Tiro dalla distanza, sempre di meno nel calcio moderno. Cosa accade al Napoli
L'evoluzione di un calcio moderno in cui si tira sempre meno dalla distanza per diversi motivi tattici, statistici e fisici, che proviamo a riassumere.

Se per gioco provassimo a pensare a quanti tra i gol segnati in questa stagione sono arrivati da fuori area, probabilmente la risposta, anche se fossimo dotati di una memoria prodigiosa, dovrebbe essere questa: pochi, anzi pochissimi. Non c’è granché da sorprendersi poiché trattasi di una tendenza del calcio moderno, adattamento del gioco legato alle statistiche avanzate e al grosso impatto che hanno avuto sulla tattica, sull’allenamento quotidiano dei giocatori.
E poi, ovviamente, su quello che succede in campo durante le partite. I pochi romantici di questo sport ricordano con malinconia quelle traiettorie improvvise e spesso balisticamente indecifrabili, frutto di estro, estemporaneità e capacità tecniche, per le quali, in un calcio sempre più codificato e allineato, sembra esserci sempre meno spazio. E’ l’evoluzione di un calcio moderno in cui si tira sempre meno dalla distanza per diversi motivi tattici, statistici e fisici, che proviamo a riassumere:
1. Statistiche e Expected Goals (xG)
Gli allenatori e gli analisti dei club usano i dati per valutare l'efficacia dei tiri. I tiri dalla distanza hanno una probabilità molto bassa di trasformarsi in gol rispetto ai tiri da dentro l'area. Ad esempio, un tiro da fuori area ha spesso un xG inferiore a 0.05 (5% di possibilità di segnare), mentre un tiro ravvicinato può superare 0.30 (30% di possibilità).
2. Filosofia del gioco di posizione
Il calcio moderno privilegia il controllo del pallone e la creazione di occasioni più pulite piuttosto che tentativi individuali dalla distanza. Sempre più squadre, sull’onda del Manchester City di Guardiola o del Napoli di Spalletti, cercano di arrivare dentro l'area con passaggi rapidi piuttosto che affidarsi a tiri forzati.
3. Intensità e pressing
Le difese moderne sono più organizzate, e il pressing alto costringe i giocatori a tirare in situazioni di equilibrio precario, diminuendo la precisione. Inoltre, i difensori chiudono lo spazio più velocemente, rendendo difficile trovare il tempo per un tiro pulito.
4. Miglioramento dei portieri
I portieri di oggi sono più reattivi e preparati sui tiri da lontano, grazie a migliori allenamenti e all’uso della tecnologia.
5. Tattiche difensive più compatte
Molte squadre si difendono con blocchi bassi e linee strette, lasciando poco spazio per calciare senza essere contrastati.
Eccezioni
Alcuni giocatori hanno ancora un ottimo tiro da fuori e lo sfruttano con successo (De Bruyne, Barella, Calhanoglu). Tuttavia, sono eccezioni più che la norma.
In sintesi: il calcio moderno premia più il possesso, la costruzione ragionata e i tiri ad alta percentuale dentro l'area piuttosto che le conclusioni dalla distanza.
COSA ACCADE IN GIRO PER IL MONDO
A testimonianza del fenomeno descritto abbiamo analizzato un po' di dati che mostrano in maniera inequivocabile questa evoluzione. Nell’edizione 2009/10 della Premier League, il 45% dei tiri totali veniva scoccato da fuori area; oggi quella stessa quota è scesa fino al 32,9%. Un calo simile, più o meno, è stato avvertito anche negli altri campionati: se guardiamo alla Liga spagnola, sempre tra il 2010 e il 2024, le conclusioni dalla distanza sono scese dal 43% al 35%; in Bundesliga dal 43% al 33%. Anche i dati della Champions League (dal 48% del 2010 al 33% del 2024) e dei Mondiali seguono lo stesso trend. Anzi, quelli relativi alla fase finale di Coppa del Mondo sono ancora più eloquenti: a Qatar 2022 i tiri tentati da fuori area sono stati il 36,7%, nel 2018 in Russia furono il 40%, nel 2010 e nel 2006 la quota era addirittura superiore al 50%. Insomma, visti certi dati si può desumere che i gol da fuori, praticamente, non esistano più.
COSA ACCADE IN SERIE A E AL NAPOLI
Uno studio a parte lo abbiamo voluto dedicare al nostro campionato e in particolare al Napoli. Nello specifico abbiamo svolto una analisi che prende in esame due parametri: la media dei tiri dalla distanza in serie A e la relativa incidenza media rispetto al totale delle conclusioni prendendo come riferimento il periodo che va dalla stagione 2014/15 fino a quella attuale, tuttora in corso di svolgimento. Nella grafica che proponiamo, in cui pare subito evidente la linea di tendenza decrescente che abbiamo voluto rappresentare tratteggiata, si nota come si sia passati da una media di 6,4 tiri dalla distanza con incidenza pari al 46,47% nel 2014/15, ad una media di 4,33 con incidenza al 35,29% nel campionato in corso. Un decremento nell’incidenza pari a 11,18 punti – vale a dire meno 24% -. Ma un decremento ancor più accentuato nella media tiri dalla distanza, con meno 2,07, ossia meno 32%. In particolare notiamo come a cavallo tra la stagione 2019/20 e 2020/21 si sia verificato un autentico crollo di questa skill. Sono quelli gli anni della esplosione definitiva del Gegenpressing e del pressing alto.
E il Napoli? Le riflessioni sul crollo repentino in questo fondamentale da parte dei partenopei sono ancora più pertinenti e per qualche verso inaspettate. Il primo elemento che evidenziamo è che il Napoli nel corso del periodo analizzato è sempre stato nell’eccellenza in tema di tiri da fuori area come evidenziato nel grafico con i dati in giallo. Il Napoli è sempre stato leader o comunque tra le prime tre squadre del nostro campionato in quanto a questa metrica, eccezion fatta per la stagione 2022/23 – quella del titolo – in sui i partenopei furono sesti e per quella in corso, in cui la squadra di Conte figura addirittura tredicesima con una media di 4,2 tiri dalla distanza a partita. Ancor più d’effetto un’altra considerazione: il Napoli, come mostra il grafico, è sempre stato sopra la media del campionato, in modo anche considerevole se vediamo anno per anno i dati. L’unica eccezione in questo caso è quella di questa stagione in cui i ragazzi di Conte stanno sotto performando rispetto alla media della Serie A, sia pure di poco – 4,2 contro il 4,33 della media della Lega -. In soldoni, nell’arco di undici campionati, il Napoli ha quasi dimezzato il numero medio di conclusioni dalla distanza, passando da 7,5 nel 2014/15 al 4,2 nel 2024/25 – meno 44% -. Tuttavia, se il calo è stato graduale fino alla scorsa stagione, seguendo quella che era una tendenza a livello non solo nazionale ma internazionale, il crollo di quest’anno è eclatante: si è passati da 5,9 – primo in graduatoria – lo scorso campionato, a 4,2 – tredicesimo in graduatoria – quest’anno, con un calo del 29%. Un crollo la cui origine è certamente dovuta ai motivi tecnici ed evolutivi spiegati, ma anche alla atavica mancanza in rosa di giocatori dotati di capacità balistiche all’altezza.
Per gli amanti come noi della tecnica e dell’estro, tutto poco romantico, tutto meno spettacolare, ma tutto giusto e moderno. Un dubbio però resta: siamo sicuri che sia anche più bello?







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