Ziliani punge: "L'Italia non è stata assassinata, si è suicidata: c'è una verità incontrovertibile"
Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato di alcuni temi che riguardano l'Italia attraverso i suoi canali social.

All'Italia spetterà il destino dei play-off per accedere al Mondiale, ancora una volta, per la terza consecutiva. A meno che non succeda il clamoroso miracolo di battere stasera la Norvegia per 9-0 ma, considerando come sono andati gli incontri precedenti, è un esito abbastanza utopistico.
Paolo Ziliani, giornalista, ha così parlato della Nazionale attraverso i suoi canali social: "Dopo i pianti del c.t. Gattuso, stasera a San Siro la veglia di Italia-Norvegia organizzata dall'Agenzia Pompe Funebri 'Gravina & Buffon': ma l'Italia non è stata assassinata, si è suicidata". Poi aggiunge: "L'ultima falsità: aver fatto passare il messaggio che l'Italia è fuori per aver perso una sola gara. In realtà le ha perse tutte: avesse fatto più gol della Norvegia oggi con l'1-0 saremmo qualificati".
Ha, inoltre, evidenziato: "L’Italia gioca stasera una delle partite più inutili e tristi della sua storia, quella contro la Norvegia che con pieno merito ci ha soffiato la qualificazione al Mondiale (dovremmo batterla 9-0 per sovvertire i giochi) spedendoci alla roulette russa dei playoff. Inutile dire che tutto questo sta avvenendo in un clima di vittimismo, di recriminazioni e di proteste, l’ultima delle quali esternata da Rino Gattuso: bisogna cambiare il meccanismo che regola le qualificazioni, ha detto il c.t. azzurro, perché non è giusto che una nazionale, com’è accaduto all’Italia, non si qualifichi dopo aver perso una partita e avere vinto tutte le altre".
"Come sempre accade, i media scodinzolanti si sono subito accodati dando ragione a Gattuso e stravolgendo agli occhi dell’opinione pubblica la realtà delle cose che è invece ben diversa da come l’ha dipinta il c.t. azzurro. Perché non è vero che l’Italia ha perso una sola partita, la prima giocata a Oslo e vinta 3-0 dalla Norvegia; la verità è che l’Italia le partite ha continuato a perderle e lo ha fatto praticamente ad ogni turno del girone".
"Il regolamento delle qualificazioni è semplice ed era noto a tutti: si qualifica la prima di ogni girone e in caso di arrivo a parità di punti passa la nazionale con la migliore differenza reti. Chiaro. Semplice. Lineare".
"Cos’è successo all’Italia? È successo che gli azzurri hanno messo subito il loro cammino in salita perché la prima partita giocata a Oslo contro la Norvegia, affrontata senza alcuna consapevolezza della sua importanza, è finita 0-3. Un bruttissimo risultato: ma al quale proprio il regolamento concedeva la chance di essere rimediato. Avendo (Norvegia a parte) 6 partite ancora da giocare, due con la Moldova, due con l’Estonia e due con Israele, l’Italia aveva la possibilità, vincendole e vincendole con molti gol di scarto, di arrivare all’ultima partita - quella di stasera con la Norvegia - con una differenza reti migliore rispetto a quella di Haaland & company: nel qual caso all’Italia sarebbe bastato battere la Norvegia anche con un solo gol di scarto (1-0, 2-1, 3-2) e al Mondiale 2026 saremmo andati noi a dispetto del fatto che la Norvegia all’andata ci avesse battuti 3-0. La regola valeva per noi e allo stesso modo valeva per la Norvegia".
