Ziliani: "Che baracconata, uno dei più gravi incidenti mai occorsi nella storia di Internet"
Paolo Ziliani attraverso il suo profilo X ha messo in evidenza il grave incidente che ha colpito siti come Google Drive, Youtube e tanti altri.

Paolo Ziliani, giornalista del Fatto Quotidiano, attraverso il suo profilo X, ha messo in evidenza l'atavico problema della pirateria del calcio: "La nuova legge antipirateria è una catastrofe e mette a rischio il normale funzionamento di Internet in Italia". Lo scrivevo otto giorni fa. Pronti-via, è successo. La legge - spiegavo - autorizza il blocco di siti giudicati illegali ma senza alcun controllo superiore e col rischio di fare con questa pesca a strascico una vera e propria strage degli innocenti. Risultato: colpito e affondato Google Drive, con lui YouTube e una miriade di altri domini in uno dei più gravi incidenti mai occorsi a memoria d'uomo nella storia di Internet non solo in Italia".
Poi aggiunge: "Ripropongo nella sua interezza il pezzo postato su Substack venerdì 11 ottobre: "Quello che stanno combinando i mammasantissima del Palazzo del Pallone (e della politica) con la guerra alla pirateria è qualcosa di indicibile. Dopo aver fatto disastri con il varo di Piracy Shield, la piattaforma antipirateria resa operativa a febbraio e ritirata a maggio per i danni provocati e i contenziosi legali innescati (il 27 luglio il Tribunale di Milano ha dato torto a Lega, DAZN e Sky in una causa che vedeva Cloudflare come controparte), in fretta e furia con l’aiuto del senatore Lotito l’8 ottobre sono entrate in vigore le modifiche alla vecchia legge antipirateria che - è bene dirlo subito - rischiano di fare più danni della grandine".
"Come già i tribunali hanno sentenziato, la tanto strombazzata nuova legge, nè più nè meno di quella precedente, presenta un altissimo rischio di rivelarsi dannosa, se non catastrofica, mettendo a forte rischio il normale e regolare funzionamento di Internet in Italia. La legge autorizza nuovamente DAZN e la Lega Serie A ad avanzare richieste di blocco, da eseguire entro 30 minuti, dei siti giudicati illegali; ma ancora una volta senza alcun controllo di una “autorità” superiore e quindi col rischio di fare con questa pesca a strascico, come già accaduto tra febbraio e maggio, una strage degli innocenti tra una miriade di siti web che vivono e agiscono in modo del tutto legale. Siccome sono stato uno dei pochi, se non l’unico, a dar conto della tragedia immanente prim’ancora che avvenisse (ne scrivo dall’autunno 2023) dicendolo prima, lo ridico oggi: con la nuova legge antipirateria ne vedremo delle belle. E per darvene un’idea, ripropongo in lettura libera a tutti il pezzo (riassuntivo dell’odissea) scritto per Substack il 23 agosto. Non crederete ai vostri occhi".
"E se avete cinque minuti, vi consiglio di leggerlo. Vi renderete conto del livello di inettitudine (eufemismo) della classe dirigenziale del calcio oltre che della classe politica. E siccome c’è davvero da ridere, buon divertimento. L'ultima figuraccia del calcio italiano: la piattaforma anti-pirateria era illegale, oscurava siti legali, è stata denunciata, messa fuorilegge e oggi è defunta Ricordate Piracy Shield lanciata sei mesi fa? Ha fatto danni inenarrabili bloccando indirizzi Ip del tutto leciti: portata in Tribunale, ha perso la causa. I veri pirati alla fine erano diventati loro Lo so che non mi crederete; e penserete che stia scherzando perché un fatto così ridicolo ed esilarante può capitare magari in una commedia di Eduardo, non nella realtà di tutti i giorni. Invece no: è tutto vero. E lo premetto a scanso di equivoci prima di passare al racconto dell’ultima performance dei mammasantissima del calcio italiano, attori protagonisti le aquile della Lega Calcio e i cervelloni dell’AgCom che al grido di “La pirateria uccide il calcio” avevano unito le loro forze e le loro eminenze grigie per dare alla luce “Piracy Shield”, la piattaforma antipirateria online diventata operativa da febbraio e salutata da tutti come l’ottava meraviglia del mondo. Ebbene, quel che è successo con “Piracy Shield” ha dell’incredibile: sembra una barzelletta, invece è tutto vero. Nessuno lo sa, perché l’Istituto Luce si guarderà bene dal raccontarvelo: ma dovete sapere che nel grande, sterminato mare del web c’era un portale aperto nel 2006 da un gruppo di volontari di tutto il mondo che raccoglieva, al nobile scopo di bloccarli e renderli innocui, gli indirizzi email di migliaia di campagne di spam particolarmente moleste e aggressive provenienti in particolare dalla Corea e da altri Paesi asiatici. Una sorta di anti virus mondiale a disposizione di tutti".
