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Ziliani: "Qualcuno salvi Spalletti, in due giocano con la valigia in mano"

Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato di alcuni argomenti che riguardano la Juventus attraverso i suoi canali social.


Lorenzo VallettaLorenzo VallettaGiornalista

13/11/2025 10:42 - Altre notizie
Ziliani: Qualcuno salvi Spalletti, in due giocano con la valigia in mano

La Juventus versa in condizioni precarie e con l'arrivo di Luciano Spalletti, dopo l'esonero di Igor Tudor, si sta provando a raddrizzare la rotta. Ma, a quanto pare potrebbero giungere presto nuove complicazioni sul percorso del tecnico di Certaldo in bianconero.


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A riferirlo, è Paolo Ziliani, giornalista, attraverso un post pubblicato sui suoi canali social: "Juventus scarsa, mercato bloccato, Vlahovic e Yildiz che giocano con la valigia in mano, Elkann e Comolli che dicono 'Spalletti deve vincere': qualcuno salvi l'allenatore di Certaldo". Poi aggiunge: "Dopo aver firmato un contratto di 7 mesi manco fosse un principiante, Spalletti si ritrova oggi a lavorare senza rete: i proclami dei dirigenti lo condannano a vincere con una squadra improponibile".


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Ha, inoltre, evidenziato: "Diciamo che lui, Luciano Spalletti, un po’ se l’è cercata: in primis quando ha tradito la disperazione che lo muoveva nel compiere il grande passo di diventare il nuovo allenatore della Juventus firmando un contratto di soli sette mesi manco fosse l’ultimo dei carneadi, il garzone di bottega fresco di diploma al Supercorso di Coverciano. Assunto alla Real Casa per intercessione di San Giorgio (Chiellini) con data di scadenza ben in vista appiccicata sulla tuta dal nuovo boss Comolli che a dire il vero non lo voleva (e forse nemmeno lo conosceva: nel giorno della presentazione lo definì “grande esperto di calcio italiano”: roba che se il tecnico si fosse alzato e se ne fosse andato, tutti avrebbero applaudito), Spalletti non si è reso conto di ciò cui andava incontro".

"O meglio: sapeva, non essendo uno stupido, di accingersi a prendere in consegna una squadra mediocre che di grande aveva solo il nome e il blasone; era consapevole di dover cavare il sangue dalle rape; ma non avrebbe mai immaginato che di lì a poco (dal giorno della firma sono passati dieci giorni) la proprietà e il plenipotenziario del club lo avrebbero messo spalle al muro con dichiarazioni diventate per lui un cappio al collo".

"E di lì a due giorni legge che Comolli, quello che lo apprezza come “grande esperto di calcio italiano”, fresco di nomina a nuovo Ad spiega al mondo intero che “vincere è l’unico obiettivo”, di sentirsi ossessionato dalla vittoria e di non “pensare a nient’altro se non a vincere”. E naturalmente a vincere dev’essere la Juventus. Sul campo. Quindi dev’essere lui, l’allenatore di Certaldo".

"Povero Spalletti. Se l’è voluta, preso com’era (e forse obnubilato) dalla smania di tornare a lavorare dopo i drammatici rovesci di cui si era reso protagonista alla guida della nazionale: un Europeo malamente naufragato e la qualificazione al Mondiale compromessa al pronti-via con la rovinosa sconfitta per 0-3 contro la Norvegia. Rifarsi una verginità era diventata per lui una priorità urgente e irrinunciabile: peccato che adesso, salito a cavallo della Zebra, si ritrovi sballottato nel bel mezzo di un rodeo di cui nessuno gli aveva parlato col rischio di vedersi nuovamente e tragicamente disarcionato. E non ci sono santi: se John Elkann, che di pallone capisce come di Formula 1, cioè niente, dice che con Spalletti la Juventus “deve vincere”, e se Comolli scodinzolandogli appresso come nemmeno Fantozzi si accoda alla narrazione del Grande Capo ribadendo che per la Juventus “vincere è l’unico obiettivo”, questo significa che la proprietà Exor e la dirigenza Juventus si aspettano da Spalletti una cosa sola: lo scudetto".

"Elkann, dall’alto della sua incompetenza (non solo non s’intende di giocatori, ma nemmeno di manager: ne sceglie uno peggio dell’altro, ogni anno si parte annunciando un nuovo Anno Zero) lo pretende perché la storia della Juventus è la storia di un club che di scudetti ne ha vinti - sorvoliamo sul come - tanti; e Comolli approva e si mette sull’attenti anche perché una vittoria dimostrerebbe al mondo che il mercato da lui condotto non è stato quella tragedia che tutti dicono, tragico come quello del predecessore Giuntoli, ma una campagna di rafforzamento geniale".

