Milan-Napoli, il Match Analyst: "Mazzarri passivo o propositivo? Io giocherei così"
Il Napoli affronta il Milan in terra meneghina nel prossimo turno: "Questo è il momento di osare", ha detto ai nostri microfoni Alessandro D'Aria, Match Analyst.

Mazzarri a Milano ripeterà l'errore fatto contro la Lazio, cioè quello di mostrare un atteggiamento al limite del rinunciatario, oppure (viste anche le numerose alternative a disposizione) proverà ad essere più spregiudicato, sia sul piano tattico che su quello delle scelte tecniche? Queste le domande che maggiormente ci si pone in vista di Milan-Napoli, gara in programma domenica 11 febbraio, alle ore 20:45, valida per la 24° giornata di Serie A, edizione 2023-2024. Per dare una risposta, AreaNapoli.it ha intervistato Alessandro D'Aria, Match Analyst, nonché nostro editorialista.
Viste le formazioni schierate da Mazzarri nelle gare con squadre più titolate, vedi Lazio in campionato e Inter in Supercoppa, il tecnico toscano opterà ancora una volta per un sistema di gioco conservativo?
"La gara di San Siro potrebbe darci importanti indicazioni su quello che potrebbe essere il prosieguo della stagione del Napoli, e questo aldilà dell'esito del match; è ormai evidente che, al contrario di quanto si facesse in passato, Mazzarri piuttosto che provare a creare una propria identità tattica a prescindere dagli avversari intende invece adattarsi di volta in volta agli avversari, con conseguenze sia dal punto di vista tattico che tecnico, e quindi nella scelta degli interpreti. Una filosofia di approccio che potremmo definire di tipo tradizionale che tuttavia, pur non essendo il tipo di approccio che preferisco, potrebbe comunque dare dei risultati in base agli interpreti ed ai principi di gioco messi sul campo. A Roma con la Lazio dal mio punto di vista pur con uno schieramento molto passivo si poteva forse osare di più scegliendo elementi che potessero dare un minimo di profondità, come per esempio Lindstrom. Con il Milan Mazzarri potrebbe scegliere di mettersi di nuovo a 3 con Ostigard braccetto di destra, Juan Jesus braccetto di sinistra e Rrahmani centrale, mentre a destra Di Lorenzo e a sinistra Mazzocchi, farebbero il pendolo sulle fasce tra fase difensiva e fase offensiva, con i due centrocampisti centrali che dovrebbero essere ancora una volta Lobotka e Anguissa. I dubbi nascono dalla trequarti in su. Una scelta di tipo conservativo farebbe pensare ad un centrocampista in più che sarebbe molto probabilmente Cajuste, con Kvaratskhelia in appoggio all'unica punta che dovrebbe essere ancora una volta Simeone. Una scelta meno conservativa potrebbe vedere l'inserimento di Zieliski in zona trequarti per dare qualità e creatività maggiore. Tuttavia, viste anche le caratteristiche del Milan, a mio avviso varrebbe la pena giocarsela in maniera più propositiva, anche perché i rossoneri se in fase difensiva concedono molto (sedicesimi in graduatoria per numero di conclusioni concesse agli avversari), contrariamente alla Lazio hanno un attacco capace di far male (secondo attacco con 46 reti) sia con le punte che con gli inserimenti dei trequartisti. Potrebbe quindi essere ideale uno schieramento tattico del tipo 1-3-4-3 in cui si possa tenere Lindstrom in campo nei 3 d'attacco a lavorare negli half space specie in quelli del lato destro, considerata anche la tendenza di Theo a spingere molto su quel lato".
Quali sono i pericoli maggiori per i quali trovare delle contromisure?
