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Napoli-Monza, analisi tattica: azzurri primi in classifica con Lukaku al 50%

L'analisi tattica di Napoli-Monza, gli azzurri hanno meritato la vittoria ma ci sono comunque alcuni aspetti da sottolineare ed esaminare.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

30/09/2024 16:50 - Campionato
Napoli-Monza, analisi tattica: azzurri primi in classifica con Lukaku al 50%

La gara del Napoli con il Monza, non sarà certamente consegnata ai posteri come partita indimenticabile. Un match di sostanza e concretezza che, come spesso sta accadendo ultimamente, ha visto due frazioni di gioco molto diverse nell’evoluzione tattica e anche di atteggiamento. E’ stato il Monza che ci aspettavamo, che avevamo descritto in sede di analisi pre-partita come una squadra in difficoltà dal punto di vista della proposta di gioco e molto poco pericolosa in fase di finalizzazione. Dopo una partenza anche coraggiosa durata poco meno di dieci minuti, il Napoli ha preso il comando della partita sbloccando il risultato a metà primo tempo dopo aver superato una iniziale fase di nervosismo e cominciando a fare circolare la palla in maniera anche veloce fino al raddoppio, frutto della pressione portata in maniera massiccia nella trequarti avversaria.


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Sorvolando sulla ennesima topica presa da arbitro e VAR che hanno clamorosamente ignorato un rigore solare su Di Lorenzo (pestone di Bianco sulla linea dell’area di rigore) che avrebbe regalato probabilmente una ripresa più spumeggiante di quella vista invece sul punteggio di due a zero, il secondo tempo ha mostrato un Napoli che si è abbassato e ceduto il pallino del gioco agli ospiti. Questi ultimi non hanno prodotto praticamente nulla se non un palleggio sterile che ha reso lo spettacolo piuttosto noioso, specie quando Conte ha tolto Kvaratskhelia per inserire Mazzocchi e disporsi in un 5-4-1 attendista nel nome del pragmatismo più assoluto. Netta è stata la sensazione che Lukaku, causa una condizione ben lungi da quella ottimale, non riuscisse a tenere alta la squadra con conseguente abbassamento dell’intero baricentro che nel primo tempo era stato di circa 61 metri e nella ripresa è divenuto di 51 metri, dieci metri più basso. E anche il dato sulla lunghezza media di squadra, 23 metri nel primo tempo e 32 nel secondo, testimonia della minore compattezza assunta dagli azzurri col passare del tempo. Tuttavia mai si è avuta la sensazione di sfilacciamento della squadra né di pericolo per la porta di Caprile, apparso comunque sicuro e vigile tra i pali e con la palla al piede.


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Dal punto di vista tattico dunque un Napoli dai due volti, che proviamo a spiegare con due lavagne diverse. FAMELICO nell’atteggiamento tattico e nella attitudine nel primo tempo, con pressione alta portata anche da sei uomini contemporaneamente, e l’azione del raddoppio può esserne chiara dimostrazione. L’uomo decisivo dal punto di vista tattico, come già evidenziato a Torino, in questo momento è Politano che, con il suo lavoro di copertura evidenziato dallo stesso Conte nel post gara, riesce a tenere ai margini un calciatore straordinariamente qualitativo come Neres, in questo momento ridotto a un minutaggio davvero ridotto che pure riesce a capitalizzare mostrando giocate di alta scuola. 

CONCRETO e PRAGMATICO all’occorrenza, con blocco medio-basso di difesa, grande densità in mezzo al campo e nel proprio ultimo terzo di campo, una squadra compatta e pronta a ripartire nell’ultimo frangente di partita, specie dopo l’ingresso in campo ancora una volta positivo di David Neres.

In conclusione, vittoria, primato in classifica, sia pure di misura, sesto clean sheet su otto gare stagionali, quarto di fila compresa la Coppa Italia, sedici reti all’attivo e quattro al passivo, evidenziando che, disfatta di Verona a parte, gli uomini di Conte hanno subito un solo gol su rigore, per altro molto dubbio. Undici giocatori diversi in rete con il gol di Politano di ieri, autentico record. Si torna a respirare l’aria rarefatta della quota che inebria, riempie il petto di orgoglio e autostima per una squadra che solo un mese fa sembrava dover attraversare una stagione di rifondazione quasi totale. Consapevoli del fatto che solo sei gare di Campionato non possono essere sufficienti ad avallare ambizioni che pure Napoli meriterebbe, i tifosi possono tuttavia godersi questo primato con fiducia e fierezza. 


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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