Napoli-Bologna, probabili formazioni e analisi tattica. Tre cambi per Conte
Probabili formazioni e analisi tattica di Napoli e Bologna, le due squadre si affrontano per la seconda giornata del campionato di Serie A 2024-2025. Possibili tre cambi rispetto all'undici titolare di Verona.

Esordio stagionale in Campionato al Maradona per il nuovo Napoli di Antonio Conte, che ha chiamato all'appello la tifoseria partenopea per l'occasione. E come sempre il pubblico accorrerà numeroso per aiutare la compagine di casa dopo la partenza shock di Verona e le conseguenti polemiche sorte intorno ai ragazzi di Conte per una reazione inesistente. Settimana in cui è cresciuto anche lo scettiscismo per un mercato lento e in ritardo rispetto alla rosa che il tecnico salentino sperava di avere a disposizione quando siamo ormai nell'ultima settimana di calciomercato. Ed in effetti nelle ultime ore, sbloccato il nodo-Lukaku e ufficializzato David Neres, una scossa importante è arrivata proprio da Manna e si spera possa alimentare uno scossone anche alla squadra. Al Maradona arriva il nuovo Bologna di Italiano, squadra che ha tenuto la porta inviolata in entrambe le partite contro il Napoli dello scorso campionato (0-0 all’andata al Dall’Ara e 2-0 al Maradona al ritorno); ricordiamo che gli emiliani non hanno mai registrato tre clean sheet di fila contro i partenopei in Serie A. Dal suo canto il Napoli ha perso il suo primo match stagionale in Serie A per la prima volta dal 2015/16 (1-2 contro il Sassuolo con Maurizio Sarri in panchina), mentre per la prima volta in carriera Antonio Conte ha perso il primo match stagionale da allenatore in Serie A – in precedenza aveva ottenuto cinque vittorie e un pareggio. Il Bologna è la squadra che ha registrato il valore di xG (Expected Goals) più alto nella prima giornata dei maggiori cinque campionati europei 2024/24 (3.25); tuttavia, quella rossoblù è anche la formazione con la differenza maggiore tra gol e xG (-2.25), avendo realizzato una sola rete contro l’Udinese.
COME CI ARRIVA IL NAPOLI. Parafrasando le parole del tecnico azzurro in conferenza pre-partita, il Napoli è reduce dai tre cazzotti rimediati senza reazione al Bentegodi, dove è sembrato di assistere ad una gara della scorsa stagione, specie nella ripresa, con una squadra molle e senza grinta, andata in bambola dopo aver subito il primo gol. Dunque la prima risposta che ci si attende sarà a livello emotivo prima ancora che tecnico-tattico. I recenti nuovi arrivi di spessore - Neres e Lukaku, da ufficializzare - e quelli che sembrerebbero in procinto di concretizzarsi a breve - su tutti McTominay e Gilmour - hanno restituito probabilmente all'ambiente intero, all'area tecnica ma anche al gruppo squadra ottimismo e entusiasmo, elementi che servivano come il pane dopo la forte depressione seguita all'esordio di Verona. Con il reintegro in rosa di Gaetano, Conte può contare su una soluzione in più in panca, mentre ancora difficile decifrare le possibili scelte che il tecnico vorrà attuare riguardo la linea di difesa. Qui, con Rrahmani e il rientrante Buongiorno certi di un posto tra gli undici, persiste il dubbio sul terzo centrale e di conseguenza sui laterali di fascia. Dalle parole di Conte prima ancora che dalle sue scelte nelle precedenti gare, sembra evidente che almeno al momento Rafa Marin non viene considerato pronto all'impiego nella linea a tre, dove d'altra parte Juan Jesus non sembra all'altezza della situazione anche considerando la prova molto modesta fornita a Verona. Pensiamo che continuare a sacrificare Di Lorenzo nel ruolo di terzo a destra priverebbe il Napoli di un asse, quello con Politano, molto collaudato e al tempo stesso toglierebbe qualità, senza nulla togliere al volitivo Mazzocchi. Quindi riteniamo che una possibile soluzione sia quella di tenere Olivera terzo a sinistra, con Buongiorno centrale e Rrahamani terzo a destra, schieramento che consentirebbe a Conte di riportare il capitano in posizione di quarto di centrocampo a destra. A sinistra agirebbe Spinazzola, chiamato ad una prova di riscatto dopo la prestazione incolore del Bentegodi. In mezzo al campo, scelta obbligata con il duo Lobotka-Anguissa, mentre in avanti difficile immaginare un impiego da inizio gara di Neres, ancora con pochi allenamenti con i compagni. Più probabile che il talento brasiliano possa subentrare a gara in corso. Quindi Politano nel mezzo spazio a destra e Kvaratskhelia in quello a sinistra, dovrebbero supportare l'unica punta che stavolta potrebbe essere Raspadori. Poche possibilità invece di vedere Raspadori nella posizione di Kvaratskhelia e Simeone al centro dell'attacco, dal momento che il georgiano viene da una settimana particolare che lo ha visto diventare papà e saltare alcuni allenamenti.
