Varrone: "Ferguson e Bijol per il Napoli. Spinazzola sdrucito, recuperiamo Mario Rui"
Il direttore di Campania Newsteel ha presentato l'evento in programma presso la sala Saffo di Città della Scienza.

Massimo Varrone, direttore di Campania Newsteel, ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ad Areanapoli.it per presentare l'evento "La Comunicazione nello Sport, radici territoriali e strategie globali": "Mercoledì 11 Dicembre, alle ore 16.00, presso la sala Saffo di Città della Scienza, la stessa Città della Scienza e l’incubatore dell’Ateneo Federico II di Napoli organizzano un appuntamento focalizzato sulla comunicazione nello sport, a cui partecipano tre eccellenze aziendali del territorio impegnate in competizioni sportive: le conosciutissime Napoli Calcio e Napoli Basket a cui si aggiunge Megaride, un’eccellenza della Federico II impegnata con le sue innovazioni nel Motorsport e dunque nell’automobilismo e nel motociclismo".
Sull'obiettivo dell'evento: "Vogliamo mostrare che la comunicazione nello sport è ormai una disciplina a sé stante che richiede competenze distintive capaci di fare la differenza, ma pure che il territorio napoletano produce meraviglie anche sotto questo profilo, capaci di farsi apprezzare in contesti nazionali e internazionali e abili a dare traino e trovare un’identità con il territorio di appartenenza, di cui promuovono capacità e valori".
C'è un dettaglio che tieni a sottolineare?
"Sì. Questo evento è anche l’occasione per conoscere chi c’è dietro le quinte della comunicazione dei nostri beniamini e si potrà chiedere loro cosa significa Identificazione tra brand e territorio, come si coinvolge una community con i valori sportivi, che rapporto c’è tra la comunicazione e le funzioni aziendali più commerciali, come si vive il “risultato della Domenica”, come funziona la loro organizzazione aziendale e tanti altri quesiti che quotidianamente ci vengono alla mente quando interagiamo con la comunicazione dei nostri campioni".
Passiamo al Massimo Varrone tifoso: come hai vissuto l'eliminazione dalla Coppa Italia?
"Beh, da un lato malissimo, ci siamo abituati da anni a vivere più competizioni in una stagione e quest’anno si dava un peso diverso alla Coppa Italia, dove pure vantiamo un’ottima tradizione. Ma alla lettura della formazione è stato subito palese che quella di ieri ha rappresentato un passaggio più complesso di una semplice partita nella stagione del Napoli, un tassello della comunicazione tra allenatore e società finalizzato a blindare il percorso in campionato, risparmiando ai titolari anche il minimo sforzo non necessario e rendendo evidente che le riserve davvero utilizzabili sono poche, con la necessità di intervenire soprattutto in alcuni settori, che peraltro stanno facendo la fortuna del Napoli di Conte".
L'avresti giocata diversamente?
"Nessuno meglio dell’allenatore e del suo staff conoscono la situazione nei minimi particolari. Io, da tifoso, da malato, avrei optato per una condizione meno eclatante che in ogni caso può avere dei contraccolpi, innanzi tutto verso la motivazione degli atleti che, per ammissione dello stesso Conte, lavorano e sbuffano duramente durante la settimana salvo poi giocarsi la stagione in novanta minuti magari fuori posizione. Per non parlare poi dell’ambiente che ovviamente vivrà i giorni che ci separano dalla rivincita di domenica con grande apprensione. Ma è anche vero che fino ad ora l’allenatore non ha sbagliato nulla neanche nella relazione con la Presidenza: se questo era il viatico per avere una coppia di centrali di difesa alternativi ai titolari, allora ben venga una serata di passione in cui ogni azione laziale ha prodotto un goal o un rigore. E’ innegabile che con un roster completo e un’unica competizione a cui guardare ce la possiamo giocare fino alla fine, a patto di non inquinare l’armonia dello spogliatoio e dello staff tecnico con la proprietà, finalmente silente".
Domani al Maradona sarà diverso...
"Si, concordo. Anche io mi aspetto una partita completamente differente, spero di rivedere il Napoli di Conte solidissimo nella propria metà campo e poi capace di macinare gioco e avversari con il passare dei minuti, magari proprio grazie a quelle riserve come Neres o Gimour che contro la Lazio sono stati un po' mortificati e che invece rappresentano un patrimonio assoluto della squadra".
Proiettiamoci al mercato di gennaio.
"Mi aspetto una coppia di centrali difensivi tutta nuova, alternativa ai titolari. Darebbero spazio anche a un recupero della difesa a tre. Per me Juan Jesus, a cui voglio bene come a tutti i ragazzi del tricolore, rappresenta l’emblema della passata stagione e avrei preferito vederlo altrove quest’anno, per ripartire da un nuovo progetto magari in Brasile, mentre è evidente che Rafa Marin è acerbo tecnicamente e non può costituire un’opzione per una squadra che comunque attacca alta e lascia praterie in ripartenza agli avversari. Bijol dell’Udinese non mi dispiace. Con una difesa a quattro, poi, recupererei alla causa Mario Rui, ben più affidabile dello sdrucito Spinazzola. Vorrei anche qualche operazione di razionalizzazione della rosa, piena di ali offensive e attaccanti e con poche alternative vere al centro, una mezz’ala tecnica o un centrale con tanta gamba. L’anno scorso mi ero innamorato di Ferguson del Bologna ben più di Samardzic dell’Udinese, e qui troverebbe anche compagni di nazionale. Basta non prendere giocatori dall’Atalanta…. Per Dorgu credo ormai si parli di asta, operazione a cui il Napoli di solito non si presta. Interessante anche vedere cosa succederà in uscita, con Raspadori che dopo ieri sera chiederà di essere ceduto e la possibilità di incassare la clausola per Osimhen".
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