"Almeno fino all’arrivo di “Piracy Shield”, la piattaforma made in Italy nata per sgominare i pirati del pallone in tv, che risalendo ai domini collegati a uno degli indirizzi Ip che riteneva meritevoli di blocco ha fatto oscurare anche questo sito anti-spam, che condivideva l’indirizzo Ip sospetto e che tutto faceva tranne che diffondere partite illegali in streaming. Nessuno lo sa, perché nel Palazzo del pallone si guarderanno bene dal renderlo pubblico, ma la stessa sorte del povero sito anti-spam, ritrovarsi cioè oscurati da un giorno all’altro dal folle spazzatutto di “Piracy Shield”, è toccata anche al sito web “Ora Ev”, un importante costruttore di automobili elettriche cinese, marchio di proprietà del colosso “Great Wall Motor” che vende le sue auto anche in Italia. Il sito “Ora Ev” non ha e non ha mai avuto niente a che fare col pezzotto e con la visione illegale di Juventus-Genoa o di Atalanta-Inter: e tuttavia, condivideva un indirizzo Ip con un sito sospetto e un giorno all’improvviso è arrivata “Piracy Shield” e zac!, da un secondo all’altro, sipario: sito oscurato. Sparito. Potrei naturalmente andare avanti all’infinito: perché come forse avrete già capito nella rete gettata dall’avveniristica piattaforma antipirateria messa a punto dai geni della Lega Serie A e di AgCom sono finiti, pescati a strascico, un’infinità di indirizzi Ip connessi ad esempio a Zenlayer, importante fornitore USA di servizi cloud a cui facevano riferimento siti e portali che nulla avevano a che fare con attività illecite, men che meno con la diffusione dei contenuti audio-video illegali come eventi sportivi o partite del campionato italiano di Serie A. Un vero e proprio disastro di dimensioni cosmiche dovuto a un motivo che nessuno aveva considerato: nella fase di passaggio tra la segnalazione degli Ip sospetti e il blocco degli stessi da parte dei fornitori di servizi, era ed è completamente assente ogni forma di controllo umano. Nessuno si accerta cioè che l’indirizzo Ip “attenzionato” faccia magari parte di un server più ampio che ospita servizi diversi e del tutto leciti che rischiano di essere messi fuori uso incolpevolmente. Io non sono un esperto di web, sono anzi un vero boomer; ma ho appreso seguendo la telenovela che un indirizzo Ip può corrispondere a diversi portali e a diverse pagine web: bloccandone uno, puoi bloccarli tutti. È successo così che l’arma di sterminio di “Piracy Shield” ha finito con l’oscurare siti che non facevano alcuno streaming illegale, ma facevano semplicemente la loro vita, a causa di questa segnalazione-blocco in automatico attivata dalla tecnologia anti-pezzotto messa a punto dai geni del Palazzo del pallone italico. Che erano partiti per dare la caccia ai pirati e sono diventati essi stessi pirati razziatori di una miriade di placide, innocenti, ignare navicelle del web".
"Un po’ come se nel retrobottega di un bar venisse scoperta una bisca clandestina e venissero chiusi tutti i bar della città; come se in un centro bellezza & salute venisse scoperta un’attività di prostituzione e venissero chiusi tutti i centri bellezza & salute della città. Dell’incendio che covava sotto la brace avevo in realtà già scritto il 30 marzo, poco dopo l’entrata in attività di “Piracy Shield”, in un articolo qui su Substack intitolato. “La sai l'ultima? Volevano sconfiggere la pirateria e adesso i pirati sono diventati loro - La tanto strombazzata Piracy Shield messa in campo dalla Lega sta facendo più danni della grandine oscurando siti e indirizzi IP innocenti nella più totale mancanza di controlli”. “Sta in pratica succedendo - avevo scritto, come sempre nel deserto dei Tartari - che “Piracy Shield” ha iniziato ad attuare una serie di blocchi di indirizzi IP che nulla hanno a che fare con atti di pirateria televisiva senza che alcun controllo superiore possa monitorarne l’agire arbitrario e indiscriminato. E il tutto sta accadendo dopo che la Lega Serie A era stata messa in guardia. “Speravamo che l’intervento di Agcom fatto in Parlamento la settimana scorsa e da me richiesto servisse a trovare una soluzione ai problemi di Piracy Shield - ha detto la deputata di Azione Giulia Pastorella -, invece non solo continuano a giungere segnalazioni di utenti ingiustamente colpiti dalla piattaforma antipirateria, ma oggi abbiamo saputo che il codice della piattaforma è stato reso pubblico. Ebbene, occorre disabilitare e bloccare subito il servizio se non vogliamo che