SC Pianura, l'allenatore: "Educare i giovani è importante, serve empatia. La mia sul Napoli"
AreaNapoli.it ha intervistato Santino D'Aria, allenatore dello Sporting Club Pianura. Le sue parole ed il pensiero sul Napoli.

Il calcio, a Napoli, è ragione di vita. Non solo per la passione per la squadra azzurra da parte degli innumerevoli tifosi del Napoli, ma anche da parte di chi il calcio lo vive "giocato", soprattutto i ragazzi, che sognano un futuro da calciatori e perché no, nella loro squadra del cuore. Per parlarne, la redazione di AreaNapoli.it ha contattato l'allenatore della Scuola Calcio Sporting Club Pianura, mister Santino D'Aria, che ci ha rilasciato una lunghissima intervista, in cui ci ha raccontato il mondo del calcio visto e vissuto dai giovanissimi, del cammino della sua squadra e, essendo uno sfegatato tifoso azzurro, anche dandoci delle riflessioni sul Napoli, in questo particolare momento ed in vista del calciomercato.
Mister Santino D'Aria, ben trovato
"Preferisco che mi chiami per nome, i "mister" sono quelli bravi... chiamami Santino".
Quindi, Santino... cos'è lo Sporting Club Pianura?
"Potrei dirti subito che lo Sporting Club Pianura è una famiglia, il cui "capo famiglia" e Presidente è Sergio Colimoro che due anni fa ha unito la realtà di Fuorigrotta (OBP S.C Fuorigrotta nata nel 2013) a quella del Pianura insieme a due persone altrettanto straordinarie che rispondono ai nomi di Antonio Chianese e Gennaro De Martino. Una famiglia, dicevo... una famiglia di oltre 300 ragazzi che si divertono e crescono su un campo di calcio, ma mi piace anche dire che dietro questi oltre 300 ragazzi ci sono tanti uomini e donne che lavorano nell'ombra per regalare sempre, giorno dopo giorno, un posto sicuro a questi ragazzi, dandogli la possibilità di crescere tranquillamente e di capire l'importanza dello stare insieme... senza fretta...".
Hai detto senza fretta...
"Si, esatto... credo sia alla base di ogni percorso di crescita, in special modo quando si parla di ragazzi. Non tutti i fiori fioriscono insieme no? Ognuno ha bisogno dei propri tempi. I ragazzi devono avere la giusta condizione emotiva per venir fuori e crescere soprattutto mentalmente".
Quindi quanto è importante lasciarli crescere formandoli senza pressioni?
"È fondamentale... non esiste nulla di più devastante e distruttivo delle pressioni per i ragazzi... si corre il rischio di farli chiudere a riccio! E questo sarebbe il fallimento più grave per un educatore".
Le pressioni quindi il male maggiore? O ci sono altri errori che noi "grandi" rischiamo di commettere quando si parla di Scuola Calcio?
"L'improvvisazione la presunzione e la scarsa empatia sanno essere fattori dannosi ancora di più... e parlo di danni gravi. Oggi come oggi ci si improvvisa troppo... c'è una frase che adoro e che spiega benissimo come io intendo il mondo Scuola Calcio... ed è questa che è più facile insegnare che educare, perché per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere".
"Questo per me è il 23° anno che ho deciso di passare i miei pomeriggi su un rettangolo verde insieme ai ragazzi, ed in questi anni ne ho viste tante... troppe".
"I ragazzi vanno lasciati liberi di prendere fiducia, di tirar fuori carattere e nel contempo il nostro compito è quello di indicare loro la strada da seguire".
"Non tutte le fasce d'età vanno allenate allo stesso modo, ma ciò che accomuna tutte secondo me è fare in modo che loro si sentano liberi di parlare. Il dialogo è e deve essere sempre quel quid in più ed "il mister" diventa spesso il confidente. Succede così, senza forzature. Succede perché il ragazzo vede in lui il punto di riferimento. Per questo parlo di EMPATIA".
E immagino che a te sia successo?
"Certo che si! Soprattutto in tarda serata o di notte (ride n.d.r) capita che i ragazzi scrivano delle loro paure... ed io sono lì... ad ascoltarli, e ti assicuro che è stupendo. Perché non esiste nulla di più bello e puro dei ragazzi".