Formazione Napoli: (1-3-4-2-1) Meret; Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Spinazzola; Politano, Kvaratskhelia; Raspadori.
COME CI ARRIVA IL BOLOGNA. La scorsa stagione è stata per il Bologna una delle più entusiasmanti della storia. Il ritorno in Champions League dopo 60 anni, che già è un evento che si commenta da sé, è stato conquistato dalla squadra allenata da Thiago Motta attraverso un’identità di gioco unica e riconoscibile, un’alchimia magica che ha reso iconiche individualità come Calafiori o Zirkzee, ma che al tempo stesso è stata il risultato di un percorso tecnico iniziato l’anno prima, piuttosto in sordina. A una manciata di giornate dalla fine, nessuno si sarebbe stupito di vedere il Bologna scavalcare anche Atalanta e Juventus e finire al terzo posto, un traguardo poi sfuggito tra i fumi dei festeggiamenti per la precoce qualificazione in Europa. Il Bologna era una squadra che attaccava “arrivando” negli spazi, piuttosto che facendocisi già trovare e, per farlo al massimo delle possibilità, Thiago Motta è arrivato a enfatizzare il coinvolgimento dei difensori per garantirsi sempre una soluzione interna di progressione, e qualche possibilità di trovare un uomo libero in più. La stagione memorabile del Bologna si è retta anche su una efficacia difensiva di alto livello, con un approccio orientato all’aggressività e al controllo ravvicinato delle possibili soluzioni di passaggio degli avversari, andando a giocarsi con coraggio duelli e anticipi in ogni zona del campo. Riportando una statistica interessante dalla scorsa stagione - dati StatsBomb - il Bologna ha concesso una media di xG a tiro di 0,07, un valore che equivale al novantaduesimo percentile del campionato e che fotografa perfettamente l’efficacia difensiva della squadra di Motta. Pur essendosi affermata come una delle realtà più innovative per la gestione del possesso, il ritorno in Champions del Bologna è passato anche dalla solidità difensiva. Inoltre la squadra di Thiago Motta è stata la prima squadra della Serie A per palloni recuperati in fase di pressing immediato e in fase di riaggressione, quando cioè si cerca di recuperare palla immediatamente dopo che è stata persa. Tutto questo, però, ormai fa parte del passato. In estate per il Bologna è cambiato molto: in primis l’allenatore, ma soprattutto è cambiata buona parte della squadra. Oltre alla cessione in Premier League di due dei principali protagonisti della cavalcata Champions, cioè Zirkzee e Calafiori, il Bologna infatti non ha riscattato il terzino sinistro Kristiansen dal Leicester e Saelemaekers, che è stato uno degli attori non protagonisti della squadra di Thiago Motta. Certo, sono arrivati anche acquisti significativi. In difesa sono stati acquistati Erlic e i terzini Holm e Miranda, davanti il centravanti Dallinga dal Tolosa e Cambiaghi dall’Atalanta (anche se le ultime due stagioni le aveva passate in prestito all’Empoli). A tutto ciò va aggiunto anche il recupero di Lewis Ferguson, che dovrebbe tornare in campo tra ottobre e novembre dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio (anche se inevitabilmente non è chiaro in che condizioni). La novità più grande, però, rimane il cambio di guida tecnica: Vincenzo Italiano ha chiuso in chiaroscuro i suoi tre anni a Firenze, conquistando risultati che la Fiorentina non vedeva da tempo ma perdendo per due volte di fila la finale di Conference League. Italiano e staff si sono sicuramente fatti le ossa con l’esperienza di coppa alla Fiorentina, avendo per altro portato fino in fondo anche la Coppa Italia in tutte le stagioni. Sartori ha scelto un allenatore che forse non può più essere considerato emergente nel tipico senso della parola, ma che sembra abbia ancora molto da far vedere. Di certo è quello che spera adesso il Bologna. Da un punto di vista tattico, comunque, è una scelta che ha senso. Gli stili di Italiano e Thiago Motta, se pur diversi potrebbero non essere così lontani come forse potrebbe sembrare. Certo, il Bologna di Motta era compagine fluida e imprevedibile, mentre la Viola di Italiano troppe volte