Analisi metrica e tattica del Torino di Vanoli: come gioca la squadra granata
Dettagliata e approfondita analisi del Torino a cura di Alessandro D'Aria. Scopriamo i prossimi avversari del Napoli.

Dopo una partenza molto promettente, il Torino del nuovo tecnico Paolo Vanoli è andato via via spegnendosi e calando vistosamente in classifica, in concomitanza con alcuni importanti infortuni, uno su tutti quello dello sfortunatissimo Duvan Zapata.
La rottura del legamento crociato anteriore che ha messo fuori dai giochi l’attaccante colombiano (ex Napoli), in mancanza di un sostituto con caratteristiche simili, ha costretto il tecnico ex Venezia a rivedere taluni meccanismi e codifiche sui quali aveva lavorato per l’intera preparazione. Andiamo a conoscere meglio il prossimo avversario attraverso lo studio delle metriche e l’analisi tattica dei granata.
STUDIO DELLE METRICHE
In un calcio in cui la fase difensiva inizia dagli attaccanti, ecco che la defezione dell’attaccante colombiano ha avuto quasi un effetto domino anche sulla protezione della difesa. Nel grafico relativo alla fase difensiva possiamo notare come il Torino sia molto vulnerabile nella protezione della porta figurando come squadra che in assoluto subisce più tiri, poco più di 16 per partita, ma anche penultima per conclusioni subite nello specchio della porta, 5,15 a gara. La difesa, al netto di rigori subiti, risulta quindicesima con una media gol subiti di 1,46. In particolare la vulnerabilità si manifesta soprattutto nella difesa della propria area in cui, per tocchi concessi, risulta sedicesima con 25,58 tocchi di media concessi. Non a caso ben 15 dei 19 gol subiti si sono concretizzati in area di rigore. Il Napoli dal suo canto, come si vede dalla grafica, mostra dati migliori in tutte le metriche analizzate, a conferma del vero punto di forza della squadra di Conte, la solidità difensiva.
L’analisi dei dati relativi alla fase di non possesso mostra, quale principale tallone di Achille e probabile chiave di lettura dello scarso rendimento dei granata nelle ultime giornate, la chiara difficoltà dei ragazzi di Vanoli nelle fasi di palla contesa. Una sottofase del gioco in cui dovrebbe venir fuori il famoso “cuore Toro”, ma che in realtà evidenzia come i granata siano ultimi in quanto a contrasti vinti – 6,69 a gara contro i 9,23 del Napoli, nono – in quanto a duelli a terra vinti – 45,54%, con i partenopei diciottesimi con il 47,54% - e terzultimi in quanto a palle recuperate con una media di 33,15 a gara contro le 38,85 degli azzurri che risultano quarti in questa metrica. Anche il dato sui falli subiti in cui il Toro risulta quindicesimo, evidenzia una certa docilità dei ragazzi di Vanoli contraria a quello che da sempre è stato lo spirito granata.
In fase di possesso vediamo come i dati mostrino una certa qual difficoltà nel generare gioco e nello gestire il possesso, soprattutto nell’ultimo terzo di campo. Undicesimi nel possesso palla generico, risultano quindicesimi nel possesso che conta – Field tilt 43.24% contro il 51,13% del Napoli decimo – quindicesimi per passaggi completati nella trequarti offensiva con il 66,13% contro il 76,67% dei partenopei quarti, e sedicesimi per passaggi in avanti con il 29,41% (Napoli decimo con il 31,80%). Infine i granata mostrano anche poca qualità nella manovra, evidenziata dall’undicesimo posto nella graduatoria della precisione dei passaggi, 81,8% contro 83,6% del Napoli che risulta sesto.