Quindi ho appuntato delle parole mentre parlavi... ESSERE... INSEGNARE... EMPATIA... ed il NON IMPROVVISARE...
"Si, esatto. Troppa improvvisazione nel "mondo Scuola Calcio". Ci vogliono istruttori preparati e qualificati per garantire ai ragazzi un idoneo percorso di crescita".
E qui parliamo dei tuoi "colleghi"...
"Si ragazzi straordinari che mettono in campo la loro esperienza".
Ora dimmi... quanto è importante un ambiente sereno in quartiere che purtroppo è finito sovente al centro di argomenti di cronaca?
"Beh... in una città come Napoli i luoghi e i centri per ragazzi sono ancora troppo pochi. Quanto al quartiere difficile... posso dirti che ho lavorato sui campi di Calcio anche a Milano ed il discorso è sempre lo stesso. Per quanto possa essere difficile la realtà all'esterno. Quel che conta è riuscire a regalare ai ragazzi un posto sicuro. Ed è ciò che proviamo a fare a Pianura, giorno dopo giorno".
Allora, veniamo al campo. Allo Sporting Club Pianura troviamo ragazzi nati dal?
"Dal 2015 al 2005. Alcune fasce d'età hanno più gruppi per riuscire a garantire a tutti un minutaggio adeguato".
E tu? Che gruppo o gruppi hai quest'anno?
"Quest'anno sono stato fortunatissimo, ho sia i 2005 - con i quali abbiamo disputato un campionato Under18 (sotto età) di tutto rispetto - che i 2008 provinciali".
E cosa mi dici di questi due gruppi?
"Il gruppo 2005 è un gruppo stupendo di amici che ha saputo rialzarsi dalle "botte" prese nel girone di andata per disputare poi un bel girone di ritorno piazzandosi a metà classifica e di questo il merito va dato ai ragazzi. Non è semplice disputare un campionato regionale sotto età, ma lo abbiamo fatto con orgoglio e sempre a testa alta. Il gruppo 2008 provinciale merita un discorso a parte, ad inizio settembre eravamo pochi... oggi siamo più di 20 (e stiamo crescendo ancora) e questi qui sono degli adorabili teppisti (ride, n.d.r.)".
"Sono unici e ti spiego perché: hanno preso il limite iniziale, quella linea sotto, diciamo, e l'hanno spostata più in là, crescendo tantissimo".
"Non mancano mai agli allenamenti, sempre presenti e puntuali, e di questo il merito va dato anche ai genitori che meritano il mio grazie per quanto sanno essere vicini al gruppo squadra senza mai oltrepassare quella sottile linea che divide il lavoro in campo dall'essere genitori sugli spalti. Praticamente ogni partita si trasforma nella scusa per stare insieme e, con un gruppo di genitori così, diventa tutto più facile".
"Proprio insieme ai genitori questi ragazzi hanno creato una pagina Instagram tutta loro per condividere tutto della loro esperienza".
Parli di gruppo, non di squadra... e lo fai spesso
"Si, esatto, il GRUPPO è fondamentale... ognuno di loro ha un posto un questo gruppo. Io dico loro che siamo come un puzzle, un grande e fantastico puzzle ed ognuno di loro è una tessera del puzzle. Ognuno ha il proprio posto, ognuno unico, diverso dagli altri. Ma fondamentale perché il puzzle sia completo".
Dammi qualche info ora: il vostro campo? La vostra casa?
"Il Simpatia in via Parroco Russolillo. Una struttura stupenda".
Immagino tu sia tifoso del Napoli...
"Sempre!"
Cosa ne pensi del calo del Napoli in queste ultime settimane e che calciatore acquisteresti se fossi tu il responsabile del mercato azzurro?
"Credo sia mancata soprattutto la serenità. Si è come avuto paura di vincere e se questo succede i fattori possono essere tanti, sia tecnici che ambientali. Ho imparato col tempo che le partite si vincono e si perdono soprattutto nello spogliatoio".
"Chi acquisterei? Eh beh... non sono un esperto di mercato, ma mi piacerebbe vedere più napoletani in squadra. Loro come noi, tifosi. Saprebbero capire quanto brucia una sconfitta, perché il Napoli a Napoli o comunque per noi Napoletani è molto più di una squadra di calcio... e lo sarà sempre".






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