"Il Milan come detto in questa stagione può arrivare alla conclusione in molti modi. E' una squadra che ha in Pulisic il proprio riferimento in trequarti destra, che spesso non dà punti di riferimento ed è molto abile anche negli inserimenti in area di rigore (per lo statunitense già 6 reti e 5 assist in stagione). Altro terminale offensivo molto efficace si sta rivelando quest'anno l'inglese Loftus-Cheek, elemento di notevole fisicità e con ottimi tempi di inserimento. Discorso a parte merita poi Leao, che spesso ha fatto male al Napoli nelle sfide sia in casa che al Meazza. Al pari di Kvaratskhelia, anche il portoghese ha avuto delle difficoltà di rendimento dovute al fatto che il suo modo di giocare è stato decodificato dalle difese avversarie, imponendo anche a Pioli come a Mazzarri per il georgiano, la creazione di nuovi movimenti e meccanismi per poter capitalizzare le notevoli qualità dell'asso portoghese. Una giocata in particolare si è dimostrata mortifera in molte occasioni risolvendo gare che si erano fatte difficili per i rossoneri. La giocata si sviluppa sul lato sinistro di attacco con palla a Leao il quale, al contrario di quanto accadeva spesso la scorsa stagione, invece di accentrarsi entrando dentro il campo per provare un tiro o un cross, si mantiene molto largo, quasi chiamando il raddoppio sistematico che avviene da parte dei difensori; in questa fase parte dal centrocampo Theo che, con un taglio che definirei il classico "back-door" di matrice cestistica,si inserisce nello spazio in profondità lasciato libero dal raddoppio portato da un centrale difensivo che esce su Leao in aiuto del difensore centrale. A questo punto, senza nemmeno dover guardare, il portoghese sà già dove servire il pallone, mentre dal centro del campo Loftus-Cheek è già partito in inserimento profondo verso il centro dell'area di rigore in prossimità del dischetto: sa bene che da quella azione partirà il traversone dal fondo di Theo a servire a rimorchio l'inglese autore già di 5 reti in campionato, 4 delle quali nate da questo tipo di automatismo".
Che tipo di arma potrebbe sfruttare il Napoli, anche considerando le lacune palesate dalla squadra di Pioli in fase difensiva?
"Suggerirei a Mazzarri di tenere sempre un campanello d'allarme che possa creare dubbi e difficoltà in Pioli. Presentarsi in campo con Lindstrom a dar fastidio proprio nella zona di pertinenza di Theo potrebbe disinnescare i continui inserimenti del francese e al tempo stesso creare non pochi problemi in considerazione della imprevedibilità del danese e della difficile decodifica dei suoi movimenti in talune zone del campo. Per me quella con il Milan è la classica sfida in cui prevarrà la squadra che segnerà una rete in più piuttosto che quella che ne subirà uno in meno. In pratica giocare a viso aperto potrebbe dare i suoi frutti e in tale ottica forse presentarsi in campo con uno tra Lindostrom e Ngonge a svariare sulla trequarti e a scambiarsi di posizione con Kvaratskhelia in appoggio ad una punta potrebbe mettere in serie difficoltà la retroguardia di Pioli già in emergenza viste le assenze importanti di Kalulu, Thiaw e Tomori, e l'impiego obbligato da centrale di Gabbia, elemento che ha nella scarsa velocità il suo tallone d' Achille. Terrei in considerazione anche il fatto che in zona di centrocampo il Milan, causa la squalifica dell'olandese Reijnders unico elemento di qualità in mezzo al campo, dispone di poche idee e non ama palleggiare; in questa ottica non sarebbe un errore presentarsi in campo con un sistema di partenza 1-4-3-2-1, quindi con una mezz'ala in più per tenere il pallino del gioco nella zona nevralgica del campo. Uno schieramento tattico in stile spallettiano con difesa a 4 formata a destra da Di Lorenzo, a sinistra da Mazzocchi e al centro da Rrahmani e Juan Jesus; in mediana Lobotka centrale, Anguissa mezz'ala a destra, Zielinski o addirittura Lindstrom mezz'ala a sinistra; davanti, in zona di half space a sinistra Kvara e a destra Ngonge dietro al centravanti che potrebbe essere, in un sistema di questo tipo, anche Rapsadori, viste le qualità di quest'ultimo nel saper venire in trequarti portando fuori il centrale difensivo per creare lo spazio di inserimento in profondità di Lindstrom piuttosto che di Ngonge. In queste gare bisogna osare, ci vuole coraggio, il Napoli ha elementi di qualità, credo sia arrivato il momento di mettere in campo tutta la cifra tecnica di questa squadra".





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