Napoli, tre indizi per pensare positivo. Calzona sta lavorando per la svolta
L'analisi dei primi giorni di lavoro di Calzona sulla panchina del Napoli. Premesso che ogni considerazione attuale è destinata ad essere catalogata come prematura, ci sono 3 indizi interessanti.

La prima uscita del Napoli targato Calzona ha lasciato dati e sensazioni che, sia pure con la cautela che si impone in questi casi, fanno pensare in positivo, se non altro dal punto di vista della filosofia di gioco. Ci eravamo abituati a osservare un Napoli passivo, a tratti assuefatto, e che a malincuore si stava calando in una mentalità e in un atteggiamento quasi provinciale, rinnegando il suo stesso Dna di squadra dominante nelle idee e nel tradurre in campo la propria esuberanza tecnica oltre che tattica. Il continuo camaleontismo nei sistemi di gioco e l'idea di doversi adattare di volta in volta all'avversario non ha fatto altro che far proliferare incertezza e crisi identitari e di autostima nella squadra.
Premesso che ogni considerazione attuale è destinata ad essere catalogata come prematura, tuttavia 3 indizi fanno talvolta una prova:
1. Il Napoli ha mostrato un atteggiamento aggressivo, a tratti sfrontato, rischiando specie all'inizio di prendere gol nel tentativo di voler ritornare al futuro come chiesto da Calzona, provando ad uscire dal basso senza mai buttar via il pallone e minimizzando il più possibile il numero di lanci lunghi che alla fine sono stati 65 contro i 68 dei catalani e aggiungerei contro i 91 di media della gestione Mazzarri;
2. Se analizziamo i numeri della gara possiamo osservare come vi siano state 2 partite, una dal primo al trentesimo minuto, l'altra dal minuto 31 alla fine. Ebbene se nei primi 30 minuti Il Barcellona ha avuto un chiaro predominio nella gestione e nella inerzia del gioco concretizzatasi in un possesso palla del 58% con xG pari a 0.36 contro 0 del Napoli e con 6 tiri verso la porta di cui 3 parati da Meret, nei rimanenti 60 i dati si rovesciano, con il Napoli che pareggia il possesso palla al 50%, i catalani che concludono 6 volte verso Meret, con 3 parate e il Napoli che tira 6 volte di cui però una sola volta nello specchio e il dato degli xG che sale per gli uomini di Calzona a 0.87 mentre quello dei catalani scende a 0,34. Ricordiamo che il Barcellona è una compagine che vanta come xG di media un 2,33 e quindi averlo tenuto a fine gara a 0,69 tenendo al contempo il proprio xG a 0,87, quindi più alto dei catalani, vuol dire che si è riusciti a difendere attaccando e subendo via via sempre meno come riportato dai dati. Queste considerazioni possono essere avvalorate dall'osservazione della tabella relativa al cosiddetto "Attack Momentum" che usando un complesso algoritmo descrive in maniera molto precisa il corso della partita in cui i picchi nel grafico mostrano la pressione di una squadra nel corso del match.
3. Col passare quindi dei minuti la convinzione, la fiducia e l'autostima dei partenopei è cresciuta come dimostra la lavagna tattica che riproduce una situazione di riaggressione del Napoli che si è manifestata più volte nella ripresa e che ha portato al pareggio ma anche alla sensazione di poterla vincere. Vediamo come il Napoli, in fase di non possesso, chiudeva le linee di passaggio di Ter Stegen con una prima linea da 4 molto alta lasciando un 2 contro 2 in mezzo al campo e indirizzando la giocata del portiere blaugrana sui lati a beneficio di uno dei 2 centrali grazie al pressing orientato prima di Osimhen e poi di Simeone.
In conclusione, se aggiungiamo che con l'ingresso di Traorè e di Lindstrom Calzona ha trovato linee di passaggio e esplorato spazi nuovi con conseguente aumento della fluidità e della imprevedibilità della manovra, possiamo credere che forse la via giusta sia stata imboccata e che certamente sarà da ora in poi più confortante per gli amanti del calcio vedere in campo una squadra volitiva e dominante come nella sua natura, piuttosto che remissiva e pavida.







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