Napoli-Lecce, l'analisi post partita: da migliorare la fase di finalizzazione
L'analisi post partita della prestazione del Napoli contro il Lecce. I partenopei hanno dominato, ma hanno concretizzato poco. Il punto di Alessandro D'Aria.

Come ampiamente preventivato il Lecce si è presentato a Napoli con un assetto tattico alquanto remissivo e di attesa, tuttavia sempre pronto alla ripartenza con la velocità dei suoi interpreti. Orgoglio e sacrificio hanno consentito ai salentini di rimanere in gara praticamente fino alla fine della contesa, grazie ad una difesa tutto sommato ordinata che difficilmente è parsa andare in affanno. Ma vediamo nello specifico gli aspetti tecnico-tattici più significativi emersi da questa sfida.
LA CHIAVE TATTICA. Con Gotti che ha tenuto la sua squadra con baricentro basso intorno ai 45 metri e con un indice di pressione PPDA pari a 15,93, i partenopei hanno di contro preso campo, con un baricentro di circa 56 metri e con un PPDA pari a 6,95, ossia il più basso di questa stagione, a certificare la volontà di tenere il più possibile il pallino del gioco, grazie anche alle caratteristiche dello scozzese Gilmour, ieri molto più nel vivo del gioco. Il metronomo azzurro terminerà dopo 71 minuti di gioco la gara con 77 tocchi, 88% di precisione nei passaggi, 4 passaggi chiave e 4 lanci lunghi su 4 perfezionati, tra i quali resta negli occhi di tutti lo sventaglio poetico da sinistra verso destra che nel primo tempo ha portato Di Lorenzo all’azione del gol annullato per fuorigioco.
Ma su tutti un dato risulta eclatante: dei 60 passaggi riusciti su 68 tentati, ben 49 sono stati i passaggi riusciti indirizzati in avanti, a testimonianza di una ricerca di soluzioni mai banali, ma di qualità. Una buona prova completata anche da 5 recuperi (meglio di lui solo Anguissa con 6). Dunque il tema tattico ampiamente prevedibile è stato Napoli tutto o quasi nella trequarti del Lecce e salentini arroccati in blocco basso, ma sempre pronti a ripartire repentinamente con gli allunghi di Banda a sinistra e di Krstovic, specie nella prima frazione di gioco. Abbiamo riprodotto nella grafica Attack Momentum, il tema della gara, con i volumi di pressione sempre crescente da parte degli azzurri, sfociati nel gol al minuto 74 del capitano, avvenuto su sviluppi di calcio d’angolo.
I NUMERI CHE CERTIFICANO UNA SUPERIORITA’ SCHIACCIANTE. In una gara che ha espresso poche rilevanti situazioni tecnico-tattiche, tra cui certamente le novità Ngonge e Neres, il primo con elementi di chiaro-scuro e il secondo a nostro parere impiegato sul lato meno performante per il brasiliano, i numeri raccontano come la superiorità dei partenopei sia stata praticamente totale. Desta comunque qualche preoccupazione la scarsa vena realizzativa evidenziata anche ieri, con una buona produzione offensiva non messa a frutto adeguatamente dagli attaccanti di Conte. Ancora una volta la contesa è stata decisa solo nell’ultimo quarto di gara da un difensore, su azione conseguente da palla inattiva e su questo aspetto bisognerà lavorare. In grafica abbiamo evidenziato i dati più significativi, vediamoli:
Numeri comunque confortanti, ottimo prologo per la difficile trasferta di Milano contro i rossoneri che, sia pure riposati, dovranno fare a meno di Theo Hernandez e di Reijnders squalificati. Anche Conte però dovrà con molta probabilità rinunciare a Lobotka, il cui recupero difficilmente verrà forzato dallo staff medico, anche in virtù dei segnali confortanti arrivati dalla crescita evidenziata da Billy Gilmour. Nel frattempo gli azzurri si godono il primato, la quarta vittoria di fila (non accadeva dai tempi dello scudetto) la quinta su cinque al Maradona, tornato ad essere fortino inespugnabile dopo essere stato terra di conquista per molti nella scorsa sciagurata stagione.





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