Padovano racconta: "Dalle cene con Zidane e Del Piero, a quelle in cella con Bonny e Gigi"
L'ex attaccante di Napoli e Juventus ha raccontato il suo calvario, dal calcio alla galera fino alla meritata libertà.

Un percorso lungo, travagliato, che si è concluso nel modo più giusto. La storia di Michele Padovano è una montagna russa di emozioni, che passa per la vittoria della Champions League con la Juventus al processo durato 17 anni, finalmente terminato. Con l'uscita del suo nuovo libro "Tra la Champions e la libertà", Padovano racconta la sua vita, fatta di persone vere, autentiche, che lo hanno aiutato ad uscire da una situazione molto complicata. L'ex attaccante si è raccontato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com: "Finalmente dopo 17 anni di calvario giudiziario posso svegliarmi la mattina sereno, consapevole di aver lasciato tutto alle spalle. Penso che insieme alla mia famiglia posso guardare il futuro molto più serenamente".
La serenità, cosa data per scontata nel mondo del calcio, soprattutto nei confronti di un giocatore che nella sua carriera vanta una Champions League da protagonista, l'ultima vinta dalla Juventus nella stagione 1995-96. "Vincere la Champions è un percorso lungo e difficile, lo scorso anno l'Inter l'ha sfiorata e se la sarebbe anche meritata. Il segreto per vincerla non lo ha nessuno, è la competizione per eccellenza, è importante che ci sia un club alle spalle e un gruppo affiatato".
Nel corso del suo calvario giudiziario, Michele Padovano ha dovuto assistere a uno degli eventi più iconici dello sport italiano dal carcere. Il 9 di luglio del 2006, giorno della finale dei Mondiali in Germania vinti dall'Italia di Marcello Lippi, Padovano aveva subito da pochi mesi l'arresto, dovendo rimanere lontano dalla sua famiglia e dai suoi compagni di una vita, che quella sera erano in campo: "Ho fatto il tifo per loro, non ho mai provato un sentimento di invidia nei loro confronti. Anche se mi sarei aspettato una telefonata. Gli sono stato vicino e ho fatto il tifo come non mai".
Padovano racconta della grande magnanimità dei suoi compagni di carcere, con i quali ha dovuto condividere questa brutta esperienza: "In carcere ho trovato grande umanità, all'inizio pensavo che questo trattamento privilegiato fosse perché ero un ex-calciatore. Invece, man mano che il tempo trascorreva, vedevo che anche con gli altri nuovi arrivi c'era molta disponibilità, di questo ricordo il mio compagno di cella Bonny e l'altro Gigi, che veniva in socialità a mangiare nella nostra cella".
Serve anche quel poco di spensieratezza, cosa che ha caratterizzato Padovano anche in campo: "Faccio sempre questo esempio, prima cenavo con Zidane e Del Piero nei più grandi alberghi 5 stelle, mentre in quella situazione ero con Bonny e Gigi con vista water (ride, ndr)".
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