Caro Mazzarri, cosa difendi... il decimo posto? Tutti i numeri della catastrofe
Il tecnico toscano, dopo la sconfitta di Milano, dovrebbe spiegarci quali sono le sue idee per il prosieguo della stagione, visti i numeri fin qui accumulati.

Il Napoli perde a Milano una partita che, a dispetto dei timori reverenziali che l'hanno preceduta, poteva essere addirittura vinta se gli azzurri fossero stati messi in campo da Walter Mazzarri con un atteggiamento tattico offensivo e non quello per cercare di portare a casa un pareggio dal valore di mezza sconfitta. E purtroppo, dispiace dirlo, ma come i numeri testimoniano ci troviamo di fronte ad una catastrofe di cui si sta rendendo autore il tecnico toscano, a cui siamo tutti affezionati, ma che sta dimostrando di averci capito poco da quando è tornano a Napoli a stagione in corso.
Non vogliamo essere pessimisti, pesanti o "critici del giorno dopo a tutti i costi" nel parlare di catastrofe, ma i numeri sono democratici e dicono quanto segue. Li abbiamo organizzati per competizione (campionato, Coppa Italia, Chmpions League e Supercoppa), li abbiamo quindi sommati ed abbiamo tirato delle conclusioni che, purtroppo, ci accorgiamo essere per nulla felici relativamente alla guida tecnica della squadra che solo un anno fa ha vinto uno scudetto che non sta moralmente difendendo.
Campionato
11 partite - 6 in trasferta - 5 in casa
4 vinte - 1 in trasferta (la prima a Bergamo) e 3 in casa
2 pareggiate - una in trasferta e una in casa
5 perse - tutte in trasferta
7/11 volte senza segnare - 5 in trasferta e una in casa
2/11 clean sheets - uno in trasferta e uno in casa
8 gol fatti - 2 in trasferta (la prima a Bergamo) e 6 in casa
14 gol subiti - 8 in trasferta e 6 in casa
Totale punti 14
Media punti a partita 1,27
Posizione in Classifica - undicesimo
Coppa Italia
1 partita in casa persa
0 Gol fatti
4 gol subiti - Eliminato dal Frosinone
Champions League
2 partite
1 sconfitta in trasferta
1 vinta in casa
1/2 clean sheet in casa
4 gol fatti - 2 in trasferta e 2 in casa
4 gol subiti - 4 in trasferta e 0 in casa
Qualificato agli ottavi
Supercoppa
2 partite in campo neutro
1 vinta
1 persa
1/2 clean sheet
3 gol fatti
1 gol subito
Sconfitto in Finale dall'Inter
Complessivamente
16 partite 7 in trasferta, 7 in casa e 2 in campo neutro
6 vinte - 5 in casa, una in trasferta e una in campo neutro
2 pareggiate - una in casa e una in trasferta
8 perse - una in casa, 6 in trasferta e una in campo neutro
15 gol fatti - 8 in casa, 4 in trasferta e 3 in campo neutro
23 gol subiti - 10 in casa, 12 in trasferta e una in campo neutro
4/16 cleen sheets - 2 in casa, 1 in trasferta e 1 in campo neutro
9/16 partite senza segnare - 3 in casa, 5 in trasferta (le ultime 5 di fila) e una in campo neutro
E abbiamo preso in esame soltanto i numeri più elementari senza addentrarci nei meandri di indici più specifici che in genere chiariscono meglio quelli più generici.
In generale il trend evidenzia come il tecnico toscano ci stia capendo sempre meno da quando è arrivato. Le cose migliori si erano intraviste paradossalmente nelle prime gare a Bergamo che resta la sola trasferta vittoriosa e con gol e a Madrid dove pur sconfitto, grazie ad un atteggiamento tattico non remissivo, riuscì ad uscire dal campo con il consenso della critica per la buona prestazione tecnico-tattica messa in campo per 80 minuti al cospetto di una autentica corazzata.