Infine, nella produzione offensiva, fatta eccezione per il dato relativo alla percentuale di conversione in rete delle occasioni create in cui i granata con un 11,90% risultano sesti e fanno meglio degli azzurri che con il 10,47% sono undicesimi, tutte le metriche evidenziano una notevole difficoltà nel produrre e concretizzare la manovra di attacco. Penultimi per ingressi in area avversaria (1,92 di media), terzultimi per tiri totali (9,69 di media), diciassettesimi per passaggi chiave (7,08 a gara), undicesimo attacco con media 0,99 gol a partita, quattordicesimi sia per passaggi filtranti (0,85 a gara) che per passaggi negli ultimi 18 metri (4,31 a partita). A corollario aggiungiamo i dati sugli xG in cui sono sedicesimi con 1,01 a gara e sugli xT (minacce create) in cui con 1,16 risultano quattordicesimi. Tutti dati che certificano la sterilità offensiva dei granata.
STUDIO E ANALISI TATTICA
SISTEMI DI GIOCO
Il Torino si dispone in campo con un sistema di gioco 1-3-5-2. In fase di possesso palla il sistema di gioco può trasformarsi in 1-2-3/-3-2 oppure in 1-3-1/-3-3. Nell’1-2-3/-3-2 i giocatori del Torino che rimangono più bassi sono Coco e Masina, seguiti da Tameze, Linetty e Lazaro. Questi cinque giocatori non partecipano alla fase offensiva, alla quale, invece, partecipano Vojvoda o Pedersen, sul lato destro del campo, Adams, centralmente, e Ricci, sul lato sinistro. Nell’ altro sistema in possesso 1-3-1/-3-3 i giocatori che rimangono bassi sono sempre Coco e Masina, ai quali si aggiunge Vojvoda o Pedersen, e Linetty, un po’ più avanzato, ma che, come i suoi compagni alle spalle, non partecipa alla fase offensiva. La porta avversaria è attaccata da due linee a tre.
In fase di non possesso, il Torino si dispone con il sistema di gioco 1-5-3-1/-1. Milinković-Savić ha schierati davanti a sé i tre difensori previsti dal sistema di gioco di base, affiancati, a sinistra, da Lazaro e, a destra, da Pedersen o da Vojvoda. Davanti a questa linea difensiva a cinque troviamo i tre centrocampisti, davanti ai quali c’è Sanabria, che prova, con sorti alterne, a fare il lavoro di Zapata contribuendo alla fase difensiva sorprendendo l’avversario con la palla alle spalle. L’unico giocatore del Torino che non partecipa a tale fase è Adams, che si smarca preventivamente per poter essere servito, alle spalle dei difensori avversari, con passaggi filtranti dai compagni di squadra in caso di un’eventuale transizione offensiva.
COSTRUZIONE
Il portiere del Torino, Milinković-Savić, sceglie la costruzione dal basso, come modalità per avviare la fase di possesso palla della squadra, che si dispone con il difensore centrale di sinistra, Masina, alla sinistra di Milinković-Savić, mentre alla destra di quest’ultimo si schierano, alternativamente, il centrale di difesa, Coco, e il difensore centrale destro, Tameze o Walukiewicz. Quando Coco non si trova nella posizione appena descritta, egli si schiera in corrispondenza della mezza luna del limite dell’area, idealmente in linea con Milinković-Savić e in mezzo a Masina e Tameze. Quando, invece, è Tameze a non trovarsi alla destra di Milinković-Savić, egli si schiera come centrocampista centrale, sempre di destra, affiancato dal centrocampista centrale Linetty.
In questa fase di gioco a dare ampiezza sono i due esterni di centrocampo, Vojvoda o Pedersen a destra e Lazaro a sinistra, che si trovano larghi, appunto, nella propria fascia di competenza, e allineati oltre che tra di loro anche con gli altri due centrocampisti che rimangono da menzionare. La linea a quattro che quest’ultimi due giocatori, e assieme a Lazaro e Vojvoda/Pedersen, formano è sotto l’inizio del cerchio di centrocampo.
