Forgione: "Gli scudetti del Napoli bruciano, la verità sulla Pro Vercelli incubo di Inter, Juve e Milan"
"Certi idioti si danno la zappa sui piedi, palesando la propria ignoranza, perché il Napoli (come pure la Roma) non esisteva in quegli anni", ha spiegato il noto scrittore.

Angelo Forgione, giornalista e scrittore, ha fatto il punto storico in relazione al solito sfottò al Napoli con il paragone degli scudetti vinti dal Pro Vercelli. Queste le sue parole: "E quanto indispettiscono i 2 scudetti del Napoli in 3 anni a certi tifosi di Juventus, Inter e Milan, non quelli sani e davvero sportivi. E quanto irrita la forza economica del Napoli di De Laurentiis. E quanto brucia la scelta di Conte di restare nelle sicurezze azzurre invece di andare a rischiare le incertezze bianconere".
"Il refrain degli stolti è: "Al Napoli mancano tre scudetti per raggiungere la Pro Vercelli". Così - aggiunge Forgione - certi idioti si danno la zappa sui piedi, palesando la propria ignoranza, perché il Napoli (come pure la Roma) non esisteva in quegli anni, e le squadre di Napoli, che fondendosi lo avrebbero generato nel 1922, non erano ammesse ai campionati vinti dalla squadra di Vercelli, tra il 1908 e il 1922, quando ancora non si cuciva lo scudo tricolore sulla maglie (ispirato da Gabriele D’Annunzio e istituito nel 1924). Calcio del Centro-Sud tirrenico, dalla Toscana alla Campania, che fu escluso fino al 1912, allorché, per fronteggiarne le proteste e simulare l’esistenza di un campionato democratico di tutt’Italia, fu attuata una riforma artificiosa, la Valvassori-Faroppa, con cui i tornei centro-meridionali furono elevati formalmente alla Prima Categoria ma tenuti comunque in disparte con l'istituzione di due raggruppamenti territoriali. La FIGC era ben conscia dell’abissale divario creato nei primi quindici anni di calcio tra chi aveva soldi nel triangolo industriale Torino-Genova-Milano e il resto del Paese, ed evitò che le squadre di Toscana, Lazio e Campania potessero misurarsi con quelle più dotate.
In quegli anni, la squadra più blasonata non era la Juve, non l'Inter e non il Milan, ma la provinciale Pro Vercelli, che i suoi sette campionati li vinse non misurandosi contro il Napoli ma battendo proprio Juventus, Inter e Milan, dettando legge per oltre un decennio sulle squadre delle tre grandi città. In quanto a "prestigio", seguiva il Genoa, che però i primi 6 titoli "nazionali", li aveva vinti nei tornei quadrangolari di Liguria, Piemonte e Lombardia disputati tra il 1898 e il 1904. Il settimo titolo lo vinse nel 1915, allo scoppio della Grande Guerra. In realtà quel campionato non finì, e il relativo titolo rimase vacante. Dopo la Guerra fu assegnato al Genoa perché in testa al girone Nord al momento dell’interruzione, nonostante al Sud l’Internazionale Napoli, il Naples e la Lazio si stessero contendendo il titolo territoriale, a testimonianza di quanto per la FIGC contasse il calcio centro-meridionale.
La Juventus aveva vinto un solo campionato nel 1905, "difficile" come quelli vinti dal Genoa (sole 6 partite), prima di affrontare enormi problemi economici e di evitare di sparire dopo la retrocessione del 1913 grazie a un ripescaggio nel girone della… Lombardia. Il primo ciclo vincente juventino si verificò solo dopo che il club fu acquistato da Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni senior. La squadra bianconera, grazie ai capitali dell'industria, uscì dalla mediocrità in cui era precipitata all’indomani della fuga dei soci che fondarono il Torino e vinse 6 scudetti, di cui 5 di fila. Così la cultura industriale pose fine al grande Calcio amatoriale delle polisportive piemontesi, Pro Vercelli su tutte.
