12 settembre 1986, Napoli perdeva un figlio meraviglioso oggi dimenticato: Annibale Ruccello
Ruccello si laureò con il massimo dei voti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Napoli nel 1977 con una tesi in antropologia culturale.

Nacque il 7 febbraio del 1956, tra qualche mese avrebbe compiuto 70 anni. Ed invece Annibale Ruccello se ne andò un maledetto 12 settembre del 1986. Esattamente 39 anni fa. Era originario di Castellammare di Stabia come uno dei suoi predecessori, Raffaele Viviani. Per alcuni addetti ai lavori Ruccello era in scia ad Eduardo De Filippo anche se con visioni complessive diverse.
Ruccello nel 1973 scrisse "Il rione" e andò al San Ferdinando, teatro napoletano di cui era spesso spettatore, per consegnarlo proprio al Maestro Eduardo, ma a detta della madre di Annibale questo non fu possibile perché un generico della compagnia di De Filippo, che doveva fare da tramite, pensò che al "direttore" non avrebbe fatto piacere una cosa simile e dunque non mantenne l'impegno. Ruccello si laureò con il massimo dei voti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Napoli nel 1977 con una tesi in antropologia culturale sulla "Cantata dei pastori" di Andrea Perrucci dal titolo "Il sole e la maschera. Una Lettura antropologica della cantata dei pastori", poi diventata libro a tutti gli effetti per il suo valore documentale e dunque storico. Tra il 1976 ed il 1978 si impegnò a raccogliere musiche e tradizioni popolari in Campania, soprattutto nell'agro vesuviano, spesso in collaborazione con Roberto De Simone.
Quando morì lasciò in eredità testi fantasici come "Le 5 rose di Jennifer" e soprattutto il capolavoro "Ferdinando", scritto quando non aveva compiuto nemmeno 30 anni. E che vedeva in scena una immensa Isa Danieli (attrice cara ad Eduardo: si chiuse un po' il cerchio). Oggi Ruccello sarebbe uno degli intellettuali più fulgidi di Napoli, anche se è difficile dire dove lo avrebbe condotto la sua mente eccelsa, brillante. Morì in un incidente sull’autostrada Roma – Napoli ad appena trent’anni. E in quella auto (si parlò dello scoppio di uno pneumatico) c'era anche Stefano Tosi, marito di Cristina Donadio. Secondo alcuni amici, Annibale non amava muoversi in auto. Ed infatti aveva in tasca il biglietto del treno che lo avrebbe riportato da Roma a Napoli. Decise di accettare un passaggio. Quel giorno Napoli, ma non solo ovviamente, perse un meraviglioso figlio. Che oggi è pressoché dimenticato. O comunque meriterebbe molto di più.







![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 6 |
![]() | 4 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 3 |
![]() | 2 |
![]() | 2 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 1 |
![]() | 0 |