Dopo Meret, il "bersaglio" preferito è Vanja. Ma i numeri dicono ben altro
Milinkovic-Savic è entrato nell'occhio del ciclone della critica. Ma è importante analizzare i numeri e l'incidenza del portiere serbo del Napoli.

Da che il gioco del calcio è nato, vale a dire dal 1863, il ruolo forse più discusso e al centro di dibattiti spesso accesi e controversi, è quello dell’ estremo difensore, ultimo baluardo a difesa della linea di porta, ostacolo estremo alla realizzazione avversaria. Un ruolo delicato, forse il più delicato, una responsabilità di quelle capitali ed estreme. Una solitudine spesso prolungata nel corso di una gara, resa in parte meno frequente dalle moderne dinamiche di gioco, che ne hanno visto il coinvolgimento nel gioco anche con gli arti inferiori. Mai trasformazione del ruolo fu più profonda di quella del portiere, che nell’immaginario collettivo era l’acrobata di turno, il kamikaze della situazione, coraggio e freddezza nella loro sintesi massima, ma che oggi ragiona, imposta, lancia lungo e tira i rigori. L’evoluzione del calcio, veloce come tutto il resto della società in cui viviamo, consente oggi anche per il ruolo del portiere di valutare e di misurare le prestazioni, il rendimento e l’oggettivo apporto fornito alla propria squadra, con risultati spesso sorprendenti rispetto alle impressioni visive, estetiche e legate a simpatie e antipatie.
Premesso che, nel nome della democrazia e della libertà di pensiero, ognuno ha il sacrosanto diritto di poter avere proprie opinioni e che il bello del calcio è che tutti possono parlarne per diletto, un fenomeno tuttavia va messo sotto la lente di ingrandimento. Sempre più spesso si verificano proliferazioni di esperti, o presunti tali, che, spesso o quasi sempre, senza avere alcun titolo professionale per emettere determinate valutazioni, sparano a zero sul capro espiatorio di turno. Si sente parlare nei talks e ahinoi si legge su forum e quant’altro, di postura sbagliata, di posizionamento errato, di problemi con la vista, di bisettrici, e tanto altro ancora. Parole pronunciate da chi svolge altro mestiere nella vita ma che si sente in diritto di giudicare, sena avere una professionalità e una conoscenza riconosciute ufficialmente, atleti professionisti e anche di conseguenze i preparatori di questi atleti.
Milinkovic-Savic nel mirino della critica
A Napoli, evidentemente, risiede ormai una vera e propria Accademia specializzata nella valutazione tecnica delle performance dei portieri azzurri. I membri di questo centro altamente specializzato, o che tali si reputano nel nome di non si sa quale abilitazione, vistisi privati del bersaglio preferito, quell'Alex Meret titolare di due scudetti vinti a Napoli, hanno ben presto dirottato le loro “attenzioni” verso il nuovo portiere partenopeo, quel Vanja Milinkovic-Savic che ormai viene additato come uno dei portieri più scarsi della Serie A. Con lui tra i pali, la difesa può stare serena, perché la colpa e la responsabilità per ogni rete subita dalla squadra viene di default assegnata al povero Vanja. Anche quella di un tiro come quello di Ekkelenkamp, che una volta si apostrofava come il classico “tiro della domenica”, appellativo utilizzato per descrivere un tiro che va nel sette una volta su 100 che lo provi. Una parabola anomala, con la sfera che si impenna e poi si abbassa repentinamente proprio in prossimità dell’incrocio dei pali. Ne ho sentite e lette di tutti i colori riguardo a questa azione: che il portiere è rimasto passivo, che ha problemi di vista sui tiri da lontano, e che era posizionato male, troppo in avanti rispetto alla porta. Chi esprime tali giudizi conosce poco dinamiche e allenamenti estenuanti ai quali vengono sottoposti gli estremi portieri di un club professionistico, per testarne colpo d’occhio, posizionamento, reattività sul breve e sul lungo, oltre a tutta la parte di training, corposa, riservata ai rilanci, alle uscite e al gioco con i piedi. Milinkovic-Savic era piazzato perfettamente sul tiro scoccato da Ekkelenkamp, perché la sua posizione leggermente avanti serviva a chiudere al massimo lo specchio della porta e a anticipare la traiettoria di tiro e soltanto una balistica particolare come quella del tiro del giocatore friulano poteva eludere l’intervento dell’estremo difensore azzurro.
