Ziliani tuona: "Che scandalo! Chievo e Reggina invece furono giustiziare senza pietà"
Paolo Ziliani, giornalista, ha posto in analisi un argomento che sta facendo pareggio discutere, tramite i suoi canali social.

Paolo Ziliani, sempre molto diretto nei suoi articoli, ha posto in analisi un argomento che sta facendo parecchio discutere. L'attenzione si sposta sul campionato di Serie B e di un club glorioso che è finito nella zona retrocessione e rischia di finire nella terza divisione del campionato italiano.
Ziliani parla della Sampdoria. Ecco le sue parole: "Lo scandalo Sampdoria. Due anni fa venne tenuta in B a garanzia di immediata promozione in Serie A: invece sta finendo in C. Chievo e Reggina giustiziati senza pietà ringraziano". Poi aggiunge: "Terzultima a 6 giornate dalla fine e con Evani, suggerito da Mancini, che diventa il 4° allenatore, la Samp è a un passo dal baratro. Una storia imbarazzante che porta in calce la firma della FIGC".
Inoltre, ha evidenziato: "L’articolo che state cominciando a leggere ha una dedica (sia pure inutile): lo sto scrivendo in omaggio a due società, il Chievo Verona e la Reggina, che per inadempienze amministrative di poco conto se confrontate agli illeciti commessi da famosi club dallo “straordinario brand” che il Palazzo protegge e salvaguarda facendo passare in cavalleria tutte le loro nefandezze e alla fine assolvendoli, sono finite negli anni scorsi sul patibolo della giustizia sportiva FIGC per essere giustiziate (il Chievo, scomparso dal calcio) o condannate a trascorrere il resto del loro tempo nelle segrete di Palazzo (la Reggina, cacciata nel limbo della Serie D)".
"E per una volta non vi annoierò tirando in ballo le malefatte impunite del club col brand più straordinario di tutti, la Juventus, il 'club modello' da portare ad esempio all’intero movimento come ha appena detto, riuscendo a restare serio, il presidente FIGC Gravina ospite nei giorni scorsi alla Continassa; ma vi parlerò del club che per nobiltà e blasone può a tutti gli effetti essere considerato una sorta di “Juventus di Serie B”, e cioè la Sampdoria".
"Perché ve ne parlo? Ve ne parlo perché il Palazzo è entrato in subbuglio e sta vivendo giorni agitati da quando la situazione di classifica del club blucerchiato si è complicata: a 6 giornate dalla fine del campionato di B la Sampdoria è infatti terzultima e se il torneo finisse oggi sarebbe matematicamente retrocessa in C assieme a Salernitana e Cosenza. Il regolamento prevede infatti la retrocessione diretta delle ultime tre squadre e lo spareggio tra la quartultima e la quintultima (oggi Reggiana e Brescia) per decidere il 4° club da condannare. Persino Mancini, l’ex c.t. della nazionale, sembra sia stato precettato per dare una mano col fido Evani al tentativo di salvataggio in extremis della barca blucerchiata alla deriva".
"Direte: okay, ma cosa c’è di tanto strano? E perché tutta questa preoccupazione per la Sampdoria e non per la Salernitana e il Cosenza che sono in predicato di fare la sua stessa fine? Questione di brand. Che anche in Serie B ha il suo peso. E che per la Sampdoria pesa moltissimo: al punto da aver indotto la FIGC due estati fa (giugno-luglio 2023) ad ammetterla al campionato di Serie B dopo la retrocessione dalla A a dispetto della più evidente e totale mancanza dei minimi requisiti regolamentari".
"Addirittura, il business plan presentato dal club blucerchiato al Tribunale di Genova per ottenere tutti gli okay nei giorni del burrascoso passaggio di proprietà tra Ferrero e Radrizzani (transazione dei debiti tributari, rimodulazione dell’indebitamento verso i creditori e via dicendo) prevedeva come requisito inderogabile perché il carrozzone restasse in piedi l’immediata promozione in Serie A a fine stagione (2023-24: promozione che non avvenne) e il mantenimento del posto in A almeno nella stagione successiva (quella in corso: in cui la Samp non solo in A non c’è, ma sta rischiando di retrocedere in Serie C)".
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