Napoli-Lecce: probabili formazioni e chiave tattica. Conte punta su Neres
Probabili formazioni e analisi tattica di Napoli e Lecce, le due squadre si sfidano per la nona giornata del campionato di Serie A 2024-2025.

A Napoli arriva un Lecce in grave crisi di classifica. Una squadra che è penultima in classifica, e che in trasferta ha il peggior rendimento della lega con un solo punto frutto di un pari e tre sconfitte. La squadra del pericolante Gotti inoltre è anche l’unica a non avere ancora realizzato reti lontano dalle mura amiche. I partenopei dal canto loro inseguono la quarta vittoria di fila, evento che non si verifica dall’annata scudetto. Gara di importanza capitale per presentarsi al ciclo terribile che vedrà gli azzurri affrontare Milan, Atalanta, Inter, Roma, Torino e due volte la Lazio, con un minimo vantaggio. Una curiosità che riguarda le individualità delle due compagini: saranno in campo i due giocatori che hanno tentato più tiri da fuori area in questo campionato: Nikola Krstovic (15) e Khvicha Kvaratskhelia (12) anche se il georgiano potrebbe non essere titolare; inoltre, l’attaccante del Lecce guida anche la classifica dei tiri totali (35), mentre il georgiano quella delle conclusioni al termine di movimenti con la palla di almeno cinque metri (14).
COME CI ARRIVA IL NAPOLI. Il Napoli capolista gode di una striscia di risultati positivi che inizia a diventare significativa. Nelle ultime 8 gare ufficiali, 7 di campionato e una di Coppa Italia, i partenopei hanno raccolto 7 vittorie e un pari (a Torino contro la Juventus), totalizzando 20 reti realizzate e soltanto 2 subite (una su rigore) con una differenza reti di +18. Va sottolineato che le 2 reti subite dai ragazzi di Conte sono state subite al Maradona, mentre in trasferta il Napoli non ha più preso gol dalla disfatta di Verona alla prima giornata. Con 19 punti nelle prime otto giornate di Campionato dunque nell’era dei tre punti a vittoria solo tre volte il Napoli aveva fatto meglio: nel 2017/18 e nel 2021/22, con 24 punti in entrambi i casi e nel 2022/23, con 20. Infine Meret e Caprile hanno mantenuto la porta inviolata in quattro delle ultime cinque gare in Serie A, con un punteggio aggregato di 10-1 e da inizio settembre 2024, i partenopei hanno concesso una sola rete in Serie A (al pari della Juventus) e nei big-5 campionati europei solo il Lipsia ha fatto meglio (zero gol subiti). Numeri che certificano lo stato di grazia dei partenopei, che tuttavia devono gestire col giusto approccio mentale e tattico la gara con i salentini, che potrebbe diventare una trappola se non affrontata col giusto piglio, come già accaduto quest’anno con Como in casa ed Empoli in trasferta. Oltretutto ricordiamo che per Conte è comunque una gara particolare dal momento che il tecnico azzurro è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Lecce e che la sua prima rete nella massima serie, nonché l’unica in giallorosso nella competizione, è arrivata proprio in un Napoli-Lecce.
Andando alle scelte tecniche, contrariamente alle ultime settimane, molti sono i rebus da sciogliere. Valutazioni di carattere tecnico e anche di ponderazione del carico atletico al quale sono stati sottoposti alcuni elementi sempre impiegati come per esempio Kvaratskhelia e soprattutto Politano in attacco, ma anche gli stessi Rrahmani e Buongiorno, e in vista del ciclo terribile che si approssima, porterebbero a pensare a dei cambi rispetto alle ultime settimane. Dando per scontato dunque il rientro tra i pali di Meret in luogo dell’ottimo Caprile, e le titolarità a destra di Di Lorenzo e a sinistra di Olivera, nella linea di difesa potrebbe riposare uno dei due centrali con conseguente impiego di uno tra Rafa Marin e Juan Jesus. In mezzo al campo non dovrebbero esserci invece novità dal momento che, con Lobotka fermo ancora ai box e per il quale si cerca un recupero per l’importante trasferta contro il Milan, i tre in mediana saranno ancora una volta Gilmour, Anguissa e McTominay, quest’ultimo con licenza di inserimento in posizione di seconda punta all’occorrenza. Il rebus più difficile da risolvere riguarda però l’attacco. Quasi certa la titolarità di Lukaku, sulle ali sia Kvaratskhelia che Politano potrebbero rifiatare. In particolare quest’ultimo, dato il sovraccarico di lavoro, potrebbe lasciare il campo a Neres. Ma nelle ultime ore si vocifera anche di un possibile impiego di Ngonge in luogo del georgiano. Probabilmente Conte nelle scelte dovrà tenere conto anche degli avversari che schierano a sinistra, dunque sul lato di Politano, un elemento di spinta come Dorgu che potrebbe suggerire ancora una volta l’impiego di un giocatore in grado di assicurare anche la copertura necessaria ad arginare il forte cursore danese.