L'eccellente staff dei preparatori dei portieri del Napoli
Alessandro Marco Giglio e Alejandro Rosalen Lopez, ecco i nomi dei due eccellenti professionisti che figurano nello staff di Conte come preparatori dei portieri. Il primo è nello staff dal luglio del 2024, collabora direttamente con Rosalen e aiuta nella preparazione giornaliera dei portieri della prima squadra. In pratica è il vice-allenatore/preparatore dei portieri, affiancando il preparatore principale nel lavoro tecnico e nelle sessioni specifiche di allenamento. Il secondo è stato nominato preparatore dei portieri dell’SSC Napoli nel luglio 2021, entrando nello staff con l’arrivo di Luciano Spalletti come allenatore e rimanendo nel ruolo anche nelle stagioni successive sotto diversi tecnici, a testimonianza della notevole valenza professionale dimostrata a più riprese. Dunque, sentire parlare e leggere da illustri sconosciuti, di critiche gratuite e soprattutto poste su basi inesistenti, dà spesso fastidio e rasenta un autolesionismo di cui pure, parte della città, sente forse il bisogno.
La verità è nei numeri
Una Premessa dobbiamo farla, prima di presentare i dati e di spiegarne la ratio. Da queste colonne abbiamo spesso criticato anche Alex Meret, quando si rendeva protagonista di errori evidenti che andavano palesemente a danneggiare la propria squadra. Lo abbiamo fatto pur sapendo che si trattava di errori circostanziati, senza mai giudicare negativamente la professionalità e la valenza di un elemento che si è reso artefice del terzo e (soprattutto) del quarto titolo tricolore, e che soltanto la presenza di un fenomeno come Gigio Donnarumma, ha relegato sulla panchina della Nazionale maggiore. E tuttavia, se oggi fossimo chiamati ad esprimere una preferenza tra Alex e Vanja, la scelta cadrebbe su Meret, che personalmente reputo abbastanza più forte tra i pali e tecnicamente rispetto a Milinkovic-Savic. Detto ciò, ci sono poi le metriche avanzate che, nella loro democrazia, mettono d’accordo tutti.
Nello specifico, abbiamo utilizzato uno strumento che in match analisi si usa per valutare il valore aggiunto dato da un portiere alla causa della propria squadra e spiega quanto un portiere salva (o concede) in più o in meno rispetto a quanto ci si aspetterebbe, una volta che il tiro è già partito. Si tratta del PSxG – GA/90, dove PSxG (Post-Shot Expected Goals) è la probabilità che un tiro già indirizzato verso la porta diventi gol, tenendo conto di posizione del tiro, angolo, velocità, direzione precisa, colpo di testa / piede ed escludendo il merito o la colpa della difesa. In sostanza misura solo la difficoltà del tiro per il portiere. GA (Goals Allowed) è invece la quantità di gol effettivamente subiti dal portiere. Quindi, la differenza PSxG – GA, quando positiva indica che il portiere ha parato più del previsto, quando negativa evidenzia che ha subito più gol del previsto. Il dato utile viene normalizzato per i novanta minuti. Per dare un’idea di come si interpreta, possiamo affermare che valori positivi +0.20 / +0.30 indicano un ottimo rendimento, oltre +0.40, un portiere d’élite. Un valore prossimo allo zero evidenzia una prestazione in linea con le attese e infine valori negativi fino a -0.20 sono indice di un rendimento sotto media, mentre da -0.40 in poi i problemi sono seri. E’ importante evidenziare che questa metrica non misura il gioco coi piedi e che per avere valori significativi occorre un campione di minuti sufficiente. Ecco perché, nella analisi che mostriamo abbiamo preso in esame tutti i portieri che nelle ultime 3 stagioni hanno disputato almeno la metà delle gare giocate dal club di appartenenza.
Che piaccia o no, il risultato vede primeggiare il portiere della Roma Svilar che negli utlimi 3 anni ha portato una media di 0,25, ossia un quarto di gol evitato a partita, seguito dalla rivelazione Muric con 0,24 e, udite udite, dal tanto criticato Milinkovic-Savic con 0,13. Da segnalare il quinto posto di Caprile con 0,093, mentre Alex Meret è il primo dei portieri della Serie A con rendimento negativo, sia pure infinitesimale, con -0.01. Si potrà continuare a discutere sulle preferenze estetiche dei portieri e questo è consentito certamente a tutti, ma in merito all’efficacia e al valore aggiunto portato dal nuovo portiere del Napoli, i numeri sono eloquenti e forse, dopo aver smesso con la caccia ad Alex, è ora di smetterla nel ”tiro al Vanja”.

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