I giocatori del Torino che in fase di costruzione dal basso risultano più alti oltre la linea di centrocampo, sono i due attaccanti, Adams e Sanabria, i quali non rimangono, però, passivi durante questa fase, ma effettuano movimenti a liberarsi dalla marcatura avversaria, andandosi ad abbassare sotto la stessa linea di centrocampo per farsi dare palla dai compagni di squadra, rimanendo spalle alla porta avversaria.
SVILUPPO
Milinković-Savić fa iniziare la costruzione dal basso da uno dei due difensori ai suoi lati. Se sceglie Masina, quest’ultimo ha due possibilità di passaggio per poter superare la prima linea di pressione avversaria perché si abbassano l’esterno sinistro di centrocampo, Lazaro, che rimane sempre largo sulla fascia, e il centrocampista centrale sinistro. Quando, invece, viene scelto Tameze o Coco, per l’inizio della costruzione dal basso, ad abbassarsi è l’esterno destro di centrocampo, Vojvoda/Pedersen, e il centrocampista centrale destro, Ricci. Se, i giocatori ai lati di Milinković-Savić, anziché scegliere di passare la palla all’esterno di centrocampo, scelgono il centrocampista, l’evoluzione della prima parte della trama di gioco è differente perché i centrocampisti preferiscono ridarla al difensore, il quale torna da Milinković-Savić e in questo momento entra in gioco il centrocampista non ancora menzionato, ovvero Linetty, che nella prima dinamica di sviluppo del gioco precedentemente descritta era meno coinvolto poiché rimaneva basso per offrire un’eventuale appoggio al compagno. Linetty con il suo movimento ad abbassarsi verso il portiere crea una possibilità di sviluppo del gioco andando a liberare la linea di passaggio che collega Milinković-Savić con Sanabria, che prova a supplire alla assenza di Zapata che disponeva di una struttura fisica molto più adatta per questo tipo di lavoro.
RIFINITURA
La zona di rifinitura viene occupata da Adams. In tale zona del campo Adams ci va dopo una fase di consolidamento del possesso da parte dei suoi compagni di squadra a seguito di una transizione offensiva. Il consolidamento del possesso e il giro palla permettono ad Adams di avere il tempo di smarcarsi e andare a ricevere la palla in zona di rifinitura, appunto.
FINALIZZAZIONE
Il Torino tenta di andare a rete servendo i tagli alle spalle dei difensori avversari. I movimenti di questi giocatori in trequarti avvengono per vie centrali e vengono serviti dal portiere, dal difensore centrale Coco, dagli esterni di centrocampo o da Adams. La possibilità da parte di questi giocatori di servire i compagni che cercano la profondità è legata alla modalità di sviluppo del gioco che il Torino adotta, consistente, appunto, in una rete di passaggi tra giocatori del reparto difensivo ed esterni di centrocampo abbinata al contro-movimento, verso gli stessi, di Adams o di uno dei giocatori che provano il taglio.
Oltre agli inserimenti, il Torino tenta anche qualche cross in area avversaria per cercare di fare goal, anche se questa modalità è più sporadica. I cross vengono effettuati da Vojvoda o Pedersen e provengono sì dalla fascia laterale destra del campo ma da una posizione bassa nella stessa, circa in corrispondenza della zona di campo tra il cerchio di centrocampo e la mezza luna del limite dell’area. I cross sono diretti principalmente a Sanabria, ma in area di rigore ci sono anche Adams, solitamente sul 2° palo, e Lazaro, a sinistra all’interno dell’area piccola.
FASE DI NON POSSESSO
PRIMA AZIONE DIFENSIVA
Quando la squadra avversaria inizia la sua fase di possesso palla con la costruzione dal basso i giocatori più alti alti del Torino sono i due attaccanti, che si posizionano nella linea che collega il difensore centrale di destra e il centrocampista centrale destro e in quella che collega il difensore centrale di sinistra e il centrocampista centrale sinistro. Nella prima linea citata c’è Adams e nella seconda Sanabria.
