Udinese-Napoli: analisi post partita. Le metriche della svolta, novità Anguissa
I numeri che evidenziano la svolta del Napoli, l'analisi della partita vinta contro l'Udinese da parte degli azzurri di Antonio Conte.

La gara di Udine, oltre a consegnare i tre punti e il secondo posto al Napoli, ha fornito diversi elementi da mettere sotto la lente di ingrandimento e che spiegano la vittoria finalmente più larga dei partenopei e confermano una mossa tattica di Conte messa in atto già da qualche giornata. Ma come di consueto vediamo numeri e accorgimenti tattici alla base della bella e convincente affermazione in terra friulana.
I dati che certificano il cambiamento. Nella tabella che proponiamo abbiamo raggruppato le principali metriche del Napoli di ieri messe a confronto con i suoi standard da inizio campionato. Il confronto mette in luce la sovra-performance dei partenopei rispetto alla media portata in campionato finora e evidenzia le differenze che sono alla base della brillante prestazione di Udine. In particolare vanno evidenziati i netti progressi negli xg – 2,19 ieri contro 1,33 di media stagionale – nei tiri verso la porta – 17 contro 13,33 – nei cross, seppur ancora troppo poco precisi – 33 contro 16,27 di media – nei corner – ben 9 ieri contro 5,40 – e nel numero di recuperi, ben 45 ieri contro i 38,87 di media in stagione. Ottimo anche il progresso registrato in tema di percentuale di conversione in gol di quanto creato, 17,65% nettamente meglio del 9,40% fatto registrare fino a ieri dagli uomini di Conte. Ma la chiave reale alla base della vittoria finalmente ampia di Udine sta nell’atteggiamento tattico più aggressivo palesato in campo e certificato dal dato relativo ai possessi palla persi dall’Udinese nella propria metà campo, ben 50, conseguenza di un indice PPDA – Pass allowed per defensive action – ieri da record, 5,91 rispetto al 12,98 di media stagionale. Il parametro in questione spiega quanti passaggi mediamente vengono concessi in fase di non possesso agli avversari prima di intervenire con una azione difensiva mirata alla riconquista del possesso. Ricordiamo che un dato più basso corrisponde ad una maggiore aggressività.
LA MOSSA TATTICA DI CONTE DALLA ROMA IN POI
Una analisi che abbiamo svolto da inizio campionato a ieri sulle singole Pass Map di ogni partita ha evidenziato i cambiamenti tentati da Conte in chiave tattica e al contempo il problema di connessione relativo a un Lukaku sempre piuttosto dissociato dal resto della squadra e in particolare paradossalmente dalle due ali Politano e Kvaratskhelia. Ricordiamo che la Pass Map - mappa dei passaggi - è una rappresentazione visiva dei passaggi riusciti tra compagni di squadra in campo.
Notiamo come, già a partire dalla gara casalinga con la Roma, Conte ha alzato Anguissa nell’half space della catena di destra offensiva del Napoli, portando di fatto il camerunese a fare ciò che per diverse gare aveva fatto lo scozzese McTominay, che invece viene contestualmente portato dal tecnico salentino in posizione più arretrata con maggiori compiti di protezione e copertura.
Conte conferma poi la stessa strategia anche nella gara di Torino contro i granata tenendo un Anguissa sempre più incursore e un McTominay praticamente in linea con Lobotka.
L’accorgimento tattico viene poi confermato anche nella gara casalinga persa contro la Lazio, in cui, come visibile in grafica, Lukaku risulta nuovamente sconnesso dai compagni di reparto e, nonostante una posizione di Politano tornata alta, il Napoli non riesce ad essere incisivo in fase offensiva.
A Udine la scelta di tenere Anguissa in posizione alta nell’half space in un triangolo in catena in cui il camerunese funge da vertice interno, ha prodotto i suoi effetti in varie occasioni, concretizzatesi nel gol del 3 a 1, in cui Simeone, venuto incontro, beneficia del bel velo di Di Lorenzo (venuto dentro il campo) e di sponda premia l’inserimento profondo e la progressione di Anguissa. La mappa mostra come anche a Udine si sia riscontrato un Lukaku slegato dal resto della squadra. Il gol del pari, pur nella sua importanza, nasce da una transizione primaria positiva (praticamente stessa dinamica del gol al Milan) in cui il belga, ottimamente imbeccato da un filtrante di McTominay, si trova non a caso con la postura adatta, e non spalle alla porta, per far valere tutta la sua potenza ed esperienza. Tuttavia va detto che anche a Udine Big Rom non ha destato impressioni positive, finendo la contesa con appena 17 tocchi, il 45% di precisione nei passaggi (5/11), un solo fallo subito, 8 possessi persi e nessun tiro verso la porta avversaria, eccettuato quello del gol, e questo nonostante la verve mostrata da David Neres, autore di una prestazione maiuscola.





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