Torino-Napoli, analisi dell'avversario: il punto del Match Analyst
Il Napoli è ospite del Torino per la 19° giornata di Serie A, "giro di boa" del campionato 2023-2024.

Il Napoli chiude il suo girone di andata con la trasferta di Torino dove è atteso da una squadra granata decima in classifica con 24 punti a soli 4 dalla squadra di Mazzarri. La compagine di Juric, al terzo anno in panchina, è alle prese con il problema della scarsa produzione offensiva dovuta ad una mancanza di fluidità nella manovra di attacco dove latitano spesso giocate risolutive e dove, fatta eccezione per il neo acquisto Duvan Zapata, perdura una certa sterilità. La filosofia portata dal tecnico croato 3 anni fa era caratterizzata da una aggressione alta a recuperare palla talvolta anche nella area di rigore avversaria grazie alla aggressività e alla fisicità di molti interpreti. I vari Pobega e Mandragora, ma anche Lukic e Bremer permettevano di recuperare palla immediatamente e di sporcare le linee di passaggio avversarie andando al recupero delle seconde palle con ottima efficacia. Già però al secondo anno, con la cessione di questi elementi ai quali si è aggiunta quella di Belotti, e con gli innesti di Ricci e di Ilic in mezzo al campo, Juric ha in parte cambiato l'approccio tattico alle gare votato ad una minore aggressione e ad una manovra dotata di maggiori geometrie e più fluidità. Questo approccio, con l'inserimento di Vlasic e di Miranchuk in trequarti, ha consentito maggior qualità e fraseggio in possesso palla, ma non ha mai risolto il problema della sterilità offensiva imputabile in buona parte alla scarsa capacità realizzativa di un reparto offensivo in cui Sanabria, il quale non è mai stato un cannoniere, a fatica ha chiuso la scorsa stagione con 12 reti all'attivo.
Problemi di produzione offensiva per il Toro
Quest'anno, con l'arrivo del colombiano ex Napoli Zapata, Juric può contare su un elemento che tenga in apprensione le difese avversarie aprendo spazi per eventuali inserimenti in zona gol dei compagni di reparto e di mediana. Al tempo stesso il tecnico granata sta provando a codificare giocate che mettano il colombiano in condizione di essere servito anche in situazioni di finalizzazione della manovra. Al terzo anno infatti è evidente come il gioco dei granata sia divenuto conosciuto e prevedibile da parte degli avversari, nonché ancora privo di fantasia dal momento che anche quest'anno il gioco si sviluppa in modo tutto sommato buono fino alla zona di trequarti ma poi nella zona nevralgica finisce per essere poco incisivo. Al contrario della scorsa stagione in cui erano chiare le difficoltà nel concludere azioni ben congegnate, quest'anno la criticità sta nel portare pochi pericoli alle difese avversarie. Basta dare un rapido sguardo a pochi significativi dati: 10,6 tiri a gara (ultimo in graduatoria), 15 reti realizzate - di cui 13 in area di rigore - ossia 0,8 di media a partita (penultimo in graduatoria) e un xG di 1,05 (sedicesimo della lega). Le cause di una tale involuzione possono essere molteplici; la involuzione dei 2 perni di centrocampo Ilic e Ricci, ma anche la atavica imprecisione nella proposta offensiva da parte degli esterni; inoltre pare che Juric non abbia ancora trovato la quadratura nella trequarti dove non ha di fatto ancora trovato una coppia consolidata visto che Radonjic manca di continuità, Seck tende ad essere molto disordinato, mentre Karamoh sembra finito indietro nella considerazione di Juric. Il solo Vlasic è da considerarsi punto fermo. In questo contesto, come già succedeva a Belotti, Zapata si trova a giocare spesso con le spalle alla porta finendo per macinare chilometri per cercare un pallone giocabile, mentre delle altre due punte Sanabria non vive una stagione all'altezza della precedente e Pellegri, infortuni a parte, entra con grande voglia ma spesso con poca sostanza. Con la partenza di Miranchuk va poi sottolineato che viene a mancare il passaggio illuminante, e nessuno dei trequartisti in rosa sembra dotato della fantasia e dell'estro che occorrerebbero in un sistema di gioco con 2 elementi a supporto della punta. Anche per questo motivo contro il Napoli è fortemente probabile che Juric provi a schierare un solo trequartista Vlasic e Sanabria come seconda punta a svariare intorno a Zapata, e questo sebbene il tecnico granata abbia più volte dichiarato di non gradire particolarmente un sistema con 2 punte.
Crisi di identità e PPDA (Pass Allowed Per Defensive Action)
Rispetto al modello gasperiniano seguito da Juric con marcature uomo su uomo a tutto campo, recupero alto e transizioni brevi, i numeri ci raccontano di una vera e propria crisi di identità; in particolare il dato ci viene da un indice chiamato PPDA che è stato messo a punto da Colin Trainor e che permette di confrontare la pressione portata dalle squadre nella metà campo offensiva in fase di non possesso; esso consiste nel rapporto tra il numero di passaggi effettuati dalla squadra che imposta e il numero di azioni difensive (tackle, intercetti e falli) compiute dalla squadra che aggredisce senza palla; più basso è il valore di questo indice, più alta sarà la pressione applicata dalla squadra in non possesso. Ebbene nel caso del Torino questo dato è passato da 10,44 dello scorso anno a 12,93 di quest'anno, ossia uno dei più alti del campionato; curioso notare come il Napoli con valore PPDA 10,99 sia secondo in serie a solo alla Fiorentina con 10,76. Questi dati indicano che il Torino non riesce più ad alzare il pressing come in passato e quindi si intuisce come questa dissoluzione della sua identità tattica abbia causato ripercussioni anche sulla fase offensiva. La perdita di qualità sugli esterni poi non aiuta lo sviluppo offensivo, in quanto il Torino è passato da esterni di qualità come Ansaldi, Aina e Singo, ad esterni di gamba come Bellanova, Lazaro e Soppy. Probabilmente anche la scelta di Juric di affidarsi ai lanci lunghissimi di Milinkovic-Savic saltando spesso la costruzione dal basso a beneficio di una soluzione diretta alla ricerca delle seconde palle, non aiuta indubbiamente la qualità nelle manovre dei granata, e di fatto ha probabilmente depresso anche Ilic e Ricci i quali si trovano spesso con spaziature e distanze errate. In sostanza la rigidità con cui Juric applica il suo 1-3-4-2-1 iper verticale sta palesando i limiti della rosa che, per come risulta strutturata, potrebbe suggerire di provare ad attaccare per i corridoi centrali, come già provato nella seconda parte della scorsa stagione e come sperimentato anche da Tudor col Verona, ereditato proprio dalla matrice di Juric, o con il Marsiglia lo scorso anno.

