Alla scoperta del Torino di Baroni: intensità, pragmatismo e dinamismo
L'analisi del Torino di Marco Baroni, la squadra granata affronta il Napoli nella settima giornata del campionato di Serie A.

Marco Baroni, nuovo tecnico del Torino di Urbano Cairo, sembra incarnare alla perfezione quello che una volta era il “cuore Toro”. Le sue squadre, dall’Hellas Verona alla stessa Lazio, hanno messo in campo sempre notevole intensità e dinamismo, oltre ad un carattere indomito e indomabile, proprio come quello di un Toro. Sebbene gli inizi siano stati altalenanti, a sprazzi si è visto il lavoro del tecnico, in particolare lontano dallo Stadio Olimpico “Grande Torino”. Se infatti tra le mura amiche i granata hanno saputo raggranellare solo un punto in due gare senza mai andare a segno, meglio hanno saputo fare in trasferta dove hanno raccolto 4 punti in 4 partite, frutto di una vittoria, due sconfitte e un pareggio sfortunato a Roma contro la Lazio, raggiunti solo in pieno recupero dopo una gara a tratti dominata. Una squadra, quella di Baroni, che ama giocare con coraggio, ma che, almeno al momento, pare troppo vulnerabile nella fase difensiva, non a caso difesa più perforata della lega con ben 13 reti al passivo, vale a dire 2,17 di media a gara. Proviamo a conoscerla meglio.
L'identikit del Torino
Baroni punta su mentalità, coraggio, dinamismo. Vuole una squadra che non abbia paura di giocare all’insegna del collettivo che deve prevalere sull’individualismo. Dalla sua il nuovo tecnico ha certamente la flessibilità tattica, non è un allenatore che rimane rigidamente su un solo modulo, ma predilige forgiare la squadra in base agli uomini che ha a disposizione, agli avversari, e alle condizioni. Ha sperimentato diversi schemi, con varie transizioni, dal 4-2-3-1 utile per avere equilibrio in fase difensiva e possibilità di verticalizzare, al 4-3-3 per dare più compattezza in mezzo e migliorare pressione e gestione del centrocampo, al 3-4-2-1 usato in alcune occasioni in cui serve copertura difensiva, al 3-5-1-1 o 3-5-2 nelle riprese o come variante per cambiare l’inerzia della gara.
STILE E PRINCIPI DI GIOCO
In fase di possesso/offensiva
Baroni vorrebbe dai suoi un gioco orientato sempre alle verticalizzazioni, cercare l’azione offensiva rapida piuttosto che l’eccessivo fraseggio. Non disdegna l’utilizzo delle fasce, dove i terzini e gli esterni sono importantissimi per allargare il gioco, creare sovrapposizioni, cross, dare ampiezza offensiva. Contrariamente a quanto ha potuto fare alla Lazio, la punta centrale è “strutturata”: capace di reggere palloni, tenere spalle alla porta, far salire la squadra, giocare su sponde.
In fase di non possesso / difensiva
Il tecnico granata vuole un pressing alto o almeno pressione ordinata sulla prima costruzione dell’avversario, per impedire che l’altra squadra inizi l’azione con tranquillità. In questa fase grande importanza viene data alle distanze tra i reparti: Baroni sa che a volte la squadra è troppo lunga o troppo larga e che serve raccorciare le linee e mantenere compattezza per limitare gli spazi. Anche per questo in alcune partite, quando serve maggiore solidità, cambia sistema, inserendo un centrocampista in più e modificando la difesa.
PUNTI DI FORZA
Il Torino mostra una buona versatilità che gli consente di cambiare sistema e di adattarsi agli avversari. La mentalità inoltre sta cambiando grazie al nuovo tecnico che sta inculcando coraggio, densità e ferocia agonistica, tutti elementi che possono fare la differenza in partite combattute. Inoltre, quando la squadra riesce a combinare possesso con verticalità risulta molto pericolosa. I nuovi inserimenti e lo spazio che il tecnico sembra voler concedere ai giovani, possono portare freschezza ed entusiasmo.

CRITICITA’ E LIMITI
Il processo di cambiamento necessario portato da Baroni, come ammesso dallo stesso tecnico, rende la squadra ancora senza una precisa identità, essendo in effetti ancora in fase di assemblaggio. Inoltre la squadra non sempre appare equilibrata; in alcuni momenti l’eccessiva ricerca della verticalità può lasciare spazi dietro. Inoltre il tecnico dei granata è impegnato ad eliminare taluni personalismi che ancora emergono in qualche elemento della rosa. Da non trascurare poi il fatto che manchino degli interpreti di livello e di ruolo in alcune zone (terzini e esterni d’attacco), per cui Baroni è costretto a forzare alcune scelte adattando i giocatori in ruoli e funzioni non proprio ideali. La flessibilità tattica di cui abbiamo parlato potrebbe essere un boomerang: potrebbe infatti avere come effetto collaterale la creazione di confusione e di scarsa identità.

DUE DATI SU TUTTI
Infine abbiamo isolato due dati emblematici su tutti: il Torino, con il Genoa e il Pisa, è l’unica squadra che non è ancora andata a segno in casa. Inoltre i granata fanno registrare il dato casalingo peggiore in quanto a NPxG, vale a dire gol attesi senza rigori, 0.75 a partita.

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Inter | 15 |
Napoli | 15 |
Roma | 15 |
Bologna | 13 |
Como | 12 |
Juventus | 12 |
Atalanta | 11 |
Sassuolo | 10 |
Cremonese | 10 |
Udinese | 9 |
Lazio | 8 |
Cagliari | 8 |
Torino | 8 |
Parma | 6 |
Lecce | 6 |
Verona | 4 |
Fiorentina | 3 |
Genoa | 3 |
Pisa | 3 |

















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