Alle spalle di Adams e Sanabria e dietro ai due centrocampisti avversari si posizionano i tre centrocampisti. Gli esterni di centrocampo invece, sono controllati dagli esterni di centrocampo del Torino. I difensori del Torino, invece, marcano i tre giocatori offensivi avversari, rimanendo alti, sulla linea di centrocampo.
La pressione sui giocatori del reparto difensivo avversario in possesso della palla, compreso il portiere, inizia da Adams o Sanabria, e contemporaneamente i tre centrocampisti del Torino seguono i movimenti dei centrocampisti avversari essendo in questo modo pronti a pressarli nel caso ricevessero palla.
Risulta molto organizzata la squadra di Vanoli in fase di prima azione difensiva dimostrando capacità di anticipo, nel marcare l’avversario e nell’andarlo a pressare togliendogli tempo e spazio di gioco, e un’ottima sincronizzazione e compattezza tra i reparti.
In fase di non possesso palla il centrocampo del Torino rimane a tre, mentre i due esterni di centrocampo si abbassano accanto ai difensori formando così una linea, difensiva appunto, a cinque.
LINEA DIFENSIVA
In fase di non possesso palla i giocatori che compongono il reparto difensivo del Torino si fanno trovare alti, in corrispondenza della linea di centrocampo, e scaglionati con Coco che risulta essere il più basso, seguito dagli altri due difensori, Masina e Walukiewicz, non in linea tra di loro. Coco, rimanendo il più basso, garantisce la copertura agli altri due centrali, quando escono sul pallone, posizionandosi in diagonale con loro. Viceversa, qualora fosse Coco ad uscire sul pallone i compagni ai suoi lati sono veloci ad abbassarsi.
TRANSIZIONI
DIFENSIVA
A prescindere dal giocatore che perde palla, l’atteggiamento di ognuno di loro è quello di rincorrere l’avversario che ha recuperato palla, aiutati dal ripiegamento dei compagni in zona mediana e dai giocatori che rimangono sempre bassi quando la squadra sta attaccando, ossia Masina, Coco e Walukiewicz.
OFFENSIVA
Le situazioni di transizione offensiva che scaturivano spesso da recuperi palla da parte di Zapata, con Sanabria e Adams sono molto più sporadiche. A seguito del recupero palla, i giocatori del Torino optano per lo scarico ai compagni al loro fianco, ossia Ricci e Linetty, i quali, dopo aver ricevuto palla, continuano la loro salita per vie centrali, rispettivamente a destra e a sinistra, supportati anche da Pedersen sulla fascia destra e Lazaro su quella sinistra, e tentano, poi, di servire gli inserimenti alle spalle dei difensori avversari di Adams, essendo il giocatore del Torino che rimane alto quando la squadra si sta difendendo, ma anche di Sanabria, che dopo l’appoggio al compagno sale prontamente verso l’area di rigore avversaria.
ANALISI SWOT
Come di consueto, nella grafica che segue analizziamo la risultante di analisi metrica e tattica in tema di punti di forza e di debolezza dei granata.
PUNTI DI FORZA
· capacità di inserimento alle spalle dei difensori avversari da parte dei giocatori del centrocampo e dell’attacco
· capacità di lettura della traiettoria del pallone e senso di anticipo dei difensori
· sincronizzazione tra i singoli giocatori e tra i reparti nell’andare a pressare i giocatori avversari quando costruiscono dal basso
. intelligenza tattica collettiva.
PUNTI DI DEBOLEZZA
· linea difensiva molto alta in fase di non possesso palla, che lascia tanto spazio, pericoloso, attaccabile dagli avversari
· marcature sui calci piazzati
. scarsa aggressività nei contrasti e poca efficacia nei duelli
. scarsa produzione offensiva
. difficoltà nella difesa della porta.





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