Alla scoperta dell'Inter, analisi tattica e metriche della compagine di Inzaghi
Approfondita e dettagliata analisi tattica dell'Inter di Simone Inzaghi. Lo studio di Alessandro D'Aria sulla formazione nerazzurra, prossimo avversario del Napoli.

Come ormai consueto, anche per il big match della dodicesima di campionato che vedrà la capolista Napoli opposta ai campioni d’Italia in carica dell’Inter, abbiamo effettuato uno studio delle metriche relative alle varie fasi di gioco e una analisi tattica sui principi di gioco della squadra di Inzaghi.
Ricordiamo che le metriche ci servono a fotografare i dati quantitativi dell’avversario, il quantum, mentre l’analisi tattica attiene più alla sfera qualitativa e ci consente di capire come i nerazzurri attuano i propri principi di gioco. L’incrocio delle due analisi (match analysis) ci consente di avere un quadro completo del nostro avversario e di poter valutare eventuali contromisure, oltre che generare il piano gara. Ma iniziamo dalle metriche.
Come mostrato in grafica, il Napoli si presenta alla sfida forte di dati migliori per quanto riguarda la difesa rispetto ai padroni di casa. I partenopei con 0,73 gol di media subiti sono secondi dopo la Juventus, mentre i nerazzurri figurano settimi con 1,10. Anche il dato degli expected goals subiti xGA mostra uno 0,85 per il Napoli (secondo) contro un 1,09 per l’Inter (nona). Inoltre la squadra di Inzaghi subisce molto all’interno dell’area, con il 66,7% dei tiri concessi (quindicesimi) contro il 51,8% del Napoli (primo).
In non possesso, la maggiore aggressività dell’Inter è palesata dal dato PPDA pari a 10,54 (quarta) contro il 13,03 del Napoli (undicesimo). Tuttavia i nerazzurri mostrano difficoltà nel vincere contrasti (penultimi) e nelle palle recuperate (quindicesimi), mentre sono molto forti nei duelli aerei con il 56,7% dei duelli vinti (secondi) contro il 53,6% del Napoli (quarto).
I dati relativi alla fase di possesso evidenziano il diverso stile di gioco delle due compagini. I nerazzurri prediligono il possesso anche prolungato con il 59% (quarti) a fronte del 50% degli azzurri (decimi). In particolare nel Field Tilt – possesso nella trequarti avversaria – l’Inter vanta un 61,5% che la colloca al terzo posto, mentre il Napoli con il suo 54,5% è nono. Inoltre per passaggi perfezionati nella trequarti offensiva i ragazzi di Inzaghi sono terzi con il 79%, mentre quelli di Conte figurano quinti con il 75,9%.
E’ nella produzione offensiva che l’Inter palesa dati straordinari, secondi soltanto a quelli dell’Atalanta. Con 1,91 gol a partita sono secondi, a fronte di una media degli ospiti di 1,54 (quinti). I nerazzurri sono primi per media tiri totali con 16 e secondi per media tiri nello specchio della porta con 5,45 (il Napoli è rispettivamente sesto con 13,9 e ottavo con 4). Anche in tema di expected goals xG i padroni di casa vantano il secondo posto con 1,97 a fronte dell’1,43 degli ospiti (noni) e lo stesso dicasi per gli expected threats xT (minacce attese), in cui sono secondi con 1,69 contro 1,45 del Napoli (quinto). E ancora i campioni d’Italia sono terzi per assist a partita, primi per passaggi chiave e secondi per cross, passaggi filtranti e passaggi negli ultimi 18 metri di campo. Infine con 7 angoli di media a gara, sono la squadra che batte più corner in Serie A (il Napoli con 5,3 è settimo).
ANALISI TATTICA (QUALITATIVA)
L’Inter Campione d’Italia è una squadra molto rodata sotto la guida di Simone Inzaghi che ha doto continuità tecnica e tattica, con un sistema di gioco ben codificato e riconoscibile, tuttavia evolutosi nelle ultime due stagioni in un sistema molto dinamico e moderno.
