Scopriamo il Verona di Zanetti, nel dopo-Baroni cerca un miracolo bis
Alla scoperta dell'Hellas Verona. L'analisi tattica degli scaligeri, la squadra di Paolo Zanetti affronterà il Napoli nella ventesima giornata del campionato di Serie A.

Dopo una seconda parte di stagione dal carattere epico e caotico di una squadra che, con risorse limitate, ha saputo stupire tutti e sfidare le aspettative, con Baroni condottiero, era prevedibile una annata difficile per il nuovo Verona di Zanetti. Era stato davvero intrigante il modo in cui l'Hellas si era trasformato in una “armata di reietti” capace di esprimere un’identità unica e uno stile di gioco radicale, basato su intensità, aggressività e il pressing forsennato, il tutto dopo che nel mercato di gennaio la squadra era stata letteralmente smantellata e rifatta assemblando vari scarti di club di varia nazionalità. L’Hellas aveva messo insieme più punti nel girone di ritorno che in quello d’andata. Se nelle prime 19 giornate la squadra aveva messo insieme 14 punti, al ritorno ne ha fatti 23, risultando la dodicesima del campionato nel solo girone di ritorno. Un segno, inequivocabile, che la squadra del girone di ritorno, costruita con un miracolo di furbizia e immaginazione dal DS Sean Sogliano, è stata più competitiva di quella di ritorno.
Il lavoro del tecnico Marco Baroni è stato, senza esagerazioni, tra i più incredibili della scorsa stagione di calcio europeo. Un calcio fatto di pressing, intensità, aggressività smodata uomo contro uomo. Un calcio sempre sul filo tra la gloria e il disastro. L’Hellas è stata l’emblema del calcio disperato ma efficace: pressing altissimo, riaggressione feroce, e una tattica basata sullo sfruttamento massimo delle capacità atletiche dei giocatori. I dati sulle palle recuperate e il PPDA sottolineano quanto questa filosofia fosse intensa e coraggiosa. Quell’Hellas è stata la quinta squadra in Serie A per palle recuperate in pressing, quarta per palle recuperate in riaggressione, quarta col PPDA più basso; insomma, una squadra in cima a quasi tutte le metriche misurano l’efficienza del pressing. Tutto questo con l’obiettivo di salvarsi, con giocatori assemblati all’ultimo momento e provenienti da tutto il mondo.
IL DIFFICILE DOPO-BARONI
Il ritorno però ai giorni nostri vede una Hellas di nuovo in macerie: Baroni è andato alla Lazio e si è portato via Tijani Noslin. Altri giocatori chiave della scorsa stagione sono stati ceduti. Folorunsho, Bonazzoli e Swiderski hanno terminato il prestito, Cabal è andato alla Juventus per 12,8 milioni. Dietro il fumo delle macerie, altri sicari che il ds Sogliano ha pescato in giro per il mondo perseguendo una logica oscura ma intrigante, dopo la esperienza dello scorso anno, in cui Marco Baroni aveva orchestrato una delle più sorprendenti salvezze degli ultimi anni, nonostante una rosa continuamente smantellata. Con l’arrivo di Paolo Zanetti, l’Hellas sembrava voler mantenere lo spirito battagliero delle ultime stagioni, nonostante un’altra rivoluzione nella rosa. Zanetti portava con sé una mentalità simile a quella di Baroni, incentrata sull’organizzazione difensiva e l’intensità senza palla. E proprio l’inizio trionfale ai danni del Napoli di Conte, battuto con queste armi con un netto tre a zero, aveva forse illuso i più che si erano indovinati ancora una volta gli innesti giusti. Tuttavia, la mancanza di continuità negli interpreti e un mercato rischioso hanno reso l’avvio di questa nuova era una sfida davvero difficile da vincere.
I nuovi arrivi, da Mosquera a Livramento, passando per Suslov e Harroui, compongono un mosaico di talenti sconosciuti o sottovalutati, pescati da campionati periferici. Questo approccio, tipico del DS Sean Sogliano, segue una logica tanto affascinante quanto imprevedibile. La sfida principale ancora una volta era quella di trasformare questo gruppo eterogeneo in una squadra coesa e competitiva. In molti forse speravano che Il Verona sorprendesse ancora, con giocatori come Suslov e Livramento che si rivelassero decisivi al punto che la squadra diventasse solida difensivamente e ottenesse la salvezza con anticipo. Tuttavia Zanetti non è riuscito al momento a ripetere la magia di Baroni. L’Hellas si ritrova in difficoltà sia in fase difensiva che offensiva, e la classifica è alquanto deficitaria.
IL SISTEMA DI GIOCO
Paolo Zanetti, nominato allenatore dell'Hellas Verona nel giugno 2024, ha introdotto un'identità tattica focalizzata su un calcio offensivo e dinamico. Predilige il modulo 4-3-1-2, che in fase difensiva può trasformarsi in un 4-4-2, mentre in possesso palla si evolve in un 3-4-1-2, garantendo flessibilità e adattabilità durante le diverse fasi di gioco. La sua filosofia di gioco enfatizza la verticalità e le giocate nello stretto, richiedendo ai giocatori di essere abili nel pressing e nell'aggressione, sia fisicamente che mentalmente. Tuttavia, nel corso della stagione, il Verona ha attraversato una fase critica, con 9 sconfitte nelle ultime 11 partite, subendo pesanti sconfitte come il 0-5 contro l'Inter e il 6-1 contro l'Atalanta. Questa situazione ha sollevato dubbi sull'efficacia delle fondamenta tecnico-tattiche della squadra. Nonostante le difficoltà, Zanetti ha continuato a lavorare per consolidare l'identità della squadra, apportando modifiche ai moduli e agli interpreti per trovare la giusta alchimia. Una quadratura che, dopo un rendimento isterico caratterizzato da 7 sconfitte interrotte solo dalla parentesi vincente contro la Roma, sembrerebbe essere stata trovata dal nuovo tecnico che ha pareggiato la prima gara del campionato proprio nell’ultima sfida casalinga contro la tignosa Udinese e che nelle ultime due trasferte ha conseguito due vittorie, a Parma e a Bologna, entrambe per tre reti a due. Alla base di questo equilibrio ritrovato il ritorno della difesa a tre e ad una mediana che lavora maggiormente a protezione della linea difensiva, sistema che sembra aver conferito maggiore protezione a Montipò.