"Era chiaro quindi, dopo lo 0-3 di Oslo, che le 6 partite che l’Italia andava a giocare non erano semplicemente da vincere, ma erano da vincere cercando di segnare ogni volta il maggior numero di gol possibile: come la Norvegia aveva peraltro già cominciato a fare vincendo 5-0 in casa della Moldova e 4-2 in casa di Israele. Invece, avendo noi da anni una Federazione di polli guidata da un presidente inetto come Gravina che si circonda di collaboratori senza arte nè parte come Buffon, nessuno ha capito quale fosse il nocciolo della questione, la reale urgenza cui prestare attenzione; e addirittura tre giorni dopo il naufragio a Oslo ci siamo presentati a Reggio Emilia a giocare contro la Moldova con una nazionale col c.t. Spalletti ufficialmente esonerato ma ugualmente presente in panchina: primo caso di defunto (allegoricamente parlando) che partecipa al suo funerale e intona il de profundis unendosi al coro".
"Una sfilata di prefiche, tutti con le facce contrite a cominciare da quelle dei sepolcri imbiancati Gravina e Buffon; tutti con la corona del rosario in mano a recitare giaculatorie e a inginocchiarsi davanti alla salma del caro estinto; tutti distratti e lontani anni luce da quello che doveva essere l’imperativo del momento, e cioè sotterrare non Spalletti ma la Moldova sotto palate di gol".
"Risultato: Italia-Moldova 2-0 (e stendiamo un velo pietoso sui gol sfiorati per tutto il match dagli avversari) e partita quindi non vinta, ma persa. E persa nel vero senso della parola se è vero che la Norvegia avrebbe poi davvero seppellito di gol la Moldova battendola a Oslo 11-1 dopo averla già sconfitta, come detto, 5-0 in trasferta. Noi due sere fa a Chisinau la Moldova l’abbiamo battuta 2-0: ancora una volta, quindi, non vincendo la partita ma perdendola, visto che la sfida non era con la Moldova (come non lo è mai stata anche con Estonia e Israele), ma con la Norvegia ed era la sfida a chi riusciva a segnare più gol".
"E dunque: se lo 0-3 con cui gli azzurri avevano iniziato il girone fosse stato l’esito di una partita nata storta e l’Italia fosse stata (fosse) una nazionale forte, consapevole e meritevole di andare al Mondiale, c’erano sette partite per dimostrarlo e rimettere le cose a posto. Invece non è mai accaduto e il motivo, che sarebbe il caso di ammettere invece di passare il tempo a piagnucolare recitando la parte dei perseguitati, è che la Norvegia si è dimostrata enormemente più forte di noi: e se arriva alla sfida di stasera - che avrebbe potuto essere “decisiva” e invece è solo già “decisa” - con una differenza reti di + 29 contro il + 12 degli azzurri è perché non solo quel 6 giugno a Oslo ci ha rifilato 3 gol, ma perché in tutti i turni successivi seppellendo di gol gli avversari come noi non siamo mai riusciti a fare ha vinto ogni volta la sfida a distanza con gli azzurri. La Norvegia vinceva davvero, noi vincevamo per finta".
"L’unica, vera e incontrovertibile verità è che il regolamento ci favoriva: bastava infatti che segnassimo più gol della Norvegia e stasera una vittoria per 1-0 sarebbe stata sufficiente per mandarci al Mondiale anche se Haaland & C. all’andata ci avevano battuto 3-0. Il fatto che ci accingiamo invece a giocare Italia-Norvegia vestendo i panni delle vittime, frignando e protestando, dà la misura di quanto siamo caduti in basso e della cialtronaggine della nostra Federazione. 'Ve la prendete con noi che non andiamo al mondiale dalla preistoria', ha giustamente risposto alle lagnanze di Gattuso il c.t. della Norvegia Solbakken. Ancora una volta ci siamo fatti riconoscere: senza vergogna".
"Chi assisterà stasera alla veglia funebre di San Siro è bene che lo sappia: il caro estinto non è stato assassinato, si è suicidato. Aveva tutte le possibilità di presentarsi a Italia-Norvegia con una differenza reti migliore: e in quel caso con una vittoria per 1-0 sarebbe andata al Mondiale. Invece al Mondiale ci va chi lo ha meritato: la Norvegia. Che non ci ha battuti una volta, ci ha battuti sette volte. E questo Gravina, Buffon e Gattuso, titolari dell’Agenzia pompe funebri Italia, lo sanno ma non lo dicono".
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