Pietrangeli: "Rosico per Sinner? Vorrei un giorno senza dolore, ho sconfitto il cancro ma non..."
"La morte di mio figlio Giorgio? Ci sono quelli che si buttano per terra, che si disperano. No, io non sono tra quelli", ha spiegato l'ex campione.

Nicola Pietrangeli viaggia verso i 92 anni, ma ora la sua vita è tutt'altro che serena. La scomparsa del figlio Giorgio, il ricovero al Policlinico Gemelli e gli ultimi acciacchi. Queste le sue parole a SuperTennis: “Se ci penso… manco so come si scrive, il numero 92… Sono a letto. Questo è lo stato dell’arte: doloroso, e noioso".
Poi sulle sue condizioni conferma di avere "la testa che frulla un po’. Mi ricordo bene le cose di cinquant’anni fa, ma non quelle dell’altro ieri. Mi sa che qualche ingranaggio non funziona più. Vorrei vivere un giorno senza dolore. Perché ho questo dolore fisso all’osso sacro che mi impedisce di muovermi. Le hanno provate tutte. E poi mi manca la peppa. Mi chiamano tutti i giorni, gli amici. Mi dicono che manca il quarto per giocare a carte. Ma mi manca il riposo, anche se tu dirai ‘ma come, sei a letto…’".
"No, con questo dolore è permanente non c’è un attimo di riposo. Ho battuto il cancro, ma non la vecchiaia, come dicono i miei figli. Mio figlio Giorgio? Ci sono quelli che si buttano per terra, che si disperano. No, io non sono tra quelli. Rivedo Giorgio come fosse oggi, lo ricordo soffrire: stava male, non si alzava dal letto. Soffriva tanto. Sua moglie, Carola, è stata una santa. È stata brava. Proprio tanto. Adesso lei e la piccola Nicola vivono da una zia”, ha spiegato.
Pietrangeli ricorda col sorriso un episodio accaduto nei giorni scorsi: "Mi squilla il telefono, ma io in quel momento avevo una crisi di tosse. Alla fine rispondo, ma tossivo e non capivo bene le parole dell’interlocutore. Così continuavo a dire: ‘ma chi sei? Chi sei?’. Perché dall’altra parte del telefono c’era una vocina gentile che quasi sussurrava. E alla fine ho sentito: ‘Sono Sergio Mattarella…’. Che figuraccia, non ho smesso di scusarmi poi con la sua segretaria“.
Su Sinner: "Nelle interviste mi cambiano le parole. Sai, alla fine quello che non capisco è come la gente possa pensare che io voglia parlare male di Sinner perché rosico. Ma perché? Perché dovrei parlarne male? Ma come si permettono? Ma chi li conosce?”.








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