Napoli-Bologna, analisi tattica. Tutto sulla vittoria degli azzurri di Conte
Analisi tattica di Napoli-Bologna, ci sono stati spunti da tenere presente in merito alla vittoria della squadra partenopea nella seconda giornata di campionato.

Proviamo a dare una lettura tattica meno empirica e più legata a quello che ci suggeriscono dati e metriche del match vinto dal Napoli sul Bologna. Prima di spiegare però ciò che è accaduto in campo una premessa è necessaria: rispetto al Verona, squadra che non ha dato spazi al Napoli rimanendo stretta e compatta e non concedendo profondità ai ragazzi di Conte, il Bologna di Italiano, come già la sua Fiorentina, ama tenere il controllo della palla e soprattutto essere propositivo. Questa premessa è necessaria per dare la lettura tattica opportuna specificando che ogni gara è una storia a sé e che non molte volte il Napoli si troverà di fronte un avversario con questo atteggiamento tattico. Un atteggiamento che Conte ben conosceva e che ben si sposa con quello che è il momento difficile che dal punto di vista tecnico-tattico sta attraversando il club partenopeo che vive una autentica opera di ricostruzione legata ad una rosa in divenire, con tutte le problematiche gestionali che ne conseguono. Tutto ciò premesso, analizziamo le letture e le strategie attuate dallo staff tecnico del Napoli, rivelatesi vincenti.
1. SQUADRA CORTA E COMPATTA - OTTIMO EQUILIBRIO. Consapevole delle difficoltà di affrontare una squadra come il Bologna che ama il palleggio, che pressa alta e che cerca di arrivare in porta con una manovra spesso avvolgente, il Napoli ha accettato questa superiorità che, almeno in questa fase iniziale di ricostruzione, vantano i felsinei. Dunque, come vediamo nel contributo grafico che riporta le posizioni medie assunte dai calciatori azzurri nel primo e nel secondo tempo, la squadra è rimasta molto compatta. Ma cosa forse ancor più decisiva è stato l'equilibrio che Conte è riuscito a dare ai suoi, certificato da un baricentro ottimale mai troppo basso - primo tempo 49,77 metri e secondo tempo 48,70 metri - e soprattutto da un assetto molto corto di squadra - addirittura nel primo tempo 20,97 metri di lunghezza e nella ripresa 29,95 metri. Di fatto nel secondo tempo, anche forte del vantaggio ottenuto, il Napoli si è leggermente, ma volontariamente abbassato per proteggere Meret e provare a ripartire in velocità.
2. GIOCO PIU' VERTICALE - PPDA E DEEP. Conte lo aveva evidenziato in conferenza: il Napoli, in verità già dallo scorso anno, rispetto al possesso palla sviluppato, concretizza troppo poco e con scarso indice di pericolosità. E' un dato questo evidenziato da noi per l'intera durata della scorsa stagione, che scaturisce da una percentuale di realizzazione delle azioni da gol tra le più basse in assoluto. Ecco quindi la decisione di giocare in maniera meno manovrata e più verticale, a scapito della precisione dei passaggi, dato quest'ultimo che ieri recitava 78% di precisione nei passaggi. Un dato che ci sta, considerando la tipologia degli stessi. Il grafico di seguito riassume due elementi importanti. Il primo, il Napoli alla voce DEEP - ossia numeri di passaggi vincenti negli ultimi 20 metri avversari esclusi i cross - ha fatto registrare un valore di 12 contro 1 del Bologna. Se a questo dato aggiungiamo quello relativo ai passaggi chiave, ben 13, e quello dei tocchi in area avversaria, 25 per il Napoli e solo 12 per il Bologna, comprendiamo come il dato relativo al possesso palla, 39% a 61% a favore dei felsinei, abbia un peso specifico del tutto effimero. La scelta poi di essere maggiormente attendisti è certificata ulteriormente dal PPDA. Ricordiamo che questa metrica misura il numero di passaggi concessi alla difesa avversaria prima di cercare una pressione nella trequarti avversaria mirata alla riconquista alta del possesso. Dunque per essere più chiari, maggiore è questo valore, minore è l'aggressione alta portata dalla squadra. In questa gara il Napoli ha fatto registrare un dato pari a 19,13, molto alto sia rispetto a quello della scorsa stagione in cui il Napoli con 9,13 aveva il dato migliore, sia rispetto alla gara di Verona in cui aveva segnato un valore pari a 6,13. Una scelta voluta e dettata anche dall'atteggiamento dell'avversario presentatosi a Napoli con un PPDA di 4,05, il migliore in assoluto, e che ieri ha fatto registrare un valore pari a 6,03. Tutto negli standard di Italiano che lo scorso anno, con la sua Fiorentina, ha chiuso la stagione al secondo posto in questa metrica, proprio alle spalle del Napoli, con 10,15.
3. MAGGIORE EFFICIENZA IN ZONA FINALIZZAZIONE. Infine la chiave per avere la meglio su questo Bologna si è rivelata la maggiore efficienza e capacità di finalizzazione finalmente registrata dagli azzurri. Il grafico che riportiamo di seguito mostra chiaramente come il Napoli, linea azzurra, abbia costantemente nel corso dell'intera contesa, sviluppato un valore di Expected Goal (xG) superiore a quello dei felsinei. In particolare si vede chiaramente come nella ripresa, con un atteggiamento un po' più attendista che abbiamo mostrato, i ragazzi di Conte abbiano ottenuto un sensibile aumento del valore di xG, con una impennata chiara nell'ultima mezzora, e al contempo abbiano di fatto azzerato il valore di xG degli avversari, linea gialla piatta dal minuto 50 in poi. Alla fine della gara il Napoli ha chiuso con xG pari a 2.05 contro un xG pari a 0,54 per i rossoblù. Dunque il Napoli, avendo realizzato tre reti, ha addirittura sovraperformato rispetto al valore di reti stimate con il parametro di riferimento xG.
Infine non possiamo non evidenziare tre ottime notizie per Conte. In primis la prestazione di Kvaratskhelia, MVP della gara, gol, assist e giocate da fenomeno di questo Napoli, inquadrato tatticamente in una aposizionalità che oltre a garantirne la maggiore imprevedibilità, in un Napoli più verticale lo ha visto sempre nel vivo del gioco, aspetto certificato dai 55 palloni giocati, più di tutti i suoi compagni inclusi quelli di centrocampo, dato in assoluta controtendenza rispetto ai soliti del Napoli ai quali eravamo abituati. In secondo luogo, i sette minuti sontuosi di David Neres, impreziositi da un assist che vale mezzo gol, da tocchi deliziosi di matrice brasiliana che tanto erano mancati al pubblico dal palato sopraffino come quello partenopeo. Infine, ma non per importanza, una ritrovata solidità difensiva, dove la presenza di un Buongiorno in versione Kim Min-Jae, ha regalato al pubblico di casa quella sensazione ormai smarrita di sicurezza e al tempo stesso l'impressione che mai i felsinei avrebbero potuto violare la porta di Meret, rimasta finalmente inviolata al Maradona dopo tempo immemore. Avanti così, consapevoli che era solo una gara e che ogni partita ha storia diversa, ma con una maggiore autostima, con la prospettiva dei rinforzi finalmente in arrivo e soprattutto con tre punti pesanti che sanno di rinascita.







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