Beccantini: "Lo squalo Hojlund si è mangiato la sardina". Poi il soprannome a Conte
Roberto Beccantini, prestigiosa firma del giornalismo sportivo italiano, ha analizzato con il suo inconfondibile stile il momento del Napoli.

Roberto Beccantini, decano di giornalisti sportivi italiani, ha commentato la vittoria del Napoli in Supercoppa italiana contro il Milan. La finale sarà contro il Bologna di Vincenzo Italiano che ha battuto l'Inter di Chivu ai calci di rigore dopo l'1-1 nei tempi regolamentari.
Queste le parole di Beccantini che ha esaltato Hojlund: "Puoi spostarlo dovunque, il calcio, ma anche nell’Arabia dello sportswashing vince il centravanti. Non è una legge: è una tendenza. Il Percussionista (soprannome dato a Conte, ndr) l’aveva, il Feticista no. Napoli due Milan zero di Supercoppa ruota attorno alle ante e alle zanne di Højlund: il cross rasoterra per il gol di Neres; il diagonale del raddoppio. In entrambi i casi, il danesone si mangia De Winter (uno squalo contro una sardina); in entrambi i casi, Maignan torna sulla terra e pasticcia, confuso. Una sola paratona, stavolta: su Rasmus, fra le due pere.
Ed ha aggiunto: "Sino al 39’, per la cronaca, era stata una partita da tirare a campare – sempre meglio, secondo il divo Giulio, che "tirare le cuoia" – con il Milan più vicino al gol: Loftus-Cheek (soprattutto lui, murato da Milinkovic-Savic) Rabiot, Saelemaekers, Nkunku. Il quale Nkunku – a differenza del «nove» avversario – vagava per le zolle senza garantire pericolosità o profondità. Un Ufo innocente. Un calco rugoso di Gimenez. Già orfano di Leao – mina che può esplodere sull’obiettivo, ma pure in mano – il Feticista aveva rinunciato a Modric e Bartesaghi, oltre all’acciaccato Gabbia (che, visto De Winter, uhm) Il Percussionista no: avanti popolo. Le sette sconfitte lontano dal Maradona gli bruciavano. Il sipario è calato sul timbro di Højlund, al 64’".
Ed ha concluso: "Se per lunghi tratti era stato complicato distinguere le tracce filosofiche dei docenti – in quell’orgia di ritmi bassi, errori tecnici, banalità assortite – dopo il bis è stato facilissimo. I campioni, gestione placida degli spigoli. Gli sfidanti, nonostante l’ingresso di Modric al posto di Jashari (titolare d’emergenza, da sei), torello frigido e nessun tiro. Unici brividi, chiamiamoli così, il bisticcio tra McTominay e Tomori e uno sgorbio balistico dello scozzese".
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