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Scopriamo l'Eintracht di Toppmoller, come battere la compagine tedesca

Alla scoperta dell'Eintracht Francoforte di Dino Toppmoller. Analizziamo la squadra tedesca avversaria del Napoli in Champions League.


Alessandro D'AriaAlessandro D'AriaMatch Analyst

03/11/2025 20:34 - Coppe
Scopriamo l'Eintracht di Toppmoller, come battere la compagine tedesca

Al Maradona il Napoli fronteggerà una delle squadre più giovani d’Europa, l'Eintracht Francoforte, da molti definita tra quelle più divertenti, certamente una tra le più spregiudicate in fase offensiva, a scapito spesso della fase difensiva. I tedeschi, ottavi in Bundesliga con 14 punti frutto di 4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte con 22 reti all’attivo (secondo miglior attacco) e ben 19 al passivo (seconda peggior difesa) giungono al Maradona appaiati al Napoli nella classifica di Champions, con 3 punti (ventiduesimi) ma con una miglior differenza reti (-4 contro il -5 degli azzurri)  e con 7 reti all’attivo e 11 al passivo, nelle tre gare sinora disputate, con una vittoria squillante per 5-1 ai danni del Galatasaray, e due pesanti sconfitte per 1-5 contro Atletico Madrid e Liverpool. Da sottolineare come i tedeschi possano vantare il miglior attacco esterno della Bundesliga con 13 reti al pari del Bayern Monaco, ma anche la peggior difesa esterna, ben 11 reti al passivo. Vediamo quali possono essere le chiavi tattiche della sfida, non prima però di avere descritto filosofia di gioco e identità tattica dei tedeschi.


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Alla scoperta dell'Eintracht di Toppmoller

Ex buon calciatore e figlio d’arte, suo padre Klauss dopo essere stato calciatore è stato un grande allenatore in Germania, dopo l’esperienza esaltante al Dudelange in Lussemburgo portato a 3 titoli consecutivi e ad una storica qualificazione alla Europa League, ha maturato tra il 2020 e il 2023 la sua esperienza professionale più significativa da vice allenatore di Julian Nagelsmann, prima al Lipsia e poi al Bayern Monaco. Anni che hanno influenzato certamente la sua filosofia di gioco e gli sono valsi il suo primo contratto da allenatore per un club importante come l’Eintracht. Qui, nel suo primo anno pieno la squadra ha mostrato un evidente sviluppo in tutte le aree del gioco. Sotto la sua guida l’Eintracht ha raggiunto buoni risultati in campionato: è riuscita ad assicurarsi nuovamente la qualificazione europea, dove, da progetto, si mira a consolidarne la permanenza. Il club si posiziona come una delle società più interessanti della Bundesliga per lo sviluppo dei giovani, la mentalità e l’ambizione. Non a caso la squadra di Toppmoller, abilissimo a lavorare con i giovani e a valorizzarli, figura al sesto posto per età media della rosa più bassa a livello top 5 campionati europei, quinta in Champions e prima in Bundesliga in questa statistica. Al tecnico tedesco si devono importanti plusvalenze ricavate dalla valorizzazione con conseguente apprezzamento del valore del cartellino di elementi come Kolo Muani, Marmoush, Ekitikè. Ma oggi questa linea verde ha i nomi del terzino Nathaniel Brown (22), dei trequartisti Matteo Bahoya (20) e Can Uzun (20), del difensore centrale Nnamdi Collins (21), del portiere Kaua Santos (22) e del mediano Oscar Hojlund (20), fratello di Rasmuss. Lo stesso allenatore, con i suoi 45 anni da compiere a novembre, risulta tra i più giovani della Bundesliga. Questa linea verde, ha portato un’aria di freschezza e di entusiasmo, tradotte sul campo in un atteggiamento garibaldino e a tratti anche fin troppo “allegro” e sbarazzino. Altro lato della medaglia si un progetto basato sulla crescita dei giovani è certamente legato alla possibilità che possa subire cali o difficoltà contro avversari molto esperti o ben organizzati, specie in Europa. Coesione, costanza e capacità di risultare letali in attacco possono essere migliorate, così come l’adattamento dei giocatori ai dettami tattici e alla pressione di giocare su più fronti sono elementi da monitorare. Da una attenta analisi Toppmoller porta con sé un approccio tattico analitico, con grande attenzione alla pressione in fase avanzata, sfruttamento delle corsie laterali e capacità di reagire e gestire momenti di difficoltà durante la partita. Toppmoller, dopo essere partito con un sistema difensivo a 4, a seguito di notevoli difficoltà registrate nella fase difensiva e allo scopo di ricercare il giusto equilibrio, sembra orientato a continuare con una linea a 3. Fautore della costruzione dal basso, con due mediani che aiutano la circolazione e la progressione della palla, Toppmoller tende a valorizzare molto il gioco negli half-spaces e gli attaccanti che si muovono tra le linee. Grande enfasi è posta sul concetto di recupero palla rapido e transizioni offensive immediate. Nella fase difensiva l’obbiettivo è chiudere gli spazi centrali e indirizzare il gioco degli avversari sulle fasce. Anche il pressing è organizzato fin dagli attaccanti che orientano la pressione per spingere gli avversari verso linee di passaggio forzate.