E' singolare e dal mio punto di vista emblematico il fatto che col passare delle partite, pur riconoscendo attenuanti legate a squalifiche, infortuni e defezioni per la Coppa d'Africa, il Napoli messo in campo da Mazzarri abbia assunto sempre più le sembianze di squadra provinciale nell'atteggiamento tattico e nella mentalità.
Ieri ad esempio, dopo aver assistito ad una due giorni in cui a parte la Roma che pure con l'Inter se l'è giocata, praticamente tutte le dirette aspiranti al posto Champions avevano vinto, e contro un Milan dalla discutibile fase difensiva e con interpreti non di primo livello a causa degli infortuni, il buon Mazzarri ha pensato bene di disporsi in campo con uno schieramento tattico identico a quello di Roma con la Lazio, a dispetto di quanto avevamo caldeggiato in fase di prepartita. Ma la cosa forse più grave è che a dispetto di un sistema che teoricamente avrebbe dovuto garantire più copertura, il Napoli è riuscito a subire gol su una transizione secondaria a difesa praticamente schierata e sull'unica giocata codificata che avevamo anche segnalato nell'analisi pre-partita, giocata che andava preparata con delle preventive e che invece non ha avuto la lettura che avrebbe dovuto avere.
MORALE - Nemmeno la fase difensiva sembra essere stata curata a dovere.
Con rispetto parlando, senza Tomori, Kalulu, Thiaw e dal minuto 42 senza Calabria, il Milan ha terminato la gara con i giovani Simic e Jimenez in campo a dar manforte in difesa a Gabbia. Eppure ancora una volta il messaggio dato agli avversari ma anche alla propria squadra è parso quello di ambire a non perdere, con scelte anche tecniche che definirei a tratti scellerate e incomprensibili. Zielinski in campo e gli uomini che fanno parte del progetto e che vanno integrati, sistematicamente in panca.
Incominciando da Lindstrom, ormai divenuto un tormentone il suo ingiustificato quanto puntuale accantonamento, Politano (che a seguito del rinnovo ufficiale a maggior ragione è sempre più parte integrante del progetto) e Ngonge che insieme al danese era stato protagonista della vittoria in rimonta con il Verona. Da ultimo Traorè il quale, a quanto appreso, pur non in condizioni fisiche ideali, forse una mezz'ora nelle gambe pure l'avrebbe. La domanda sorge spontanea: cosa aveva e cosa ha da perdere Mazzarri?
In una situazione di classifica così deficitaria con la qualificazione alla prossima Champions che assume sempre più le sembianze di un miraggio, con tanti punti da recuperare, con tanta qualità a disposizione in rosa, quale è il motivo per non osare? Eppure da quando è subentrato a Garcia le cose migliori e le uniche vittorie sono giunte nel momento in cui, per disperazione, ha proposto in campo il 4-2-3-1 o talvolta addirittura il 4-2-4, giusto per sintetizzare con i numeri; tenendo in campo la qualità di Kvaratskhelia, Raspadori, Politano Lindstrom e di Ngonge quando è arrivato, provando a offendere più che a difendere visto che ormai da difendere non rimane altro che un decimo ignominioso posto. L'orizzonte è quanto mai cupo se non si comprende che questa squadra ha nel Dna e negli interpreti un gioco propositivo e se non si comprende che è inutile schierare 5 difendenti se non si allenano a dovere determinati meccanismi. Questa è una squadra che ha un solo modo per difendersi ed è quello di provare ad offendere, è così da un'epoca, ed in una stagione del genere l'unica chance che avrebbe avuto Mazzarri per guadagnarsi credito anche per il futuro, a Napoli o in un altro club, era ed è quella di mettere sul campo di allenamento e in partita uomini di qualità, uomini di offesa che possano andare in campo con nella testa un messaggio preciso: fare un gol in più dell'avversario.







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