Alla scoperta del Bologna: tanti pregi e pochi difetti per la squadra di Italiano
Verso Bologna-Napoli, analizziamo la squadra di Vincenzo Italiano. Gli emiliani sono una compagine molto ben costruita e organizzata.

La sfida tra Bologna e Napoli mette sotto i riflettori l’operato di due tecnici, Italiano e Conte, dalle filosofie decisamente diverse, a tratti opposte, due diversi modi di arrivare al risultato. Una di quelle diversità che affascinano, destinate a creare dibattito tra esteti del gioco e risultatisti, tra coloro che amano il controllo della partita e quelli che invece propendono per un approccio più essenziale e cinico.
Esponenti di due scuole calcistiche quasi agli antipodi, ambedue capaci di destare emozioni e portare risultati, che in entrambi i casi in questa stagione sono decisamente lusinghieri. Non a caso il tecnico dei partenopei è stato nominato allenatore del mese di gennaio, quello dei felsinei ha vinto il riconoscimento nel mese di marzo, premio che gli sarà consegnato proprio prima della gara contro gli azzurri. Abbiamo studiato ed evidenziato gli elementi di eccellenza del Bologna, provando al contempo a trovare i punti di criticità della squadra di Saputo. Vediamo insieme il risultato aiutandoci con delle grafiche.
I PLUS DEL BOLOGNA
Il direttore Giovanni Sartori ha saputo costruire un Bologna da record. Vediamone alcuni. Il Bologna è leader per:
Minor numero di tiri totali subiti - 8,63 di media
Minor numero di tiri in porta subiti - 2,67 di media
Ma sopra ogni cosa gli uomini di Italiano sono maestri nel pressing, come certificano le metriche in cui sono leader per DLINE – Defensive line - altezza media azioni difensive con 50,17 metri, per OLOS con 27,77, OBUILD con 75,43% e PPDA con 7,40.
Un focus apposito va dedicato alla fase di pressione e disturbo della costruzione avversaria dei felsinei. L’indice OLOS definisce il numero medio di passaggi non riusciti, i dribbling persi e i tocchi sbagliati dell’avversario vicino alla propria porta. Valori più elevati indicano un pressing più efficace. Questa metrica, se combinata con l’indice OBUILD che misura la percentuale di passaggi completati con successo dall’avversario al di fuori dell’ultimo terzo di campo, ci fornisce una certificazione chiara ed inequivocabile in merito alla efficacia nel pressing di una squadra. Come sottolineato il Bologna di Italiano è primo in entrambe queste due metriche, oltre che nel PPDA che misura il numero di passaggi che mediamente si concedono all’avversario nella propria metà campo prima di intervenire con una azione di pressing mirata alla riconquista del possesso. In questo caso a valori più bassi corrisponde una maggiore capacità di pressione e il Bologna con 7,40 oltre ad essere leader in Italia, è quarto in Europa, dopo Spartak Mosca con 6,10, Barcellona con 6,89 e Monaco con 7,05.
Il quadro sulla capacità e la volontà di pressare alti dei felsinei è completato dallo studio dell’altezza dell’azione difensiva che, riportata graficamente di seguito, evidenzia come i rossoblù siano maestri anche in questa metrica. Il Bologna oltre ad essere primo in Lega Serie A per altezza della propria azione difensiva e quarto in Europa dopo Arsenal, Bayern e Barcellona, risulta quarto nella ODLINE – Opponent defensive line – ossia l’altezza della linea di azione difensiva avversaria, con un valore di 44,28 metri. La combinazione delle due metriche descritte nella grafica che riportiamo sta a certificare la chiara volontà della squadra di Italiano di pressare alto per recuperare il possesso il più vicino possibile all’area avversaria, portando tanti uomini in zona palla.
I MINUS – LA TRANSIZIONE NEGATIVA
La filosofia di gioco ultra aggressiva come descritto, può portare a potenziali difficoltà in transizione negativa qualora il pressing alto portato dagli uomini di Italiano in zona molto avanzata dovesse essere eluso dall’uscita dal basso degli avversari. In questo caso, che descriviamo nella lavagna tattica, potrebbero aprirsi degli spazi importanti per le ripartenze nello spazio lasciato libero soprattutto alle spalle della prima linea di pressione e anche oltre la linea difensiva di Italiano. Questa uscita dal pressing alto del Bologna potrebbe essere sfruttata dal Napoli tanto in uscita dal basso sul lato mancino, quanto sul lato destro.
Ma un altro elemento di potenziale difficoltà per i felsinei potrebbe essere senza dubbio il pressing alto del Napoli, che potrebbe mettere in serie difficoltà la squadra di Italiano. Non a caso il Bologna risulta ultimo per gol subiti in ripartenza rapida dopo aver perso palla nel proprio ultimo terzo di campo, con sette reti al passivo. Anche la qualità delle conclusioni concesse agli avversari e la pericolosità delle stesse spiegano come il Bologna tenda a prestare il fianco a situazioni di pericolo dal peso specifico significativo. Diciassettesimi per xG per tiro subito con 0,102, e diciassettesimi anche per percentuale di tiri concessi nella propria area di rigore con il 68,34%.
PRODUZIONE OFFENSIVA BOLOGNA
Abbiamo infine indagato sull’origine della produzione offensiva delle due squadre. Il Bologna – 50 gol e 37 assist – vanta una capacità di produzione offensiva totale pari a 87, così distribuita: 19% difensori, 16% centrocampisti, 65% punte e trequartisti. Ne consegue che per il Napoli i pericoli arriveranno soprattutto dalla trequarti in su, ma anche dagli attacchi degli esterni, capaci di produrre in totale ben 14 assist.
PRODUZIONE OFFENSIVA NAPOLI
Il Napoli – 47 gol e 32 assist – vanta una capacità di produzione offensiva pari a 79, quindi più bassa di quella dei felsinei, così distribuita: 16% difensori, 25% centrocampisti, 59% attaccanti. Rispetto alla squadra di Italiano dunque una maggiore partecipazione da parte dei centrocampisti, ma un minore apporto soprattutto in termini di realizzazioni da parte degli attaccanti.






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