"'Mercato? Abbiamo alcuni vincoli - ha ammesso Comolli -: prima di tutto un Fair Play Finanziario per cui dobbiamo stare attenti a quello che facciamo e alle transazioni a gennaio che saranno monitorate dalla UEFA. In quanto a Vlahovic, abbiamo trovato un accordo con Dusan di far passare questa stagione e poi parlarne'".

"In soldoni: se qualche anima buona si aspetta a gennaio colpi alla Vlahovic 2022, quando Agnelli acquistò il bomber serbo dalla Fiorentina per un esborso complessivo (stipendio escluso) di 91,6 milioni, può mettersi l’animo in pace. Ammesso che qualcosa si muova non si potrà spendere un euro in più di quelli incassati. Ma il bello arriverà a fine maggio quando l’UEFA renderà note le sanzioni adottate a carico della Juve che potrebbero comportare il blocco del mercato (in stile Lazio) per un paio di sessioni oppure il divieto di iscrivere in lista UEFA nuovi giocatori: il che vorrebbe dire giocare l’anno prossimo la Champions o l’Europa League o la Conference con gli stessi giocatori di oggi, non uno in più".

"In quanto all’accenno fatto da Comolli sulla questione Vlahovic (“abbiamo trovato un accordo con Dusan di far passare questa stagione e poi parlarne”), il senso della supercazzola dell’Ad francese è che il bomber serbo se ne sta andando a zero e che non ci sarà nemmeno bisogno di aspettare la fine della stagione: dall’1 febbraio Vlahovic sarà infatti libero di trattare e/o firmare per qualsiasi altro club senza che alla Juventus sia dovuta una lira (o una spiegazione). A febbraio Dusan Vlahovic avrà appena compiuto 26 anni: un investimento da 91,6 milioni che oltre a non aver portato alcun vantaggio sportivo (zero scudetti) sarà andato completamente in fumo".

"Ma se i titoli di coda della telenovela Vlahovic arrivano su un finale di storia già scritto, c’è un bubbone che in questi giorni è scoppiato in casa Juve in modo inatteso e virulento: il bubbone Yildiz. Che percependo uno stipendio di basso livello (1.500 euro netti, il quartultimo della rosa: guadagnano più di lui Milik, Rugani, Joao Mario, Kostic; Gatti ha uno stipendio doppio, Koopmeiners triplo, David quadruplo) ha avanzato due richieste: 1) essere portato ai livelli di David, il più pagato dopo Vlahovic con stipendio da 6 milioni netti (e fin qui ci si potrebbe accordare); 2) avere la garanzia di giocare in un club che sia competitivo ai massimi livelli europei (e qui come si dice casca l’asino). Yildiz ha un contratto con scadenza 2029: a lunga gittata, quindi".

"Ma chi pensa che la Juventus possa per questo ritenersi in una botte di ferro è in errore: si sta infatti ripetendo a Torino quel che successe a Napoli con di Kvaratskhelia quando De Laurentiis lasciò passare troppo tempo prima di adeguare l’ingaggio del georgiano a livelli più consoni al suo rendimento. Fu sufficiente che un club con più soldi e più blasone del Napoli, il PSG, si presentasse sotto il Vesuvio con un ricco assegno in mano per il club e una proposta d’ingaggio quadruplicato per il giocatore ed ecco che Kvara in un battibaleno smise di essere un giocatore del Napoli: se ne andò in un club che lo ricopriva d’oro e che lo metteva nelle condizioni di lottare e addirittura di vincere la Champions League".

"Ora, unendo i puntini a partire dal blitz che il potente procuratore Jorge Mendes, l’1 febbraio scorso, realizzò atterrando a Torino per andare a cena, alla vigilia di Juventus-Empoli, con i genitori di Yildiz (il cui padre funge a tutti gli effetti da procuratore del figlio), ed essendo noto l’interessamento di molti top club inglesi (il Chelsea su tutti) oltre che del Bayern dove Kenan crebbe per il talento turco, la mia sensazione è che Yildiz trovandosi oggi di fronte a offerte economicamente non pareggiabili e alla prospettiva di giocare in club di altissima competitività internazionale sia pronto a seguire l’esempio di Kvaratskhelia: saluterà la Juventus che si consolerà con un robusto assegno (e una plusvalenza per una volta non fasulla) per la cessione del gioiello nato a Ratisbona in Germania".


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Lorenzo VallettaLorenzo Valletta
Classe 1997, è il rampollo più giovane della famiglia di AreaNapoli.it. Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, ha giocato a calcio a livello agonistico ed è tifosissimo del Napoli.

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