NAPOLI (4-1-4-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani (Rafa Marin), Buongiorno (J.Jesus), Olivera; Gilmour; Neres (Politano), Anguissa, McTominay, Kvaratskhelia (Ngonge); Lukaku. All. Conte.
COME CI ARRIVA IL LECCE. Pantaleo Corvino questa estate ha messo a disposizione dell’area tecnica un roster composto da nomi non molto conosciuti innestati però in una rosa con elementi consolidati. All’indomani della scoppola subita in casa dalla Fiorentina che ha umiliato con un tennistico 0-6 i salentini, Luca Gotti deve anche gestire una fase delicata relativa alle indisponibilità di Gallo per squalifica e dei lungodegenti Bonifazi, Gonzalez e Kaba, oltre che di Burnete, Berisha, Guilbert, Hasa e Marchwinski, che hanno tutti svolto lavoro personalizzato in settimana per acciacchi vari. Come primo accorgimento tattico il tecnico dei salentini avrebbe deciso di utilizzare un centrocampo col triangolo rovesciato. Via quindi i due interni e il trequartista e spazio ad una soluzione con un vertice basso e due mezzali. In questa circostanza la posizione di schermo davanti alla difesa viene affidata al francese Pierret, capace di disimpegnarsi bene a protezione della retroguardia e anche in fase di gestione palla. Ai suoi lati Ramadani e Coulibaly, col compito di presidiare i mezzi spazi. Questo 4-3-3 di partenza è completato da Krstovic in posizione di centravanti e da Banda o Tete Morente a destra e Rebic a sinistra ad agire da esterni offensivi. Pur essendo stata costruita in estate sul sistema con tre mezzepunte dietro al centravanti, tuttavia Gotti non è riuscito ad individuare un titolare affidabile a cui affidare il ruolo di numero 10. Il giovane promettente polacco Marchwinski, deputato a svolgere quelle funzioni, finora è stato utilizzato col contagocce da un Gotti che non lo ritiene ancora perfettamente calato nel calcio italiano e d’altra parte il ragazzo, quando è stato impiegato, non ha fatto nulla per far ricredere il suo allenatore. Le alternative a Marchwinski, rappresentate da Oudin, Rafia e Berisha, non sono propriamente dei trequartisti, anche se l’albanese pare potersi adattare. Così, con il Lecce che ha una ricca batteria di mediani e interni di centrocampo a propria disposizione (a tutti i nomi fin qui citati va aggiunto anche quello del francese Mohamed Kaba, in ripresa dopo il grave infortunio patito l’anno scorso), la soluzione del 4-3-3 è sembrata avere una sua logica.