dei malintenzionati mettano a rischio l’accessibilità a siti innocenti”. Un fulmine a ciel sereno? Macché. Il pericolo che tutto ciò accadesse - spiegavo - era stato pubblicamente denunciato il 7 febbraio scorso - come riferito da Calcio & Finanza - da AirVPN, l’azienda specializzata nel fornire servizi di Virtual Private Network in tutto il mondo, con l’annuncio dell’interruzione dei propri servizi sul territorio italiano a partire dal 19 febbraio proprio a causa dell’entrata in azione di “Piracy Shiled” (chiunque si registri su AirVPN deve oggi dichiarare di non essere residente in Italia). La società aveva spiegato che il motivo di tutto ciò era dovuto all’entrata in gioco della piattaforma “Piracy Shield” donata da AgCom alla Lega Serie A come strumento di contrasto alla pirateria”. “Siamo spiacenti di informarti - aveva comunicato l’azienda - che sospenderemo il servizio ai residenti in Italia a partire dal 19 febbraio 2024. A partire da tale data ogni utente che si registra sulla piattaforma dovrà dichiarare di non essere residente in Italia. La pagina di acquisto avrà una geolocalizzazione basata sull’indirizzo IP e non verrà servita a indirizzi IP ubicati in Italia”. Ebbene, a distanza di sei mesi dal solenne e trionfale annuncio della sua nascita, “Piracy Shield” è già finita nel cassonetto dell’immondizia. Era uno strumento concepito nella più totale trascuratezza delle più elementari norme che regolano la vita del web: e oggi è stato di fatto messo fuorilegge, visti i danni compiuti, nella disperazione e tra le crisi di panico delle mummie del Palazzo del calcio. “Cloudflare”, una piattaforma internazionale che ospitava diversi siti legali ingiustamente colpiti dalle tagliole di “Piracy Shield”, aveva intrapreso subito un’azione legale nei confronti di AgCom. Il Palazzo del pallone ha provato a difendersi contrattaccando; ma a nulla è valso il ricorso presentato al Tribunale di Milano dalla Lega Serie A, con associati DAZN e Sky. Il ricorso contestava a “Cloudflare” l’utilizzo dello strumento delle Vpn e di altri strumenti (“il Cdn, il DNS Autoritativo e il riverse proxy”) che sono invece in tutto e per tutto leciti e sono nella disponibilità degli utenti comuni. E infatti con un’ordinanza del 27 luglio, meno di un mese fa, il giudice del Tribunale di Milano ha affermato che questi strumenti sono tecnologie in sè e per sè “neutre”; motivo per cui non è pensabile di incolpare “Cloudflare” di “complicità consapevole” con eventuali pirati che utilizzano questi strumenti per finalità illegali. La Lega Calcio chiedeva poi che “Cloudflare” fosse obbligata ad iscriversi allo scudo anti-pirateria “Piracy Shield” ma il Tribunale di Milano le ha dato torto: la legge italiana anti-pezzotto non dà al giudice alcun potere di imporre né a “Cloudflare” né ad alcun altro soggetto l’obbligo di aderire a qualsivoglia scudo anti-pirateria. Morale della favola: “Piracy Shield” era, per dirla alla Fantozzi, “una cagata pazzesca”. E come tale è stata fatta sparire con un solo, deciso colpo di sciacquone. Ora pare che i geni della lampada di Lega e AgCom si siano già rimessi al lavoro per metterne in pista la versione 2.0. Come si dice in questi casi: tre Pater Ave Gloria e che il buon Dio ce la mandi buona. Tutta questa baracconata per portare avanti una battaglia insensata, buona solo a coprire le colpe di chi ha portato il calcio italiano sul baratro e cerca colpevoli altrove, una battaglia di utilità economica valutabile, anche in caso di buon esito finale, vicina allo zero". Ha concluso Ziliani.
Ex preparatore Napoli: "Infortuni? Conte dica verità, in Europa problemi solo col suo staff"
"Lucca risorgerà, sorpresa Gutierrez, Conte ha un jolly"
"Ho conosciuto Maradona, vi dico chi è il vero Diego. Il Napoli ha preso un argentino fortissimo"
La vera storia di Largo Maradona: il cuore di Napoli per il suo mito
"1 agosto 1926", coro e testo. Auguri Napoli, sono 99
"Sono napoletano", coro e testo
Guarda tutti i video pubblicati su AreaNapoli.it Milan | 22 |
Napoli | 22 |
Inter | 21 |
Roma | 21 |
Juventus | 19 |
Bologna | 18 |
Como | 18 |
Sassuolo | 16 |
Lazio | 15 |
Udinese | 15 |
Cremonese | 14 |
Torino | 14 |
Atalanta | 13 |
Cagliari | 10 |
Lecce | 10 |
Pisa | 9 |
Parma | 8 |
Genoa | 6 |
Verona | 6 |
Fiorentina | 4 |


















Milan
Napoli
Inter
Roma
Juventus
Bologna
Como
Sassuolo
Lazio
Udinese
Cremonese
Torino
Atalanta
Cagliari
Lecce
Pisa
Parma
Genoa
Verona
Fiorentina
