Kvara tra i migliori di Napoli-Roma: lo dicono le metriche! Neres fuori ruolo
L'analisi di Napoli-Roma, ci sono alcuni dati da sottolineare sulla gara vinta dagli azzurri. Particolare focus sulla prestazione di Kvaratskhelia additato ingiustamente di essere stato tra i peggiori in campo.

Il Napoli vince, e lo fa con merito, un derby del sole contro la Roma in tono decisamente minore, restando in vetta ad una classifica di Serie A, mai come quest’anno all’insegna dell’equilibrio totale. Una stagione al momento all’insegna delle vittorie di misura per gli azzurri, che anche ieri contro una Roma parsa davvero in tono dimesso, ha faticato per giungere al successo di misura. Se squadre come Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina vincono ed entusiasmano a tratti per il gioco spumeggiante e la sensazione di potenza offensiva, il Napoli già da qualche giornata fatica a lasciare la stessa sensazione. Ma tant’è, gli uomini di Conte continuano per certi versi a sorprendere per la continuità di rendimento e la solidità difensiva forse insospettabile a inizio stagione (0-3 a Verona), inanellando con quello di ieri il clean sheet numero 8 in campionato, il decimo considerando anche la Coppa Italia, che gli vale il secondo posto nei top 5 campionati europei dopo la Juventus (dieci).
LA LETTURA DELLA GARA. Come avevamo anticipato in sede di presentazione della gara, Ranieri ha finito per optare per un sistema di gioco 1-4-4-1-1, che gli consentisse di avere una copertura e un equilibrio migliorI del recente passato. Con i due esterni Celik a destra e Angelino a sinistra tenuti molto bassi e molto orientati alla copertura dei mezzi spazi, e con un assetto in fase di non possesso palla in blocco basso, il Napoli ha finito per avere maggiori spazi proprio sui lati. E non a caso nella prima frazione di gioco sia Politano che Kvaratskhelia hanno portato diverse insidie verso la porta di Svilar. In assoluto, pur avendo il Napoli condotto la gara per lunghi tratti della contesa, e lo vedremo con delle metriche apposite, non ha mai dato la sensazione di poter essere realmente pericoloso, e anzi, dopo il vantaggio, ha finito, come spesso gli è accaduto quest’anno, per abbassarsi troppo a ridosso della propria area di rigore. Il dato xG 2,02 per i partenopei contro 0,59 per i capitolini, quello sul possesso palla 63% a 37% per i padroni di casa e quello relativo alle conclusioni verso la porta (14 a 6 per il Napoli) non devono trarre in inganno. Se analizziamo infatti altri dati ci rendiamo conto si quanto il dominio del Napoli sia stato meno netto di quanto parso ai più. Soli due tiri in porta contro uno (traversa) della Roma, lo stesso numero di passaggi negli ultimi 18 metri di campo (5) indicano un certo equilibrio. E anche il dato sul PPDA finalmente più basso a indicare una maggiore pressione per la riconquista della palla (11,18 contro il 14,43 della Roma) va letto come diretta conseguenza del prevedibile atteggiamento di attesa in blocco basso degli ospiti. Di fatto, ad eccezione del gol e della conclusione di Neres al minuto 93, il Napoli non ha mai impegnato il portiere Svilar nella ripresa, né tantomeno impensierito più di tanto la porta giallorossa. Continua insomma la stitichezza offensiva dei partenopei, che grazie ad una solidità difensiva notevole riescono a mettere a frutto la poca prolificità della fase offensiva. Eppure stavolta il buon Ranieri, con decisione francamente incomprensibile, una mano l’aveva data, mettendosi nella ripresa a 5 in difesa, con l’ingresso di Mats Hummels, parso ancora una volta la versione horror del campione che conosciamo.
NON SPARATE SU KVARA. Una riflessione a parte ci sentiamo di dover fare su Kvaratskhelia. Il georgiano, da noi criticato quando nel recentissimo passato sia per atteggiamento in campo che per rendimento era parso svagato, a nostro avviso, impressione confermata anche dalle metriche, si è reso protagonista di una delle sue migliori gare della stagione. Ove si eccettui il grave errore al secondo minuto su colpo di testa sciaguratamente depositato a lato, il georgiano è stato spesso nel vivo della manovra. Dopo Lukaku, autore del gol partita, con xG 0.93, Kvara è stato il secondo con 0,53. Inoltre è risultato primo con 7 passaggi progressivi in fase offensiva alla pari di Politano, e leader anche nella SCA – ossia le due azioni offensive che portano a un tiro – con 4, anche qui alla pari di Politano. Primo anche per passaggi in area di rigore con 2 e primo per tocchi nell’ultimo quarto di campo con 32 e per tocchi in area di rigore con 5. Se a questi dati aggiungiamo che il georgiano ha primeggiato sia per conduzione palla al piede con 353 metri, che per ingressi palla al piede nell’ultimo terzo di campo (7) e in area di rigore (3) ci rendiamo conto che, con 55 tocchi palla, è stato insieme a Politano il giocatore che maggiormente è stato coinvolto in fase offensiva. Pur avendo terminato la gara con pochi dribbling vincenti, va detto che numeri alla mano è stato quello che si è preso maggiori responsabilità e iniziative, e questo va certamente annoverato come merito.
Eppure ancora una volta al minuto 67 Conte lo ha tirato fuori a beneficio di Neres, impiegato ancora una volta a sinistra. Esaminando i dati non possiamo non chiederci perché, al cospetto di una Roma che nella ripresa si è ulteriormente abbassata con i laterali sulla linea difensiva, Conte ancora una volta non abbia ritenuto opportuno tirare fuori Politano per inserire Neres nella sua posizione ideale, visto che il georgiano, dati alla mano, stava tutt’altro che sfigurando. Infine, ma non per importanza, l’analisi della mappa di connessione che ancora una volta riportiamo di seguito, evidenzia il problema a nostro avviso principale che sta alla base delle sotto performance di Lukaku, Politano e dello stesso Kvara, quindi più in generale della fase offensiva. Risulta infatti lampante anche visivamente come il Belga sia isolato e lontano dai due suoi compagni d’attacco, e come a sua volta Kvara non abbia appoggio nemmeno sulla sua fascia di azione da Olivera e ultimamente, per dettami tattici del tecnico, nemmeno da McTominay. Risulta altresì evidente a occhio nudo la totale mancanza di connessione tra i 3 attaccanti di Conte. Un atteggiamento evidentemente voluto da Conte, una scelta per noi opinabile che lascia spazio a non poche perplessità, visto anche il trend calante della fase di produzione offensiva degli azzurri.





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