Juventus-Napoli, Conte tatticamente perfetto. Thiago Motta inconsistente
L'analisi tattica di Juventus e Napoli. Antonio Conte ha improvvisamente cambiato sistema di gioco inserendo Scott McTominay dal primo minuto.

La curiosità che in tanti nutrivano per la gara tra Juventus e Napoli alla vigilia si è trasformata solo per i più distratti nell’ esopico “parto della montagna”. Gara tattica, per i cultori del genere, a tratti bloccata con le due contendenti che avevano lavorato alla vigilia su piani tattici molto azzeccati, ma con la variabile improvvisa da parte di Conte del cambio di sistema di gioco. Una bella dimostrazione di sicurezza data all’ambiente e ai suoi da parte del tecnico salentino, quella di schierare un cursore laterale in meno e un centrocampista in più era scelta auspicabile e caldeggiata da un po', pur tuttavia difficilmente ipotizzabile in una gara così delicata per gli equilibri in via di ritrovamento da parte dei partenopei. McTominay in campo in posizione anche particolarmente avanzata e Di Lorenzo riportato finalmente nel suo ruolo di quarto a destra, hanno inizialmente destabilizzato i piani preparati da Thiago Motta, al punto che nella prima frazione di gioco il Napoli ha creato in più occasioni situazioni di imbarazzo alla retroguardia juventina grazie proprio alla posizione e alla aggressività in recupero dello scozzese, migliore in campo e autentico maratoneta con 12,815 km percorsi, autentico record. Conte, letta la densità creata da Motta attorno a Lukaku ( male il belga ) e a Kvaratskhelia (impalpabile) battezzati come i terminali offensivi più pericolosi, ha creato lo spazio sul centro-destra. Qui, grazie all’ampiezza garantita da Di Lorenzo e Politano, McTominay ha potuto godere dello spazio liberato anche con coraggio lavorando di preventive con Rrahmani su Vlahovic, totalmente annullato, come abbiamo evidenziato nella lavagna di seguito.
Questa canovaccio è andato avanti per quasi la totalità del primo tempo, ma nella ripresa il tecnico bianconero, approfittando anche di una giornata negativa di Lukaku con appena 18 palle giocate con 9 possessi persi e zero duelli vinti, e di un Kvaratskhelia ai minimi storici di coinvolgimento con appena 25 palloni giocati e 8 possessi persi, ha inteso aumentare l’intensità dei suoi. In particolare, in costruzione bassa dal portiere, lo sviluppo era mirato a liberare in uno contro uno Yildiz in ampiezza a sinistra, grazie al movimento di Cambiaso a entrare dentro il campo e al contemporaneo posizionamento di Koopmeiners tra le linee alle spalle di Politano. Quest’ultimo, ove si eccettuino un paio di letture errate nel primo tempo, si posizionava molto dentro al campo, sobbarcandosi un notevole lavoro di copertura delle linee di passaggio verso il turco, rimasto in isolamento di uno contro uno con Di Lorenzo. Un lavoro che vediamo evidenziato in lavagna, un compito svolto egregiamente dal mancino azzurro, al punto che i bianconeri sono stati costretti a utilizzare dei cambi di gioco per raggiungere il turco ( 4 in totale e tutti nel solo secondo tempo ) vista la impossibilità di raggiungerlo per vie ostruite dal lavoro dell’azzurro, tra i migliori in assoluto.
Il risultato finale, in una gara molto bella dal punto di vista tattico, meno per la latitanza di emozioni, è sostanzialmente giusto. Tuttavia, aldilà delle dichiarazioni post gara dei due tecnici, assume contorni e significato molto diverso per le due squadre. L’impressione di impotenza e inconsistenza lasciata dai bianconeri, certificata dai dati che riportiamo nella tabella di seguito, l’impossibilità di valutare l’operato dei due estremi difensori azzurri per sostanziale mancanza di impegno, le due parate, una delle quali davvero provvidenziale di Di Gregorio, un possesso stucchevole e inconcludente in zone spesso ininfluenti del campo e un xG ancora una volta bassissimo a fronte di una mole di passaggi, 702 alla fine, enorme, certificano la sostanziale incapacità juventina nell’andare a determinare in fase di concretizzazione. Queste considerazioni, combinate con quelle relative ai partenopei che recitano terzo clean sheet assoluto e di fila e un solo gol subito gol nelle ultime quattro gare su rigore (per altro dubbio), la sensazione di notevole solidità difensiva, l’ impressione di aver svoltato tatticamente con l’innesto di McTominay, e il fatto di aver creato anche di più dei padroni di casa con una verticalità diversa, fanno intuire come per gli azzurri si tratti di un pareggio che riempie tantissimo il bagaglio di autostima, mentre per i bianconeri il punto casalingo assuma i contorni di una mezza sconfitta e una conferma ulteriore delle lacune in fase offensiva che la vecchia signora ha da colmare.





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