliano, è stata più competitiva di quella del girone di ritorno. Difficile ridurre tutto a una sola ragione. Probabilmente, come altre volte è successo nel calcio, di fronte una situazione di estrema difficoltà il gruppo ha trovato motivazioni e compattezza, andando ben oltre i propri limiti, grazie a un calcio fatto di pressing, intensità, aggressività smodata uomo contro uomo. Un calcio sempre sul filo tra la gloria e il disastro. Qualche numero renderà meglio l’idea. L’Hellas di Baroni è stata la quinta squadra in Serie A per palle recuperate in pressing, quarta per palle recuperate in riaggressione, quarta col PPDA più basso; insomma, una squadra in cima a quasi tutte le metriche misurano l’efficienza del pressing. Tutto questo con l’obiettivo di salvarsi, con giocatori assemblati all’ultimo momento e provenienti da tutto il mondo. Il presente tuttavia racconta di una squadra di nuovo in macerie: Baroni è andato alla Lazio e si è portato via Noslin. Altri giocatori chiave della scorsa stagione sono stati ceduti. Folorunsho, Bonazzoli e Swiderski hanno terminato il prestito, Cabal è andato alla Juventus per 12,8 milioni. Dietro il fumo delle macerie si scorgono altri volti nuovi. Altri sicari che il ds Sogliano ha pescato in giro per il mondo perseguendo una logica oscura ma intrigante: quanti di questi ci sorprenderanno tra qualche settimana? Mosquera, Livramento, Corradi, Charlys, Frese, Okou sono i nuovi potenziali eroi misteriosi, e a loro si aggiungono due giocatori già visti in Italia, Kastanos e Harroui, presi dalle retrocesse Salernitana e Frosinone. A trovare una coerenza in questo disegno scarabocchiato, che dovrà completarsi nelle prossime settimane, Paolo Zanetti, reduce da un deludente esonero all’Empoli nel girone d’andata dello scorso anno. Un esonero arrivato dopo una salvezza notevole ottenuta l’anno prima. È forse a quell’annata che ha pensato l’Hellas affidando la panchina a lui. Il pressing è sempre stato il cardine dei principi di gioco di Zanetti: l’aggressività senza palla, modulata a seconda degli atteggiamenti dell’avversario, a volte preparata con grande raffinatezza. Il pressing ha fatto parte anche del DNA dell’Hellas degli ultimi anni, che ha alternato allenatori diversi e moduli diversi, ma mantenendo uno spirito battagliero e aggressivo. Zanetti sarà chiamato a mantenere questa identità con una squadra che in questo momento è un’enigma. Al momento infatti non c'é un reparto che si possa definire completo nell’Hellas. Forse il centrocampo è quello con meno bisogno di interventi, con Serdar, Duda, Dani Silva. La batteria di trequartisti è interessante, con Kastanos, Suslov, Harroui. Come terzino sinistro è arrivato Martin Frese, danese di 26 anni che ha giocato tutta la sua carriera al Nordsjaelland: un terzino solido fisicamente. Sono arrivate due punte, Mosquera e Livramento, ma nessuna delle due offre grandi garanzie. In difesa c’è curiosità per il mancino Okou, impiegato anche da terzino in amichevole. L’impressione, però, è che manchi qualcosa anche nella qualità col pallone, visto che le squadre di Zanetti vogliono costruire dal basso, responsabilizzando molto i due centrali che si allargano. Per quanto la situazione sembri confusa, l’Hellas guidato dal sottovalutato ds Sean Sogliano sta costruendo un progetto con una sua coerenza. Come negli scorsi anni la rosa si sta formando attorno soprattutto alle qualità atletiche dei suoi interpreti: una squadra robusta, forte nei duelli, dinamica, fatta con giocatori provenienti dai margini del calcio e che vogliono sfruttare la loro occasione in un campionato d’alto livello. È stato preso un allenatore che organizza molto bene le sue squadre senza il pallone, e che mirerà a formare un Hellas Verona ruvido e difficile da affrontare, che cercherà di sporcare tutte le partite. Non è detto che la magia della salvezza riesca ogni volta, queste storie sono entusiasmanti proprio perché effimere. Eppure c’è qualcosa di glorioso in questa armata di reietti e fuorilegge da cui al momento non è dato capire cosa aspettarsi. Zanetti dovrebbe proporre un sistema 1-4-2-3-1 con Tchatchoua, Dawidowicz, Coppola e Okou nella linea difensiva davanti a Montipò, Serdar e Duda in mezzo al campo con Harroui favorito su Kastanos per la tre-quarti con Suslov e Lazovic sugli esterni a supporto di Tengstedt, leggermente avanti su Mosquera per il fuolo di terminale offensivo.
PROBABILI FORMAZIONI
Verona (4-2-3-1): Montipò; Tcatchoua, Dawidowicz, Magnani, Frese; Serdar, Duda; Suslov, Harroui, Lazovic; Tengstedt. All. Zanetti
Napoli (3-4-2-1): Meret; Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Spinazzola; Politano, Kvaratskhelia; Simeone (Raspadori). All. Conte.







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