Cassano, questa "sentenza" sul Napoli (quasi) nessuno se l'aspettava
Le recenti dichiarazioni di Antonio Cassano sul Napoli hanno suscitato dubbi e acceso il dibattito, ma 'Fantantonio' si è sempre espresso nel nome della verità. Ed è proprio questo che, per alcuni, suona quasi come una stranezza.

Caro Antonio Cassano, tu che hai sempre preso posizione in nome della verità, ribelle sì, ma in senso nobile e autentico, così come i tuoi compagni di viaggio, Lele Adani e Nicola Ventola - capaci di offrire analisi calcistiche quasi sempre lucide, obiettive e scevre da condizionamenti - sorprendono le tue recenti parole sul Napoli, che, a dire il vero, in pochi si sarebbero aspettati da te.
Nel tempo, quando hai parlato degli azzurri, le tue osservazioni si sono spesso rivelate fondate, evidenziando con grande onestà intellettuale i limiti e le contraddizioni della passata stagione (disastrosa e fallimentare). Ma ora, nel momento in cui affermi con una certa sicurezza che "A Conte gli si sono fumati gli zebedei (per usare un eufemismo alle tue parole; ndr) credo lascerà Napoli a fine stagione, che vinca oppure no, perché gli hanno rovinato il giochino", ipotizzando un approdo a Juventus, Milan o - come l'hai definita - la "follia Roma", allora ci sono degli aspetti fallaci. Ti sei accodato alla stampa filopro-squadre da te menzionate, la quale ignora in maniera ingiustificata il fatto che Conte abbia un contratto con il Napoli. Eppure, solitamente sei uno spirito libero, non allineato alle mode del momento, capace di andare controcorrente quando la voce della massa non riflette spesso la verità.
Anzitutto, i rumor suggeriscono che né Juventus né Milan, né tantomeno la Roma, paiono disporre della forza economica necessaria per assecondare le richieste - vere o presunte - di un allenatore come Antonio Conte, non solo in termini di ingaggio ma anche di garanzie tecniche. E bisognerebbe anche interrogarsi su quanto questa narrazione, che spesso accompagna il tecnico leccese, sia effettivamente aderente alla realtà.
Le tue dichiarazioni, Antonio, hanno un peso specifico notevole, proprio perché il vostro format è vincente, diretto, trasparente, al punto da creare - forse - un certo timore in altri ambienti televisivi. Tanto che alcune trasmissioni non vi ospitano, quando invece dovrebbero per il contenuto che offrite. Ed è proprio per questa credibilità che vale la pena riflettere più a fondo su ciò che sta accadendo a Napoli.
È vero, il mercato di gennaio è stato deludente – lo stesso direttore sportivo Giovanni Manna se n'è assunto la responsabilità - ma non si può ignorare il fatto che Conte, in estate, abbia avuto a disposizione un budget intorno ai 150 milioni di euro. Il club, peraltro, si è spinto oltre, andando a prendere persino Romelu Lukaku, pupillo del tecnico, prima che la cessione di Osimhen - prevista e poi sfumata - si concretizzasse.
E ora, secondo indiscrezioni piuttosto attendibili, nella prossima sessione il tecnico potrà contare sui proventi della cessione di Kvaratskhelia e quasi certa di Osimhen e disporre probabilmente così di una cifra anche superiore rispetto a quella dello scorso mercato estivo.
A ciò si aggiunge un aspetto non secondario: il sentimento. Conte ha spesso sottolineato di aver ricevuto, da Napoli e dai suoi tifosi, un affetto sincero e profondo sin dal primo momento, persino prima di sedersi in panchina. Un affetto che ha dichiarato di voler ricambiare. Non credi che, anche solo per questo motivo, possa nutrire il desiderio di lasciare un segno, di regalare una gioia vera e tangibile a una piazza così passionale?
È evidente che il club stia vivendo una fase di ricostruzione, trascinandosi dietro le scorie di una stagione fallimentare. E anche se Conte è uno dei migliori allenatori al mondo - lo dicono i numeri - è altrettanto vero che qualche errore anche lui lo ha commesso. Il tanto discusso 3-5-2, ideato per adattarsi alla rosa a disposizione, non ha prodotto i risultati sperati. Spesso, quando il Napoli abbassa il baricentro e si schiaccia in un 5-3-2, la squadra finisce per subire gol. Ma finché nessuno pone le giuste domande nelle conferenze stampa, resteremo tutti nel limbo dell'incertezza. Ma questa è un'altra storia.
Detto ciò, appare evidente come il Napoli stia costruendo le basi per un progetto solido, anche grazie al centro sportivo in fase di realizzazione (un punto fermo che Conte stesso ha più volte definito cruciale). Con il "tesoretto" derivante dalle future cessioni e una Champions League quasi in tasca, Antonio Conte potrebbe trovarsi tra le mani una delle migliori opportunità della sua carriera: un ambiente che lo ama, un progetto ambizioso, un margine di crescita reale.
Ecco perché, caro Antonio, su questa "sentenza" che hai pronunciato, c'è da sollevare qualche legittima perplessità. Perché forse, questa volta, hai sottovalutato ciò che Napoli può ancora offrire a Conte. E ciò che Conte può ancora offrire a Napoli.
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