Si tratta di un sistema di gioco di base 1-3-5-2 che a seconda delle evoluzioni della gara evolve in sistemi elastici diversi.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso il sistema di gioco della compagine nerazzurra è l’1-3-3-4 con i tre difensori centrali Acerbi, Pavard e Bastoni che impostano in costruzione bassa supportati dalla linea mediana Calhanoglu – Mkhitaryan – Barella, mentre gli esterni Dimarco e Darmian garantiscono la spinta offensiva sulle catene laterali giocando avanzati insieme alle due punte, una che viene incontro liberandosi tra le linee e l’altra che ricerca maggiormente la profondità. In alcuni frangenti della partita in l’avversario prova a bloccare le traiettorie di passaggio interiste sulla prima costruzione, la squadra si dispone con l’1-2-1-3-4, con Pavard e Bastoni che rimangono leggermente più arretrati rispetto ad Acerbi che si posiziona centralmente quasi a ridosso della linea mediana per garantire una opzione di passaggio in più tra le linee, mentre gli esterni Darmian e Dimarco, in special modo quest’ultimo, giocano avanzati a supporto degli attaccanti. Un’altra soluzione in fase di possesso è l’1-2-1-5-2 con Pavard e Acerbi coppia centrale di difesa, un centrocampista che si abbassa a ricevere palla (Barella o Calhanoglu entrambi con eccellenti qualità di impostazione palla al piede) mentre Bastoni si porta in posizione avanzata sul lato del campo occupato da Dimarco diventando il quinto di centrocampo per tentare sovrapposizioni e triangolazioni con il compagno o con gli attaccanti. In fase di non possesso il sistema di gioco nerazzurro è l’1-5-3-2 in cui gli esterni Dimarco e Darmian si abbassano a supporto dei tre difensori centrali per formare uno schieramento a cinque uomini. Quest’ultimo viene schermata dai tre centrocampisti Calhanoglu – Mkhitaryan – Barella, pronti al raddoppio di marcatura e al recupero palla veloce, mentre gli attaccanti si abbassano dietro la linea del pallone nella propria trequarti. In alternativa la squadra può disporsi con l’1-5-3-1\1 in cui Thuram scende dietro la linea della palla pronto ad avviare la transizione offensiva, mentre Lautaro rimane più avanzato in smarcamento preventivo tenendo impegnati i difensori avversari.
COSTRUZIONE
Inzaghi predilige la costruzione dal basso con possesso palla ordinato e ragionato dei tre difensori centrali che non forzano la giocata. Possono allargare il gioco sulle catene laterali, in particolare verso Dimarco con spiccate qualità di progressione palla al piede, oppure fraseggiare con i tre centrocampisti in smarcamento tra le linee i quali, a turno, si abbassano per ricevere palla. Qui emergono l’importanza tattica e la generosità in campo di Barella, motore instancabile del centrocampo nerazzurro; la mezzala frequentemente arretra a ridosso dei difensori quando uno tra Pavard e Darmian rimane avanzato sulla fascia o quando Bastoni (talvolta anche Acerbi) si spinge in avanti verso la trequarti avversaria. L’estremo difensore Sommer, dotato di buone capacità di impostazione, viene coinvolto nella manovra quando la prima pressione avversaria è forte per ricominciare la manovra.
SVILUPPO
Lo sviluppo della manovra vede una linea di centrocampo scaglionata con posizioni intercambiabili tra Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella, tutti dotati di eccellenti qualità di fraseggio nello stretto ma anche capaci di lanci lunghi e verticalizzazioni verso le punte per superare la difesa. I tre centrocampisti si muovono molto per eludere le marcature avversarie e per sfruttare gli spazi lasciati liberi sia centralmente sia sulle catene laterali.
LATERALITÁ OFFENSIVA
Il gioco in ampiezza sulle catene laterali è da sempre uno dei punti di forza della formazione nerazzurra, grazie alle coppie Pavard-Darmian e Bastoni-Dimarco in grado di garantire un’importante spinta sulle fasce. Dimarco risulta certamente il più pericoloso dei quattro, grazie a notevoli doti balistiche dalla distanza, capacità di incursione in area di rigore nonché precisione dei cross e traversoni indirizzati verso gli attaccanti. In questa sottofase di gioco risultano molto efficaci gli smarcamenti preventivi degli esterni quando la circolazione di palla si concentra sulla fascia opposta alla propria di competenza, in modo da farsi trovare pronti per sfruttare gli spazi e attaccare la profondità. Le mezzali Barella e Mkhitaryan contribuiscono al gioco laterale allargandosi per scambiare con gli esterni e dare quindi respiro alla manovra.
