Un Napoli "fluido" batte il Verona. Sta nascendo una squadra dominante
L'analisi della vittoria del Napoli contro il Verona, le metriche indicano un continuo progresso della squadra azzurra di Antonio Conte.

La gara che il Napoli ha condotto, contro il Verona, senza affanni e anzi con una superiorità a tratti disarmante e con atteggiamento leggero e disinvolto da squadra consapevole della propria forza, al punto da sconfinare nei tratti della arroganza agonistica, ci consegna nuove certezze e consolida impressioni e trend che erano incipienti e che ad oggi assumono i crismi della insindacabilità assoluta, quandanche supportati da dati numerici e immagini situazionali eloquenti. Il tutto, al netto di assenze fondamentali come quelle di Buongiorno, Olivera e Kvaratskhelia. Concentreremo le nostre osservazioni sui due fattori critici che riteniamo alla base della bella gara vittoriosa contro gli scaligeri.
LA NUOVA CENTRALITA’ DI JUAN JESUS E SPINAZZOLA. Questa volta, invece di analizzare dati che sono schiaccianti e insindacabili, da quelli più banali relativi alle conclusioni verso la porta (14 a 6) piuttosto che al numero di corner battuti (8 a 1) o piuttosto ancora al PPDA (un imbarazzante 8,05 a 50,38), ci sembra il caso di porre l’accento sulla capacità di coinvolgimento che lo staff tecnico ha saputo mostrare per due elementi in particolare, che parevano per motivi diversi, fuori dal progetto. Juan Jesus, uno dei senatori, dato per pensionato, ormai da quattro gare il vice Buongiorno, ricordiamo il miglior difensore del Campionato, sta dimostrando grandi capacità e intelligenza tattica. Con lui in campo una sola rete subita e soprattutto un atteggiamento, appoggiato e studiato tatticamente dallo staff tecnico, di maggiore aggressione e anticipo da parte del difensore brasiliano e di tutta la squadra, una volta perso il possesso. Il PPDA così basso di cui sopra, testimonia questa scelta che sta producendo maggiore protezione alla difesa e soprattutto un Napoli più dominante e più offensivo. Anche la scelta, parsa ieri più evidente in varie situazioni di gara, di tenere Meret più alto e maggiormente propenso, al netto di qualche svarione, all’uscita fuori dalla propria area, dimostra quanto sosteniamo da qualche partita in qua quando descriviamo un Napoli più propositivo e dominante. Lo stesso Spinazzola, dato per bollito e partente a gennaio, è stato sapientemente riciclato prima nel ruolo di Kvaratskhelia e poi, almeno sulla carta, in quello di Olivera. In realtà anche contro l’Hellas un Napoli che definiremmo più fluido nei movimenti e nell’atteggiamento tattico, ha fatto in modo da tenere Spinazzola molto alto in posizione di trequarti laterale sinistra. Certamente il livello di difficoltà della gara ha aiutato questa maggiore intraprendenza, tuttavia parliamo di un trend che si verifica ormai da sei gare, che vedono un Napoli in miglioramento costante nelle principali metriche che misurano atteggiamento offensivo e intraprendenza nella ri-aggressione.
LA CONFERMA DI UN NAPOLI MODERNO E PIU’ “FLUIDO”
Il secondo fattore critico di successo che desideriamo evidenziare è spiegato dalla lavagna tattica che riportiamo di seguito, in cui abbiamo voluto evidenziare il nuovo Napoli che da qualche giornata sta mostrando finalmente anche un gioco più gradevole oltre che redditizio. La fluidità di cui ci piace parlare è spiegata dai movimenti randomici e spesso imprevedibili che in maniera alternata vengono posti in essere dalle mezze ali e dai quarti di difesa. In lavagna abbiamo evidenziato una area gialla, che abbiamo definito spazio di incursione, creata artatamente dallo staff tecnico, grazie soprattutto al lavoro, talvolta oscuro, svolto da Lukaku. Il belga, tenendo con la sua esperienza e fisicità, molto basso il suo marcatore Coppola, ha creato distanza e spazio tra sé e la mediana, spazio nel quale era data licenza di invasione a Mc Tominay e Anguissa, piuttosto che a Spinazzola e Di Lorenzo, di invasione e inserimento. In particolare il capitano entrava spesso nel campo andando a tratti addirittura ad occupare la fascia opposta e trasformandosi spesso in attaccante aggiunto con l’effetto sorpresa, in quanto proveniente dalle retrovie e giungendo quindi in zona di concretizzazione con fronte alla porta.
Lo stesso Rrahmani, in questo meccanismo, aveva licenza di inserirsi nell’half space di destra forte della marcatura preventiva di Juan Jesus e della copertura preventiva eventuale su palla nello spazio profondo, dello stesso Meret. Una dinamica, quella spiegata, che teneva infine i due esterni d’attacco, Politano e Neres, molto più larghi e meno in incursione centrale, proprio per privilegiare gli inserimenti descritti. Chapeau dunque davanti alla creatività e alla evoluzione tattica dello staff tecnico partenopeo.





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