ha dimostrato di essere rigida, statica ed eccessivamente posizionale. In molti aspetti, tuttavia, il lavoro di Italiano ci suggerisce che una certa continuità con il lavoro di Motta può essere possibile, basti pensare all’utilizzo offensivo dei difensori centrali sin dall’esordio in Serie A a La Spezia, per arrivare fino a Martinez Quarta o Ranieri pochi mesi fa. Un altro aspetto che può trovare continuità con Italiano è la cura del pressing alto: con Motta il Bologna si è abituato ad agire con propositività e intensità quando la palla è dell’avversario; Italiano, che ha già dimostrato di essere capace di pensare fuori dagli schemi per ostacolare il palleggio avversario (pensate all’uso poco convenzionale del vertice basso in pressione sul corrispettivo avversario), di certo si troverà in un ambiente di lavoro che non sarà nuovo a questi concetti. Anche nella gestione della rosa, nella rotazione delle formazioni e nel turnover, i due allenatori hanno mostrato punti di contatto: ai tempi dello Spezia, Italiano dovette gestire una rosa di oltre 30 giocatori dando minutaggio a quasi tutti, mentre sono ancora freschi i suoi record di formazioni diverse consecutive a Firenze. Ovviamente non si può solo fotocopiare l’esperienza di Italiano a Firenze e applicarla su una squadra che è molto diversa.
In altre parole, tutti questi discorsi hanno poco senso se non si ragiona sulle diverse caratteristiche dei singoli. Da questo punto di vista le incognite si moltiplicano, perché il Bologna sta cambiando molto attraverso il mercato. Andato via Zirkzee con la sua creatività non convenzionale, il “peso” di Dallinga porterà caratteristiche molto diverse nell'occupazione dell’area avversaria, e un'intensità diversa in fase di pressione rispetto allo stesso Castro. Italiano potrebbe dar vita a ballottaggi quindi anche in avanti sia per quanto concerne la prima punta che ai fianchi del centravanti tra Orsolini, Ndoye, e un rispolverato Karlsson. Le caratteristiche di Orsolini sia dal punto di vista della partecipazione alla finalizzazione che del contributo in termini di dribbling, lo rendono probabilmente il candidato principale sull’esterno a scapito di Ndoye, che invece ha mostrato di faticare un po’ di più a centrare la porta. Nella catena di sinistra, con l'infortunio molto pesante del neo-acquisto Cambiaghi che terrà il giovane talento ex Empoli lontano dal campo per i prossimi sei mesi, va considerato che Lykogiannis potrebbe avere un po’ di spazio in più in questo inizio campionato grazie alla sua esperienza al Bologna e in Serie A rispetto al neo-arrivato Miranda e infatti nelle ultime amichevoli e nella prima uscita in casa contro l'Udinese pareggiata per una rete a una dopo un predominio totale e uno xG finale di 3,31, Italiano lo ha sempre schierato titolare. Per il resto della difesa, invece, rimarrà da capire se Posch ritornerà a giocare da centrale insieme a Beukema, oppure se come sembra probabile Erlic troverà subito spazio, utilizzando il difensore austriaco come terzino destro “di contenimento”, adottando un approccio posizionale asimmetrico. Curiosità anche per la composizione definitiva del trio di centrocampo, non solo per i nomi ma anche per posizionamenti e interpretazioni. La vena di incursione di Fabbian, per esempio, potrebbe trovare sfogo qualora Italiano optasse per un approccio più posizionale nell’ultimo terzo, tenendo l’ampiezza costante per poter riempire l’area con tanti uomini. Freuler, cresciuto tantissimo come primo riferimento davanti alla difesa, potrebbe agire anche da vertice solitario, ma non è da escludere una coppia con Nikola Moro o Aebischer con Fabbian e Ferguson, quando avrà recuperato, a ridosso della punta. Sono tante le combinazioni possibili, e il triplo impegno molto probabilmente ci confermerà la tendenza di Italiano a variare spesso. Basterà per confermare una stagione che a tutti sembra rrripetibile?
Formazione Bologna: (1-4-2-3-1) Skorupski; Posch, Erlic, Beukema, Lykogiannis; Fabbian, Freuler; Orsolini, Fabbian, Ndoye; Dallinga.







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