Il sistema di gioco in fase di possesso palla è 1-3-4-2-1, con il portiere Milinkovic-Savic molto abile nello smistare il gioco con i piedi e spesso con costruzione diretta sulle punte. Dei 2 esterni, Bellanova a destra predilige la ricerca del fondo campo grazie anche al suo notevole passo, mentre a sinistra Lazaro prferisce entrare spesso nel campo per dialogare con i trequartisti; in difesa, dopo il grave infortunio dell'ottimo Schuurs, Buongiorno presidia in modo magistrale il centro essendo divenuto ormai un baluardo imprescindibile ed uno dei migliori difensori del torneo, mentre alla sua destra agisce l'adattato Tameze e alla sua sinistra l'esperto Ricardo Rodriguez; i 2 centrocampisti Ilic e Ricci agiscono abbassandosi in fase di impostazione con il secondo più portato alla fase anche difensiva, mentre in zona trequarti Vlasic svaria molto sul fronte offensivo affiancato da Sanabria che agirà da seconda punta dietro il centravanti Duvan Zapata. In fase di non possesso il sistema a 3 diventa a 5 con il consueto abbassamento dei 2 esterni sulla linea di difesa che permettono al Toro di tenere le maglie molto strette e di provare spesso il gioco di anticipo grazie soprattutto alle qualità notevoli in tal senso del giovane Buongiorno. Ricordiamo che il Torino vanta la terza difesa casalinga con sole 6 reti subite, e inoltre con 8,6 tiri di media tiri concessi a partita è la squadra che concede di meno in assoluto tra le mura amiche. Inoltre con 8 clean sheets si colloca al terzo posto in graduatoria.
Punti di forza
Discreta solidità difensiva grazie ad una aggressività ancora notevole e alla prestanza atletica degli interpreti.
Punti di debolezza
Scarsa qualità in generale e in particolare nella proposta offensiva. Crisi di identità tecnico-tattica. In difficoltà con gioco palla a terra e con azioni di smistamento veloce del gioco da un versante all'altro del campo.







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