Ziliani: "La sai l'ultima? Nel calcio c'è m**da e m**da e se vesti la maglia del Napoli..."
Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato di un argomento che sta facendo discutere e ha citato il Napoli.

Paolo Ziliani, giornalista, ha pubblicato un post tramite i suoi canali social, dove ha parlato della decisione del Giudice Sportivo che ha generato parecchie discussioni: "So che il mio incipit non è di quelli destinati a passare alla storia, ma per quanti sforzi abbia fatto scervellandomi e lambiccandomi non ho trovato un modo migliore di cominciare l’articolo se non con la frase che ora leggerete: c'è m**a e m**a".
Poi continua: "Che non è un bel leggere, me ne rendo conto e me ne scuso. E però, visto che le cose vanno chiamate col loro nome, è di m**a che si parla ed è di m**a che i giornali stanno scrivendo e le tv stanno discutendo a proposito, per chi ancora non lo sapesse, della gigantesca scritta 'Juve m**a' composta domenica in Curva Fiesole dai tifosi della Fiorentina, coreografia che ha suscitato grande indignazione nel Palazzo e non solo e ha indotto il giudice sportivo Mastrandrea a sanzionare ieri il club viola con una multa di 50 mila euro più diffida".
"Ora, schierarsi a difesa di un atto certamente volgare sarebbe eccessivo. Non è eccessivo, invece, chiedersi se la salata ammenda (più diffida) piovuta sul capo della Fiorentina sia stata un provvedimento giusto: a me pare di no. Perché ancora una volta è successo quel che sempre capita quando di mezzo c’è la Juventus, il club dallo 'straordinario brand', per dirla col presidente FIGC Gravina, che in ogni modo va salvaguardato. Se in campo quando c’è la Juve c’è regolamento e regolamento, anche sugli spalti - nelle coreografie dei tifosi - c’è merda e merda. Così è, anche se non vi pare".
"Un invito: date un’occhiata e fate un confronto tra le tre foto che vedete sopra e sotto. Nella prima c’è la coreografia dei tifosi della Fiorentina che al via di Fiorentina-Juventus hanno composto in curva la scritta “Juve merda”; nella seconda c’è la coreografia dei tifosi del Milan che al via di Milan-Inter hanno composto in curva la scritta 'Inter merda' (sia pure con la variante delle lettere luminescenti essendo la partita in notturna e lo stadio al buio); nella terza c’è la coreografia dei tifosi della Lazio che al via di Lazio-Roma hanno composto in curva la scritta “Roma merda”. Slogan identici. Dimensioni identiche. Contesto identico".
"Se ci trovassimo davanti a un quiz, La Settimana Enigmistica direbbe: le tre foto si differenziano per un unico, piccolo particolare. Indovinate quale. E vi rimanderebbe per la soluzione a pagina 46 dove leggereste: “Le foto sembrano uguali perché gli slogan sembrerebbero uguali. In realtà uno è meno uguale degli altri: lo slogan 'Juve m**da' che offendendo la Juventus è passibile di 50 mila euro di ammenda (più diffida), mentre 'Inter m**da' e ‘Roma m**da' offendono l’Inter e la Roma e quindi - così come per qualsiasi altro club - sono slogan di pura goliardia non meritevoli dunque di alcuna sanzione".
"Ora, se pensate che vi stia prendendo in giro vi dissuado subito: nessuno scherzo, le cose stanno proprio come ha spiegato La Settimana Enigmistica. Per il gigantesco 'Inter m**da' comparso nella curva del Milan il 9 febbraio 2020 non arrivò infatti alcuna multa o sanzione; per il 'Roma m**da' apparso nella curva della Lazio il 29 aprile 2001 idem come sopra; per lo 'Juve m**da' comparso invece domenica nella curva della Fiorentina è arrivata una multa di 50 mila euro più diffida. Motivo: oltraggiava la Juventus. Come dicevo nell’incipit: c'è m**da e m**da".
"La ridicolaggine della cosa si commenta da sola: aggiungere un commento sarebbe superfluo. E tuttavia c’è di più, e c’è di peggio. Perché i fulmini del giudice sportivo sono arrivati a colpire ieri, 19 marzo dell’anno di grazia 2025, uno slogan volgare, certamente, ma nulla più che volgare quando nei nostri stadi da mezzo secolo, anzi da sempre, cori e striscioni di puro razzismo fanno da leitmotiv, ad esempio, alle partite del Napoli senza che nulla accada e nella più totale indifferenza di tutti: arbitri, squadre avversarie, ispettori di campo, giudici sportivi, giornali e tv. Un po’ come il Caffè Borghetti, il coro pro Vesuvio in tutte le sue mille declinazioni è diventato un appuntamento fisso per chi va allo stadio: c’è chi lo intona (o ne fa uno striscione) e c’è chi lo ascolta (o lo legge) senza fare una piega. Parafrasando lo slogan di Stock 84 a 'Tutto il calcio minuto per minuto' potremmo dire: 'La squadra del vostro cuore ha vinto? Brindate con un coro anti Napoli. Ha perso? Consolatevi con un coro anti Napoli. Forza Vesuvio: lo slogan che crea un’atmosfera".
"Figurarsi poi se a vestire la maglia del Napoli e ad andare in giro negli stadi italiani è un giocatore di colore. Come Koulibaly. Che il 27 dicembre 2018, in Inter-Fiorentina, dopo essere stato bersaglio per tutta la partita dei buuu razzisti dei tifosi dell’Inter ebbe l’ardire - si disse persino questo - di applaudire ironicamente i babbei sugli spalti. Risultato: l’arbitro Mazzoleni gli mostrò il cartellino rosso e lo espulse".
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