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Inter-Napoli, l'analisi degli errori e un focus sulla partita di Meret e Lukaku

L'analisi della gara disputata dal Napoli contro l'Inter, approfondimento a cura di Alessandro D'Aria su alcuni importanti aspetti del match del Meazza.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

11/11/2024 21:02 - Campionato
Inter-Napoli, l'analisi degli errori e un focus sulla partita di Meret e Lukaku

A Milano contro i Campioni d’Italia dell'Inter il Napoli ha mostrato solidità difensiva e anche una ottima reazione di squadra all’indomani della cocente sconfitta patita al Maradona ad opera della Atalanta. Il rischio ridimensionamento era dietro l’angolo, sicché un plauso va fatto a Conte e all’area tecnica per aver saputo gestire al meglio quella che poteva essere una batosta dall’impatto pesante su autostima e morale del gruppo squadra. Ma questo team è evidentemente compattato intorno al suo allenatore e ne costituisce immagine in campo della sua resilienza e della sua combattività. Non molla una virgola il Napoli di Conte, proteso nella difesa collettiva della propria porta e del proprio primato in classifica, che ancora resiste seppur simbolicamente agli assalti delle inseguitrici, incollate alla capolista. Se tuttavia una critica va fatta essa va mossa nei riguardi di un atteggiamento tattico che vede talvolta troppo schiacciata la linea difensiva e quindi poco possibili le ripartenze immediate, mortificando al tempo stesso la cifra tecnica posseduta dai suoi interpreti offensivi. Delle due occasioni del primo tempo in cui questo difetto si è palesato in maniera più evidente, in una Acerbi si è fatto neutralizzare da Meret un tiro non irresistibile, nell’altra è poi nato il gol del pari. Un peccato, vista come ancora una volta la partita si era messa sui binari ottimali per i partenopei, dopo il vantaggio siglato dall’onnipresente McTominay.


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La tangibilità di quanto affermiamo proviene dall’esame di alcune metriche. In particolare il parametro PPDA, che si usa per evidenziare il coefficiente di riaggressione una volta persa la palla (più basso è il valore, più la squadra pressa per riconquistare il possesso), ha fatto registrare un valore di 6,77 per i nerazzurri, contro il 16,41 degli azzurri, cifre che certificano in maniera inequivocabile il tasso di aggressività notevolmente superiore per i padroni di casa. Questo valore, coniugato con quello relativo al numero di possessi persi nella propria metà campo, 22 per l’Inter e ben 57 per il Napoli, e con il numero di ingressi nell’ultimo terzo di campo, 63 per i padroni di casa e solo 32 per gli ospiti, certifica la passività talvolta eccessiva dei ragazzi di Conte. Questi ultimi hanno dimostrato ancora una volta di sapere difendere la propria area di rigore come nessun’altra squadra della lega, concedendo ai nerazzurri 12 tiri, dei quali 6 da fuori area. Tutti gli altri dati che abitualmente prendiamo in esame nella valutazione quantitativa di un match sono tendenzialmente in equilibrio, ivi incluso il dato relativo agli Xg, che al netto di un rigore inesistente, recita 0.97 per l’Inter e 0.89 per il Napoli. Ecco che dunque il focus si sposta a questo punto sulla analisi degli errori e delle “assenze” dei singoli, alcuni dei quali dovrebbero fare la differenza e non ci riescono. Vediamo in primis, con il contributo delle grafiche, gli errori che stanno alla base della rete subita dal Napoli, analizzando il prologo del minuto 39, quando Acerbi viene trovato con un passaggio filtrante da Barella in posizione non letta dalla difesa azzurra, in particolare dall’asse Di Lorenzo-Politano-Anguissa, con quest’ultimo che esce tardivamente a provare a chiudere la linea di passaggio su Barella.