LE METRICHE
FASE DIFENSIVA
C’è ancora Montipò in porta e insieme ai senatori Coppola, Dawidowicz e Magnani, la nota lieta Ghilardi, giovane talento attenzionato tra l’altro proprio dal Napoli. Tuttavia, come accennavamo, il Verona ha la peggiore difesa della lega e si distingue in negativo anche in quanto a numero di tiri in porta subiti a partita – ultima con 5,63 – e risulta penultimo anche in quanto a expected goals subiti.
LINEA MEDIANA
FASE DI NON POSSESSO
Il centrocampo con Serdar (assente per squalifica), Duda, e il gioiellino Belahyane e con la batteria di trequartisti Kastanos, Suslov, Harroui, risulta un reparto interessante, completato sulle catene laterali da elementi di affidamento come Lazovic, Faraoni, Bradaric e Daniluc, mentre il nuovo acquisto, il terzino sinistro Martin Frese, danese di 26 anni che ha giocato tutta la sua carriera al Nordsjaelland, è ancora fermo per infortunio. Il reparto garantisce una buona metrica nelle palle recuperate – nono posto con media di 37,42 recuperi a partita – e un ottimo riscontro nei contrasti vinti – terzo con 10,63 di media partita – ma al contempo mostra una linea in blocco alquanto basso – quart’ultimo per altezza linea difensiva con 43.7 metri -. La rudezza di alcuni interpreti di centrocampo, figlia comunque delle caratteristiche ma anche della filosofia aggressiva del tecnico, sono evidenziate dalle metriche di carattere disciplinare. Gli scaligeri sono la seconda squadra per falli commessi – 14,89 di media a partita – primi in quanto a media ammoniti – 2,84 a partita – e primi per espulsioni – ben 6 in 19 gare. L’atteggiamento di blocco basso è evidenziato anche da un valore del PPDA molto alto, 13,99, il penultimo della lega.
FASE DI POSSESSO
L’analisi delle metriche relative alla fase di possesso evidenzia uno dei problemi principali degli scaligeri, la mancanza di qualità. Ultimi per percentuale di possesso palla con 38,98%, e per Field Tilt – possesso nell’ultimo terzo di campo – con 37,50%, penultimi per precisione nei passaggi con il 74,80%. Di contro, la filosofia di verticalizzare quanto prima viene evidenziata dalla percentuale di passaggi in avanti, la migliore in Campionato con il 38,52%.
FASE OFFENSIVA
In attacco erano arrivate due punte, Mosquera e Livramento ma nessuna delle due sembrava offrire grandi garanzie. Mosquera è uno degli acquisti misteriosi del mago Sogliano. Arrivato a 25 anni dopo una carriera tutta passata in Colombia. Ha giocato nell’America de Cali ma dopo aver deluso lo scorso anno lo ha trascorso in prestito all’Atletico Bucaramanga, squadra arrivata undicesima, in cui ha segnato 7 gol. È un attaccante dinamico e forte fisicamente, difficile da spostare se carica la porta frontalmente. Dailon Livramento è invece un acquisto dall’Olanda, da dove Sogliano prese anche Noslin. Livramento però era in una squadra da metà classifica di seconda divisione, il club di Maastricht MVV. Reduce da una grande stagione, è un attaccante rapido, che in carriera ha giocato anche esterno, e discretamente tecnico. Calcia bene col destro ma quando è costretto anche col sinistro. Gli innesti successivi di Tengstedt – 6 reti in 17 gare - e di Sarr – 3 reti in 13 apparizioni - sembrano aver portato imprevedibilità, velocità e maggior qualità in fase di concretizzazione. Tuttavia il Verona costruisce ancora poco con il terz’ultimo posto per tiri totali con media di 9,79 a partita, e con l’ultimo posto per tiri nello specchio con media 2,58 a gara. Buona la percentuale di conversione in gol delle occasioni create, la quarta con 11,83%. Male invece la media di passaggi filtranti, penultima con 0,58 di media a partita.
ANALISI SWOT – PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
Come di consueto vogliamo sintetizzare nella grafica seguente quelli che sono i punti di forza e di debolezza della squadra veneta. Da quanto analizzato emergono una buona capacità nella verticalizzazione rapida dopo la riconquista del possesso, una discreta capacità di capitalizzare le poche occasioni create, e l’ottimo inserimento di Tengstedt nelle dinamiche offensive di Zanetti capace nelle ultime due trasferte di Parma e di Bologna di produrre due importanti vittorie. Di contro la nostra analisi ha evidenziato una certa difficoltà nella fase difensiva e in generale nella protezione della porta, minacciata spesso dall’interno della area di rigore e con particolari difficoltà sui calci da corner – ben 5 reti subite -. Elemento discriminante importante sarà legato poi alla gestione della gara da parte del giovane arbitro Luca Zufferli di San Daniele del Friuli, sedici presenze in Serie A, sette in questa stagione, che si troverà di fronte alla squadra più ammonita del campionato – il Verona con 2,84 di media – e più espulsa – ben 6 rossi in stagione – e a quella meno ammonita – il Napoli 1,16 di media – e meno espulsa – 0 rossi – della lega.





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