RIFINITURA
Nella zona compresa tra il centrocampo e la linea difensiva avversaria sono fondamentali i movimenti con e senza palla di Lautaro Martinez e Marcus Thuram. L’attaccante argentino spesso si abbassa venendo incontro al pallone per poi riallargare il gioco sulle catene laterali, imbucare un compagno tra le linee o ancora avanzare in progressione palla al piede. La punta francese, invece, tende ad attaccare la profondità sui tentativi di verticalizzazione, grazie allo strapotere fisico e alla rapidità che lo contraddistinguono. I due centravanti svariano molto in questa sottofase di gioco e spesso si scambiano per non dare riferimenti ai difensori avversari.
FINALIZZAZIONE
In fase di finalizzazione i nerazzurri creano molta densità nella trequarti avversaria, portando spesso quattro/cinque uomini in area di rigore. Pertanto, le soluzioni offensive che la squadra di Inzaghi può adottare sono svariate. Innanzitutto, grazie allo sviluppo di gioco sulle catene laterali, risultano frequenti le sovrapposizioni degli esterni tutta fascia, in particolare Dimarco, per rifornire le punte con cross e traversoni tesi ma anche i tagli/passanti a scavalcare la difesa avversaria. Le qualità tecniche dei giocatori interisti emergono poi con triangolazioni, dribbling e giocate nello stretto. Infine, quando l’Inter trova difficoltà nello sfondare o aggirare la linea difensiva, un’ulteriore soluzione sono i tiri da fuori. Fra tutti Lautaro, Dimarco, Calhanoglu e Barella possiedono doti balistiche di prim’ordine.
FASE DI NON POSSESSO
PRIMA AZIONE DIFENSIVA. In non possesso l’’Inter risponde alla prima costruzione di gioco avversaria con un pressing forte finalizzato al recupero palla veloce e alla transizione offensiva. Oltre agli attaccanti, vengono coinvolti anche i centrocampisti nella prima azione difensiva. Barella, ad esempio, si porta all’altezza delle due punte per supportarle nel pressing e intercettare i palloni giocati verso le catene laterali.
CENTROCAMPO. In fase difensiva il centrocampo nerazzurro si dispone a schermo della difesa con una linea scaglionata in marcatura per bloccare le linee di passaggio avversarie e recuperare velocemente il controllo del gioco. In fase di interdizione risulta come sempre fondamentale Barella, coadiuvato dai compagni di reparto altrettanto attenti ed incisivi nell’attaccare l’uomo.
LATERALITÁ DIFENSIVA. Dimarco e Darmian, oltre a garantire notevole spinta offensiva, sono reattivi nel ripiegare in fase difensiva per dare supporto ai difensori quando gli avversari attaccano sulle catene laterali. Le mezzali, Barella e Mkhitaryan, raddoppiano in marcatura per aiutare gli esterni nel recupero palla. Dei due attaccanti, Thuram è quello che più frequentemente si dedica alla fase difensiva scalando in raddoppio dal lato di Barella e Darmian.
LINEA DI DIFESA. La linea di difesa interista, in fase di non possesso, si dispone a cinque uomini (tre centrali e due esterni) con una diagonale lunga dove il quinto della linea esce in pressing sull’avversario lungo la catena laterale mentre i compagni di reparto “scappano” in protezione verso la propria porta. In occasione di lanci lunghi e/o verticalizzazioni avversarie, l’atteggiamento è quello di marcatura con uno dei difensori centrali, in primis Bastoni, che prova l’anticipo forte sul ricevitore di palla.
