Bastoni da applausi, non dimentica Conte. Poi cita la prima vittoria a Napoli e l'errore di Lukaku
"All'Atalanta non giocavo, poi ho fatto una buona stagione al Parma e sono tornato che c'era Conte", ha ricordato il difensore.

Nell'intervista rilasciato a "Passa dal BSMT", podcast di Gianluca Gazzoli, il difensore dell'Inter, Alessandro Bastoni ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate da FcInterNews. Ecco i passaggi salienti: "Inter? L'ho saputo l'anno prima di andare in prestito a Parma. In un autogrill, mi sono incontrato con il mio procuratore, che mi ha detto: "Ascolta, cosa vuoi fare? Vuoi andare all'Inter?". E niente, non ho esitato, gli ho detto subito di sì".
Quindi parole da applausi e ricche di riconoscenza per Antonio Conte: "Poi ovviamente da lì a sapere che sarei diventato un giocatore dell’Inter non l’avrei mai detto in così poco tempo. All’Atalanta non giocavo, poi ho fatto una buona stagione al Parma e sono tornato che c’era Conte. C’erano tanti giocatori forti, Skriniar, De Vrij, Godin e io pensavo che nona avrei mai giocato, gli ho chiesto di andare in prestito, gliel’ho chiesto 50 volte, ma lui non ne ha voluto sapere, ha voluto tenermi a tutti i coti. E da ottobre mi ha messo dentro".
"Cosa ha visto Conte in me? Lui - ha continuato Bastoni - è un appassionato di calcio, sono convinto che abbia visto tutte le mie partite a Parma, è molto concentrato e attento a queste cose. Secondo me ha visto delle qualità che in quel momento all’Inter mancavano, perché io di tutto il reparto difensivo ero l'unico mancino e giocando a tre ne aveva bisogno. Sapeva anche lui che all’inizio non ero pronto assolutamente perché fare un salto così grande non è facile. Però poi ha visto che avevo delle potenzialità, che potevo far bene e poi ha avuto la cosa più importante, che è stato il coraggio di buttarmi dentro".
"Quando ho capito che sarei stato davvero un giocatore dell’Inter? L’esordio a Genova con la Sampdoria, ma soprattutto la vittoria a Napoli nel periodo di Natale, mi ha messo titolare, abbiamo fatto bene e da lì ho capito che potevo essere un titolare dell’Inter. L’unico modo per crescere è giocare, giocare e magari anche sbagliare, fare le cose centomila volte", ha continuato.
Sulla nazionale: "L’Europeo? Tanti segnali ci hanno detto che potevamo farcela, il gol sbagliato da Lukaku da un centimetro, la vittoria ai rigori contro la Spagna. A quel punto inizi a crederci. C’erano gli inglesi che continuavano a cantare ‘It’s coming home’ e invece non è tornato a casa. È stato bello, quell’estate tutti ci festeggiavano. Però nel calcio bisogna essere bravi a resettare subito".
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