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La dinamica descritta si ripete, sia pure con protagonisti diversi, al minuto 42 sempre sullo stesso lato, quello destro del Napoli, individuato in sede di piano gara da Inzaghi come quello maggiormente attaccabile. La grafica mostra come ancora una volta l’eccessivo schiacciamento della linea difensiva del Napoli, mostri il fianco al movimento tra le linee di Calhanoglu, letto male e in ritardo da Gilmour. Lo scozzese, memore del pericolo di qualche minuto precedente, indica al compagno Di Lorenzo di chiudere sul movimento di Mkhitaryan nell’half space alle sue spalle, uscendo in ritardo su Calhanoglu. Al tempo stesso Rrahmani fiuta il pericolo, ma essendo troppo schiacciato in area di rigore, non fa a tempo ad accorciare a sua volta sul turco.

Un focus meritano anche le prestazioni di alcune individualità. Premesso che si vince e si perde di squadra, non possiamo non evidenziare numeri che certificano come Meret e Lukaku, nelle ultime due gare in particolare, stiano sotto-performando.

FOCUS SU MERET

Alex Meret, autore fino a prima dell’infortunio di una stagione ottima, dal suo rientro in campo a discapito dell’ottimo Caprile, sta palesando ahinoi alcune pecche. Come già verificatosi domenica scorsa contro l’Atalanta, anche a Milano il ragazzo non risulta esente da responsabilità su un tiro non irresistibile scagliato da circa 27 metri e terminato alle sue spalle non angolatissimo, ma tendenzialmente centrale. Non coperto da nessun compagno, quindi con visuale libera, Meret compie ancora una volta lo stesso errore, effettuando un passetto alla sua destra che ne compromette poi la esplosività e la tempestività quando, in reazione al tiro indirizzato nella posizione opposta, risulta in ritardo e ancora una volta con mano non robusta non riesce ad arginare una conclusione parsa ai più non irresistibile. Queste rilevazioni che vengono fuori da una analisi video, trovano maggiore conferma nella metrica chiamata Post-shot xG (PSxG), che sta a indicare i gol evitati e misura l'efficacia del portiere nell'evitare i gol. Il parametro viene calcolato confrontando il numero effettivo di gol subiti con il numero previsto in base alla qualità dei tiri ricevuti. Un punteggio negativo indica che il portiere ha subito più gol del previsto. Nella fattispecie al termine della gara esso recitava per il portiere azzurro un valore di -0,67, a testimonianza della sua sotto performance. In particolare il tiro di Calhanoglu aveva un valore di Xg pari 0,10, che vuol dire che quel tipo di conclusione in genere diventa gol in un caso su 10. Poiché il PSxG tiene conto della qualità del tiro effettuato piuttosto che solo della qualità dell'opportunità, la capacità di un portiere di effettuare parate può essere universalmente giudicata dalla differenza tra i gol subiti e il PSxG delle occasioni che affronta. Subire meno gol di quanto suggerito dal PSxG è indice di un estremo difensore sopra la media. Ebbene Meret quest’anno ha un differenziale pari a -0,2, contro il +1,1 dell’ottimo Caprile.

FOCUS SU LUKAKU

Dulcis in fundo, ma sarebbe il caso di dire in cauda venenum, il caso-Lukaku. Lo abbiamo e lo stiamo aspettando di settimana in settimana, nella speranza che, come logica suggerirebbe, la sua condizione possa migliorare. In realtà però la dinamica è invertita, nel senso che il belga pare peggiorare di settimana in settimana e questa cosa pare francamente di difficile spiegazione. Diamo qualche dato della gara di ieri, terminata con 22 tocchi, 7 possessi persi, un solo fallo subito, nessun tiro verso la porta, 10 passaggi riusciti su 14, e quindi Xg pari a 0. Se prendiamo in esame i dati della stagione del belga, vediamo che nei 737 minuti finora disputati, con 4 reti (una su rigore) e 4 assist, big Rom ha concluso 13 volte verso la porta (media gara 1,3), 5 volte nello specchio (media gara 0,5), con un valore di xG per gara pari a 0,25. Numeri che certificano un rendimento francamente insufficiente a legittimare le ambizioni di una squadra che, nonostante le pecche palesate, ancora ad oggi resiste al primo posto in classifica.


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. A fine anni '90 ha seguito da vicino prima la Primavera e la prima squadra del Napoli. Si occupa per AreaNapoli.it, tra l'altro, dell'analisi dell'avversario.

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