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"O me o lui", Totti fu ad un passo dall'addio alla Roma: scelto "il più forte al mondo"

"Stavo andando alla Sampdoria: era una bella squadra, con Mancini e Montella", raccontò il capitano giallorosso.


Luca CirilloLuca CirilloGiornalista

14/12/2024 00:11 - Calciomercato
O me o lui, Totti fu ad un passo dall'addio alla Roma: scelto il più forte al mondo

Nella storia Francesco Totti c'è una partita che ha segnato il suo destino. Anzi, un torneo: il "Città di Roma" del 9 febbraio 1997 in cui l'allora 20enne Pupone fece vedere a tutti le sue infinite qualità tecniche ed anche realizzative. Il tecnico dei giallorossi, all'epoca, era Carlos Bianchi, non uno qualunque, ma uno che ha vinto campionati in Argentina e Libertadores.


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Bianchi voleva al posto di Totti un calciatore che all'epoca era considerato un "fenomeno" e tra i più forti in circolazione e che contese anche alla Juventus una Champions League nella finale del 1996 in cui segnò anche un gol: stiamo parlando di quello che all'epoca era per qualcuno addirittura "il più forte giocatore del mondo", ovvero Jari Litmanen come per stessa ammissione dell'allenatore giallorosso.


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Francesco Totti non doveva nemmeno partecipare al "Città di Roma" triangolare amichevole con Borussia M'Gladbach e Ajax. Ma per lui incredibilmente avvenne un fatto inconsueto: la mancata convocazione nell'Under 21 di Rossano Giampaglia per la trasferta in Inghilterra. Così Totti scende in campo con le altre riserve di Bianchi. Sulle spalle ha una maglia numero 17 e qualcuno lo contesta anche.

Gioca contro i tedeschi, poi contro l'Ajax di Litmanen. Le voci di un imminente passaggio alla Sampdoria fanno partire all'origine di fischi. Lo stesso Pupone confermò: "Stavo andando alla Sampdoria: era una bella squadra, con Mancini e Montella. Sembrava oramai tutto stabilito. Tra i pochi che mi rimasero vicini c'era Mazzone, che voleva che dimostrassi che ero un giocatore vero e diceva che dovevo farlo nella Roma".

La Roma si impose nel Torneo, davanti ad un Olimpico che iniziò a vedere la magia di cui era capace Totti: prima la vittoria sul Borussia per 3-0 con reti di Tommasi, Delvecchio e Totti che segna grazie ad una sassata da fuori area. La seconda, Roma-Ajax, 2-1 ancora con Totti, poi con Candela e Overmars. Per Francesco un cucchiaio meraviglioso e applausi a scena aperta. Lo stesso Totti confermò che fu quel torneo a salvare la sua storia con la Roma: "L'unico motivo sono stati quei due gol segnati al Torneo Città di Roma"

Alla domanda dei giornalisti, l'allora presidente Franco Sensi chiuse tutte le voci di mercato e le trattative aperte: "Totti? Assolutamente migliore di Litmanen. Uno come lui ci serve, il ragazzo non si muove da qui, non andrà via dalla Roma. Totti è la Roma. Ho visto che era diventato oggetto di attenzioni da parte di speculatori. Gli ho detto che il suo procuratore, d'ora in avanti, sarò io". E Bianchi? Voleva Litmanen a tutti i costi e andò dal presidente: "O me, o lui", disse. "E il presidente scelse me", ricordò poi Totti. Il resto è storia.


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Luca CirilloLuca Cirillo
Giornalista dal 2010, ha lavorato per Il Roma. Da vicedirettore ed inviato di giornali online, ha seguito il Napoli in giro per l'Europa. È autore e conduttore di programmi su Radio Amore e collabora con alcune riviste.

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