Il Napoli entrò in scena solo nel 1926, grazie alla Carta di Viareggio del CONI fascista, che per ragioni nazionalistiche decise che le città più popolose d'Italia, Napoli e Roma, dovevano potersi misurare direttamente con le altre, e pose fine alla spaccatura calcistica. A quel punto, risultavano già nell'albo d'oro del calcio italiano i 9 scudetti del Genoa e i 7 della Pro Vercelli, ma anche 3 del Milan, 2 della Juventus, 2 dell’Inter e 1 del Bologna, oltre a quelli di Casale e Novese. Felsinei a parte, tutte squadre del “triangolo industriale”. La Serie A a girone unico prese il via nella stagione 1929-30, e sarebbe sterile conteggiare gli scudetti vinti da quel momento dalle squadre di Torino e Milano, soprattutto negli anni del "miracolo economico", ingrossando di meridionali le fabbriche e le tifoserie di quelle città.
Che poi dal 1926 a oggi il calcio italiano sia rimasto espressione delle sperequazioni economiche e sociali tra Nord e Sud del Paese, questo è un dato di fatto sotto gli occhi anche del più cieco e ignorante dei tifosi, anche se questi non può certamente conoscere il gerarca fascista Leandro Arpinati e il peso politico del suo Bologna nel periodo della dittatura, quando il club felsineo vinse 6 dei suoi 7 scudetti. Le nullità del tifo cieco e ignorante non sanno tutto questo, e neanche che nel 2006 la FIGC ha dato vita al criterio di "tradizione sportiva", da utilizzare insieme da altri criteri per la definizione delle percentuali annuali di ripartizione dei diritti televisivi, e che per tale criterio la stessa FIGC inizia i suoi conteggi statistici sulle partecipazioni ai campionati nazionali proprio dalla stagione 1929-1930, la prima in cui vi sono al debutto la Serie A e la Serie B strutturate a girone unico. Cioè, esclude i campionati precedenti, inattendibili a livello nazionale.
Oggi, in tempo di stagnazione dello storico triangolo industriale, Juventus, Inter e Milan, governate da gruppi stranieri (di fatto lo è anche la Exor), vivono forti incertezze societarie, mentre a Sud c'è un proprietario che fa prodigi e compete con successo con le squadre più blasonate. Le stesse che prendevano lezioni dalla Pro Vercelli e la vedevano prendersi i campionati sotto al loro naso. Mica sotto a quello del Napoli.
Dunque, i tifosi stolti farebbero cosa buona a smettere di chiamare in causa l'incubo che fu di Juve, Milan e Inter, la Pro Vercelli, ogni volta che il Napoli vince lo scudetto o c'è da esorcizzare la psicologica paura della consacrazione dell'unico club del Sud capace di compiere l'impresa di dare la paga a quelli del Nord, quello che ha vestito con i suoi colori il calciatore più grande della storia del football. Possano mai irritarsi, i suoi tifosi, per gli scudetti della Pro Vercelli, la vera regina piemontese del calcio d'epoca amatoriale? Suvvia. Da Napoli, quella che conosce la storia d'Italia, anche quella del calcio, e la scrive, un urlo secco: viva la Pro!", ha concluso Forgione.
Il Napoli ha già "preso" il sostituto di Anguissa: Conte valuta la soluzione interna
Abbiamo trovato il perfetto sostituto di Anguissa
"Guaio Anguissa, novità modulo per il Napoli e il mercato. Quante bugie su Conte"
La verità su Conte, è davvero solo sua la colpa?
"Napoli, mini-rivoluzione a giugno tra Neres, Lucca e Lang. Conte e Lobotka, futuro deciso"
La vera storia di Largo Maradona: il cuore di Napoli per il suo mito
"1 agosto 1926", coro e testo. Auguri Napoli, sono 99
"Sono napoletano", coro e testo
Guarda tutti i video pubblicati su AreaNapoli.it
Inter | 24 |
Roma | 24 |
Milan | 22 |
Napoli | 22 |
Bologna | 21 |
Juventus | 19 |
Como | 18 |
Sassuolo | 16 |
Lazio | 15 |
Udinese | 15 |
Cremonese | 14 |
Torino | 14 |
Atalanta | 13 |
Cagliari | 10 |
Lecce | 10 |
Pisa | 9 |
Parma | 8 |
Genoa | 7 |
Verona | 6 |
Fiorentina | 5 |
















Inter
Roma
Milan
Napoli
Bologna
Juventus
Como
Sassuolo
Lazio
Udinese
Cremonese
Torino
Atalanta
Cagliari
Lecce
Pisa
Parma
Genoa
Verona
Fiorentina
