Gutierrez: "Napoli unico al mondo. Conte ti migliora. Il mio ruolo e le differenze con Madrid"
L'esterno del Napoli Miguel Gutierrez, uno degli acquisti dell'ultima sessione estiva azzurra, ha rilasciato intervista al quotidiano Il Roma.

È uno degli ultimi acquisti della campagna estiva del Napoli. Arrivato da infortunato, ora è a pieno regime, Miguel Gutierrez si sta a piccoli passi prendendo il suo spazio al Napoli. Esterno di grande spinta, velocità e tecnica, sta rientrando nelle gerarchie della squadra di Antonio Conte.
Ha fatto il suo esordio a San Siro contro il Milan, non proprio come se lo aspettava considerando la sconfitta, ma lo spagnolo ha dimostrato di avere ottime qualità. L'ex Girona ha rilasciato un'intervista al quotidiano "Roma" e ha parlato di come sta vivendo la sua avventura alle pendici del Vesuvio: "Qual è stato il mio primo pensiero quando ho saputo che il Napoli era interessato a me? Sono stato felice. Sapevo di venire in nella squadra campione d’Italia. Ero sicurissimo di rappresentare una piazza importante. E poi mi stimolava giocare al fianco di grandi calciatori".
Che significa indossare la maglia dei campioni d'Italia dopo aver vinto Liga e Champions con il Real Madrid?
"Per me il Napoli è unico al mondo. È una tappa differente della mia vita calcistica. Avevo molto voglia di sentire emozioni uniche. Qui si vive il calcio diversamente da altre parti".
Esordio al Meazza col Milan e in Champions con lo Sporting, niente male come inizio.
"Dopo cinque mesi senza giocare è stato un periodo duro di allenamenti. Sapevo di dover essere pronto. E quando Conte mi ha chiamato io ho risposto presente e crede di aver dato delle ottime risposte".
A proposito di Conte. Quanto si cresce con questo allenatore?
"Tanto. Non è stato facile adattarmi perché venivo da concetti di lavoro diversi. Posso dire che in un mese mi sento molto migliorato. Mi sento più rapido di prima, più forte fisicamente. È un percorso di crescita importante".
Quali sono le sensazioni che si sentono quando si entra allo stadio Maradona?
"Qui noti che i tifosi vivono per la squadra. Lo percepisci già dal bus quando stai arrivando al campo. Oltre ad essere una motivazione ti dà forza questa presenza. Ho sentito il calore della piazza da subito".
Il "The Champions" dell'intero stadio alla fine dell’inno europeo è diventato un cult. Cosa ha provato?
"È stato molto bello ma appena ho messo piede sul terreno di gioco mi sono concentrato sul calciatore che dovevo marcare".
Tutti parlano di De Bruyne, ma che compagno di squadra è?
"È un grandissimo giocatore che si è calato serenamente nella parte. Lavora più degli altri, facendo tutto quello che gli chiede il mister. L'atteggiamento è perfetto".
Con quale giocatore ha legato di più?
"Con Olivera per questioni di lingua e perché mi è stato vicino dal primo giorno. Comunque, parlo con tutti perché conosco l’inglese. L’italiano lo capisco bene perché è simile alla mia lingua ma faccio ancora fatica a parlarlo".
Ha notato delle differenze tra la Serie A e la Liga?
"Qui è tutto molto fisico con giocatori più forti, più diretti anche nelle giocate. C’é meno tattica che vivevo nel Girona dove si lavorava nel tenere di più il pallone".
Ci racconta il suo ruolo? Come preferisce giocare?
"Sono un laterale sinistro. Come si dice in Italia: un terzino. Posso giocare anche in altre posizioni se l’allenatore me lo chiede. Sono molto dinamico con il pallone, molto tecnico e mi adatto bene alla situazione di gioco. Sono convinto che con Conte migliorerà tanto dal punto di vista difensivo".
Conte vuole dai terzini un modo diverso di giocare. Di Lorenzo è l'evoluzione del laterale moderno…
"Quello del capitano è un lavoro che conosco benissimo perché al Girona l'ho fatto. So scambiarmi con gli esterni, accentrarmi. Qui i movimenti sono leggermente diversi".
Napoli è come Madrid?
"Assolutamente no (sorride). Sono due città diverse. Qui c'è il mare e non solo. È molto intensa, vive il football all'estremo e a me piace".
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Udinese | 12 |
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