Genoa-Napoli, i dati dell'inversione di tendenza e i parametri da migliorare
L'analisi post gara di Genoa-Napoli, partita a doppia velocità per la squadra azzurra. Lo staff tecnico sta cercando e trovando, sia pure ancora a fasi alterne, nuovi sbocchi e nuove codifiche offensive.

La gara vittoriosa del Napoli a Genoa, al netto degli aspetti evidenziati anche dal tecnico nel dopo partita, relativi ad un diverso approccio alla contesa tra il primo tempo e la ripresa, aspetto sul quale bisognerà evidentemente lavorare, ha palesato e confermato una tendenza che avevamo già evidenziato da qualche gara a questa parte. Lo staff tecnico degli azzurri sta cercando e trovando, sia pure ancora a fasi alterne, nuovi sbocchi e nuove codifiche offensive che andiamo ad analizzare.
I DATI DELL’INVERSIONE DI TENDENZA. Un lavoro che sta producendo i suoi effetti positivi già da tre gare. Già dalla partita casalinga persa contro la Lazio, e poi nelle successive due trasferte di Udine e di Marassi, i ragazzi di Conte hanno mostrato metriche relative alla fase offensiva e di atteggiamento in fase di non possesso molto positive e soprattutto in trend di miglioramento. A testimonianza di quanto affermato, proponiamo una analisi di quattro parametri oggettivi, mettendo a confronto le prime quattrodici gare e le ultime tre.
Il primo parametro in tabella è quello relativo alla produzione offensiva di gol attesi a partita senza rigori che nel primo intervallo di gare considerato era pari a 1,35, e relegava gli azzurri al non posto nella graduatoria di riferimento. Lo stesso parametro nelle ultime tre gare mostra un progresso a 1,51, vale a dire quarto in graduatoria, a certificare una produzione offensiva crescente sia in valore assoluto che in termini di classifica.
Il secondo parametro che abbiamo voluto prendere in esame per capire quanto questa maggiore pericolosità degli azzurri fosse poi andata a discapito dell’equilibrio difensivo, è relativo ai gol attesi subiti senza rigori. Ebbene il dato relativo alle prime quattrodici gare mostrava uno 0,79 che valeva al Napoli la seconda posizione in classifica. Il dato registrato nelle ultime tre partite è di 0,52 che, sebbene valga la quinta posizione in classifica, risulta in valore assoluto migliorativo rispetto a quello delle gare precedenti.
Il terzo parametro preso in esame è quelli della differenza tra gol attesi realizzati e gol attesi subiti senza rigori. Anche in questo caso risulta evidente il miglioramento. Il Napoli fino alla quattordicesima gara era settimo con +0,55, ma nelle ultime tre esibizioni ha fatto registrare un dato di +0,99, il migliore in assoluto della lega.
Infine abbiamo voluto prendere in analisi il parametro PPDA, che evidenzia il numero di passaggi medi concessi agli avversari quando si è in non possesso prima di intervenire con una azione difensiva mirata alla riconquista del possesso. Un parametro questo per il quale un dato più basso sta ad indicare un atteggiamento di maggiore pressione per la riconquista del possesso. Ebbene anche questa metrica mostra una evidente progressione e il cambio di registro che Conte sembrerebbe aver trasmesso alla squadra. Si è passati da un valore di 13,46 alla quattordicesima gara che relegava gli azzurri al quattordicesimo gradino nella classifica di riferimento, al valore di 8,93, il secondo in assoluto del Campionato. Tradotto: quando Conte in conferenza, per la prima volta, spiega che vuole dai suoi che difendano attaccando, si riferisce esattamente a quanto registra questo parametro.
In conclusione, possiamo affermare sulla base dell’analisi svolta, che il Napoli, senza perdere l’equilibrio e le certezze della fase difensiva, sta aumentando sensibilmente la propria pericolosità offensiva.
I DATI SU CUI ANCORA LAVORARE. E’ evidente che in quello che è a tutti gli effetti un work in progress alcuni aspetti siano ancora da migliorare. Ne evidenziamo per ora due, relativi entrambi alla capacità di capitalizzazione della produzione offensiva svolta.
Il Napoli è una squadra che inizia a produrre molto, soprattutto in termini di corner battuti, ma anche in generale in termini di conclusioni verso la porta avversaria.
La prima metrica in tabella evidenzia come i ragazzi di Conte abbiano concluso verso la porta avversaria ben 229 volte, ma soltanto in 61 occasioni i tiri sono risultati nello specchio della porta. La percentuale che ne scaturisce pari al 26,6% relega i partenopei al diciottesimo posto in una classifica in cui soltanto Verona e Cagliari hanno fatto peggio. Inoltre, come già nello scorso nefasto anno, anche in tema di capitalizzazione dei corner bisognerà lavorare. Infatti gli azzurri sono in assoluto la seconda squadra dopo il Cagliari a battere più calci d’angolo, 97 in totale. Tuttavia, con sole 4 reti scaturite da azione da corner, si piazzano soltanto al decimo posto della graduatoria dedicata, con una percentuale di realizzazione pari al 4,12%.





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