FASE DI TRANSIZIONE
TRANSIZIONE OFFENSIVA. Quando recupera palla, l’Inter non forza la giocata ma consolida il possesso con un giropalla ragionato ricominciando la manovra dalla linea di difesa o dal centrocampista più arretrato, tipicamente Calhanoglu. I nerazzurri sono comunque abili nello sfruttare gli spazi lasciati liberi dagli avversari ripartendo in velocità con diversi uomini, soprattutto Thuram che viene a ricevere palla per poi ripartire in progressione. Lautaro, invece, rimane più avanzato e sfrutta gli smarcamenti preventivi per farsi trovare libero tra le linee.
TRANSIZIONE DIFENSIVA. Quando perde il possesso, l’Inter cerca di aggredire i portatori di palla avversari il più rapidamente possibile per riottenere il controllo del gioco. Qui emerge l’importanza del centrocampo nerazzurro, molto reattivo e attento, nel provare il recupero palla veloce senza lasciare la linea difensiva scoperta.
CONCLUSIONI E CHIAVE TATTICA
Infine, matchando dati quantitativi (analisi metrica) con quelli qualitativi (analisi tattica), possiamo individuare con la analisi SWOT – Strengths (punti di forza), Weaknesses (punti di debolezza), Opportunities (opportunità) e Threats (minacce), i punti di forza e di debolezza del nostro avversario di turno, che riportiamo di seguito in grafica.
Dunque, a fronte di uno straordinario potenziale offensivo lungo le catene laterali e garantito dallo svariare di interpreti di attacco agili e veloci, nonché dalle notevoli capacità tecniche individuali, l’Inter quest’anno ha palesato specie in Campionato una certa vulnerabilità difensiva. Questo perché, probabilmente a causa di una minore intensità rispetto allo scorso anno, l’aggressività dei centrali alla ricerca dell’anticipo lascia spazio alle proprie spalle. Inoltre, se pressata alta in modo intenso, la squadra di Inzaghi può andare in difficoltà nell’uscita dal basso.
In questa ottica, proponiamo due situazioni di gioco che il Napoli potrebbe aver preparato.
Sulla impostazione dal basso dell’Inter, spesso con Sommer, Inzaghi tiene molto larghi in ampiezza i laterali Darmian a destra e Dimarco a sinistra, quest’ultimo quasi da ala. Conte dovrà avere coraggio nel forzare la pressione come vediamo in lavagna, a rischio talvolta di lasciare in uno contro uno i due centrali di difesa, tenendo Di Lorenzo un po' più basso a dare copertura in caso di elusione della prima linea di pressione azzurra. La gara può decidersi sulla fascia sinistra di attacco dei nerazzurri, dove Anguissa dovrà essere bravo ad aiutare Politano su Dimarco, stando però ben attento a non perdersi Mkhitaryan, e sul lato opposto offensivo per il Napoli, con Olivera che dovrà essere di appoggio a Kvaratskhelia in fase di non possesso e in pressione alta. Al tempo stesso l’uruguagio dovrà guardarsi dal movimento di Darmian in zona offensiva, nel caso in cui i nerazzurri, usciti dalla pressione, indirizzino su Dimarco, molto abile ad effettuare traversoni e sventagli dall’altro lato per la chiusura da quinto a quinto appunto di Darmian.
L’Inter, conoscendo molto bene Lukaku, tenderà ad intasare gli spazi per vie centrali, un po' come fatto da Gasperini al Maradona. Il Napoli quindi, in costruzione, dovrà essere molto abile ad uscire sui lati, in particolare sul proprio lato sinistro dove, con McTominay che attacca Barella nel mezzo spazio, si potrebbe creare un due contro due Olivera/Darmian e Kvara/Pavard. In pratica, con il georgiano che tira fuori zona il francese, e con Olivera in massima ampiezza, McTominay potrebbe sorprendere Barella nella profondità creata da Lukaku che si abbassa venendo incontro e tirando a sua volta fuori zona Acerbi o Bastoni di turno. Stessa dinamica potrebbe aversi sul lato opposto, dove Dimarco è meno abile in fase difensiva e Di Lorenzo, in tandem con Politano, potrebbe creare spazi per l’inserimento profondo di Anguissa alle spalle do Mkhitaryan.
In entrambe le dinamiche la parola d’ordine sarà CORAGGIO.





![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 4 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 2 |
![]() | 2 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 0 |