Sassuolo-Napoli, l'analisi tattica: i 4 "segreti" della travolgente vittoria
L'analisi tattica di Sassuolo-Napoli, nel corso della partita del Mapei Stadium sono emerse alcune situazioni e dati molto interessanti relativi alla squadra diretta da Francesco Calzona.

Quando si vince in trasferta segnando 6 gol nel campionato italiano di Serie A, cosa mai facile a prescindere dalla statura dell'avversario, bisogna cercare un equilibrio tra facili entusiasmi e il giusto valore da attribuire ai responsi del campo. In sede di presentazione della gara avevamo evidenziato come il Sassuolo fosse una squadra che amava giocare e lasciar giocare, e così è stato. Dunque premesso che il Napoli era al cospetto di una squadra in evidente crisi più che tecnica di risultati, e premesso che il fortuito gol del vantaggio di Racic avrebbe potuto stordire la squadra di Calzona che fino a quel momento aveva dominato, vanno evidenziate alcune situazioni di gioco che ci portano a pensare al ritorno di un calcio moderno e esteticamente altamente godibile.
Più dei dati statistici quantitativi che sono schiaccianti, con 27 conclusioni verso la porta di Consigli, 9 delle quali nello specchio, 71% di possesso palla finalmente verticale, 92% di precisione nei passaggi, xG 2,80, sono 2 dati qualitativi che evidenziano un ritorno al futuro: la velocità della palla 45,43 km/h e i 16 passaggi-chiave, a testimonianza che il Napoli ha finalmente fatto sudare il pallone e che ci sia un ritorno al calcio verticale giocato negli spazi. Nel calcio moderno, cosiddetto "fluido" o anche "liquido", fondamentali sono i movimenti che si effettuano lontano dalla palla, è in quelle zone che si originano le azioni. In buona sostanza potremmo affermare che là dove si gioca la palla si vive il passato, il futuro è altrove, è negli spazi lontani dall'azione che si va a concretizzare l'evoluzione delle giocate.
Per capire meglio il concetto ho isolato 4 situazioni tattiche con lavagne che spiegano il ritrovamento di alcuni principi di gioco smarriti:
1. DENSITA' IN AREA, PALLA PER ISOLARE IL LATO DEBOLE
Al minuto 28 su pressione alta il Napoli recupera palla con Mario Rui sul lato sinistro e crea densità in zona palla: lo scopo come si vede poi dall'evoluzione dell'azione è quello di isolare il lato opposto, chiamato con gergo cestistico "lato debole", per portare velocemente con 2 passaggi la palla sul lato destro dove Di Lorenzo può imbucare per l'inserimento nello spazio di Anguissa, mentre Rrahmani taglia nello spazio lasciato libero dal camerunense, il cosiddetto "halfspace", zona in cui viene magistralmente servito con un colpo di tacco e può impattare di prima il pallone senza disturbi per il gol del pari.
2. RICERCA DELLA PROFONDITA' NELL'HALFSPACE
Al minuto 30 il Napoli sviluppa sulla catena di destra dove Di Lorenzo riceve da Rrahmani mentre Politano, ancor prima che il compagno riceva la palla, effettua uno scatto lungo alle spalle di Doig, prendendogli il tempo; il capitano lo serve con i giri e i tempi giusti nello spazio libero e lo stesso fa Politano con un assist al bacio per Osimhen che anticipa Tressoldi e batte Consigli.
3. AGGRESSIONE E RICONQUISTA ALTA
Al minuto 40 su palla lunga di Mario Rui, Kvaratskhelia ci crede nonostante Pedersen sia in chiaro anticipo. Con il georgiano sale quasi tutta la squadra in pressione alta mettendo in difficoltà Mathias Henrique il quale, praticamente ingabbiato, effettua un passaggio orizzontale verso l'altro lato del campo sul quale si avventa Politano che con un tocco di prima fa assist per Osimhen e il 3 a 1 è storia.
4. RIAGGRESSIONE IMMEDIATA
Corre il minuto 68 con il punteggio sul 5 a 1, quando il Napoli perde palla sul proprio lato destro, riconquistata in propria trequarti da Bajrami; su di lui si fionda in prima pressione forte Lobotka e in seconda battuta subito addirittura Ostigard che, spintosi fino alla trequarti d'attacco, con un tackle manda la palla in fallo laterale. Segnali forti di mentalità e autostima.
Per vedere l'analisi tattica di Alessandro D'Aria in video clicca sul play sottostante:








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