È chiaro però come questa disposizione in campo dovrebbe essere adattata ai calciatori che via via Gotti andrebbe ad utilizzare. Un nome su tutti è quello di Rebic. Al croato infatti, che in possesso va ad agire da secondo attaccante, non possono essere chiesti particolari rientri difensivi, non avendo più il dinamismo di un tempo. Di conseguenza, la posizione di mezzala sinistra dovrà essere affidata ad un elemento in grado di scivolare esternamente per aiutare Gallo (che però sarà assente per squalifica a Napoli) e sopperire così ai mancati recuperi di Rebic. In questo contesto assume un ruolo importante Tete Morente. Lo spagnolo, bersagliato dalla critica, che ad oggi lo ricorda per il gol sbagliato di testa contro il Torino a pochi passi dalla porta avversaria e per essersi fatto bruciare in velocità da Theo Hernandez in occasione del raddoppio del Milan, è in realtà molto abile nel lavoro tattico. L’ex Elche infatti non è un’ala pura, veloce e guizzante in fascia, quanto invece un equilibratore utile anche per gestire il possesso in zone esterne. Quando Dorgu viene arretrato sulla linea dei difensori, come accadrà a Napoli, infatti è Morente il più adatto per raccoglierne l’eredità a metà campo. Pur essendo infatti un giocatore dalle caratteristiche diversissime da quelle del danese, Morente ha comunque l’attitudine al sacrificio necessaria per bilanciare la presenza di Rebic sul lato opposto, nonché l’abilità tattica per capire quando è il momento di scalare indietro di una linea e incorporarsi alla retroguardia come quinto aggiunto. Un po' quello che fa Politano a destra per consentire a Kvaratskhelia di essere meno in copertura dal lato opposto.
Fatte queste considerazioni si capisce come il 4-3-3 del Lecce potrebbe ulteriormente venir sviluppato in un 4-4-2, con un posizionamento medio di Rebic più vicino a Krstovic che in fascia. Gotti infatti sta studiando un Lecce più equilibrato, preparato ad ogni situazione in campo, quelle avverse e non solo. Il lavoro in settimana da Gotti in vista della partita di Napoli si è basato soprattutto nel ridare serenità ad una squadra uscita scioccata dopo lo 0-6 interno contro la Fiorentina. La coppia Krstovic-Rebic in questo momento probabilmente non è la soluzione migliore visto il rendimento del calciatore croato. Si potrebbe tornare ad un sistema che garantisca maggiore equilibrio in fase di non possesso e più concretezza in avanti. Tuttavia, a prescindere dal sistema di gioco, 4-2-3-1 o 4-3-3, l’interpretazione per chi gioca in avanti sarà duplice con compiti di copertura precisi e meticolosi per arginare una squadra che non ha nessuna voglia di fermare la propria ascesa. La linea di trequarti è tutta da completare, anzi quasi tutta poiché Banda partirà quasi certamente dalla panchina. Coulibaly e Morente potrebbero tornare nella formazione di partenza, ma Gotti valuterà le condizioni di Kaba: il francese è tornato in campo dopo molti mesi e sicuramente non ha nelle gambe i novanta minuti. Perciò sarà una risorsa da sfruttare magari a partita in corso. A centrocampo la leadership di Ramadani sembrerebbe ancora salda nonostante le ultime prestazioni non siano state all’altezza del centrocampista ammirato nella passata stagione. In difesa, assieme alla coppia di centrali formata da Gaspar e Baschirotto, a sinistra Dorgu e a destra il dubbio riguarda il recupero eventuale di Gilbert, che potrebbe essere sostituito da Jean.
LECCE (1-4-3-3): Falcone; Guilbert (Jean), Gaspar, Baschirotto, Dorgu; Ramadani, Pierret, Coulibaly; Morente Krstovic, Rebic. All. Gotti.
LA POSSIBILE CHIAVE TATTICA. Il Lecce è una squadra che ha tentato 12 tiri al termine di un recupero palla offensivo – ossia entro massimo 40 metri dalla porta avversaria – e solo Juventus (16), Lazio e proprio il Napoli (entrambe 13) hanno fatto meglio in questo campionato. Dunque molta attenzione e pulizia di manovra dovrà prestare il Napoli nella costruzione del gioco dal basso. Al tempo stesso il Lecce è la squadra ad aver segnato meno reti nei maggiori cinque campionati europei 2024/25 (tre); inoltre, a fronte di 18 gol subiti – di cui un terzo solo nell’ultima giornata contro la Fiorentina – soltanto il Montpellier (-18) ha una peggiore differenza reti dei giallorossi (-15). Questo vuol dire che il Napoli dovrà approcciare da subito la gara con aggressività per mettere in situazione di tensione difensiva una squadra che ha proprio nella difesa della propria porta il suo vero tallone di Achille. La chiave potrebbe essere proprio sugli esterni, dove tanto Neres o Politano, quanto Kavratskhelia o Ngonge, potrebbero forzare la giocata in uno contro uno con elementi non proprio brillantissimi nella fase difensiva, specie sul lato offensivo di sinistra.





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