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LE CHIAVI TATTICHE

Dunque l’Eintracht Francoforte di Dino Toppmoller è una squadra ben organizzata, tuttavia con alcuni punti vulnerabili strutturali e comportamentali che si possono sfruttare, vediamo come.

1. Costruzione dal basso – Vulnerabilità sotto pressione

L’Eintracht tende a costruire con una linea a 3 (Koch – Kristensen – Theate) più uno tra Chaibi e Larsson davanti. Quando è pressata in modo sincronizzato, la squadra fatica a trovare soluzioni verticali pulite. Il portiere Zetterer non è un “playmaker” e sotto pressione può scegliere il lancio lungo forzato. Ecco quindi che un pressing mirato a isolare chi tra Chaibi e Larsson si abbassa a impostare, bloccando la linea di passaggio dal centrale a lui, e indirizzando il gioco verso il lato sinistro, dove spesso la rotazione è più lenta, può essere un modo efficace per recuperare palla alti e andare poi di transizione offensiva veloce; l’Eintracht soffre molto le transizioni difensive “corte”, vale a dire quando perde palla in uscita.

2. Difesa posizionale – Linea non velocissima, vulnerabile in profondità

Koch e Kristensen sono centrali solidi ma poco esplosivi sui primi metri. Se la linea difensiva si alza, possono subire tagli o lanci alle spalle. Ecco quindi che Hojlund o Neres possono sfruttare questa debolezza con attacchi alla profondità e movimenti continui dietro la linea difensiva. Il centrocampo azzurro, con palle filtranti o lanci diagonali da 30-40 metri, potrebbe sorprendere la linea, ma anche inserimenti centrali a turno di McTominay o di Anguissa, alle spalle dei difensori, quando il mediano è attratto dal pallone, potrebbero risultare letali. Inoltre, sui calci piazzati i difensori faticano a gestire marcature miste e seconde palle.

3. Transizione difensiva – Spazi tra le linee e coperture lente

Quando perdono palla in costruzione, gli uomini di Toppmoller lasciano ampi spazi tra centrocampo e difesa, perché gli esterni spingono molto e il mediano resta spesso solo a protezione. Il Napoli quindi, dopo il recupero del possesso dovrebbe cercare di verticalizzare immediatamente sul corridoio centrale, dove i difensori devono uscire ma non trovano appoggio. Anche in fase di costruzione dal basso il Napoli potrebbe provare ad attirare la pressione per poi cambiare lato e attaccare la zona di mezzo con tre uomini.

4. Fase offensiva – Dipendenza da Gotze e dagli esterni

La manovra offensiva è prevedibile se vengono chiuse le linee interne: Gotze detta i ritmi, Bahoya/Doan cercano dribbling, mentre il centravanti Burkardt aspetta di essere servito.

Ecco dunque che se il Napoli taglia i collegamenti centrali, la squadra tende a crossare da posizione statica, situazione facilmente gestibile. Questa dinamica è realizzabile con un blocco medio compatto (4-4-2 o 5-3-2), chiudendo i corridoi interni e obbligando gli avversari ad allargarsi. Rompere il ritmo dell’Eintracht è senza dubbio una chiave importante, obbiettivo raggiungibile pressando soprattutto Mario Gotze appena riceve spalle alla porta, visto che spesso si abbassa molto, isolandosi dal reparto offensivo. In questa ottica, fondamentale anche il raddoppio sistematico sugli esterni (Doan, Brown) che li obbligherebbe al retropassaggio rompendo il ritmo.

eintracht grafica 1

5. Mentalità e gestione delle partite

Come detto l’Eintracht è una squadra giovane, ancora in costruzione: può perdere compattezza nei momenti difficili, soprattutto fuori casa o dopo aver subito gol. Per questo motivo il Napoli, specie se dovesse riuscire ad andare in vantaggio, dovrebbe mantenere un ritmo alto per almeno 10 minuti: l’Eintracht tende a subire il secondo gol se non reagisce subito. Anche forzare duelli individuali e situazioni emotive (secondi palloni, contatti, pubblico) potrebbe portare i ragazzi di Toppmoller a uscire dal piano tattico. Conte infine potrebbe pensare a inserire giocatori fisici e aggressivi nella ripresa poiché la loro intensità cala dopo il 70’. Un attento studio che abbiamo realizzato, e per il quale proponiamo la grafica esplicativa, ha evidenziato come la squadra di Toppmoller tenda a perdere efficacia offensiva e al contempo a subire in fase difensiva nella parte finale delle partite. In particolare notiamo come la colonna verde relativa al periodo delle partite dopo il minuto 76, evidenzi una crescita notevole in quanto a tiri subiti e gol subiti. Sono infatti ben 29 i tiri subiti (27%) e 7 le reti incassate (37%) dagli uomini di Toppmoller dal minuto 76 a seguire. Al tempo stesso, nello stesso periodo di gioco, sono solo 19 su 120 i tiri verso la porta avversaria (16%) e soprattutto soltanto 2 le reti messe a segno (9%), indice di calo fisico e di difficoltà nel mantenere la tensione per l’intera gara.

eintracht grafica 2


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Alessandro D'AriaAlessandro D'Aria
Match Analyst e Football Data Analyst certificato ed abilitato alla professione. Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, a fine anni '90 ha seguito da vicino il Napoli, sia Primavera che prima squadra.

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