Ziliani: "I giornali scrivono di 'shopping scudetto' della Juve, peccato che dimenticano..."
Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato di alcuni argomenti che riguardano la Juventus attraverso i suoi canali social.

La Juventus ha deciso di virare su Luciano Spalletti, dopo aver esonerato Igor Tudor. Il tecnico di Certaldo ha l'obiettivo di migliorare gli scarsi risultati positivi dei bianconeri, ma con il mercato di gennaio hanno intenzione di consegnargli una squadra a sua immagine e somiglianza.
Paolo Ziliani, giornalista, ha così parlato del mercato della Juventus attraverso i suoi canali social: "Lo 'shopping scudetto' della Juve di cui i giornali scrivono: peccato che a gennaio Madama debba vendere prima di acquistare e che a maggio aleggi nell'aria il blocco del mercato in arrivo dall'UEFA". Poi aggiunge: "Il Fair Play Finanziario ha 3 regole: la Juve è in difetto in due (perdite nel triennio e debito nei confronti di Ronaldo) e con le operazioni Openda, Douglas e Nico rischia di infrangere anche la 3^".
Ziliani bersaglia alcuni quotidiani: "La prima pagina (più le cinque interne) dedicate ieri da un quotidiano sportivo, Tuttosport, al mercato della Juventus mi dà lo spunto per tornare su un argomento che dovrebbe stare a cuore a tutti: quello dell’informazione il più possibile corretta, attenta, completa. Non sempre avviene: ma un conto è se a ragionare a spanne sono i tifosi che sognano per la propria squadra mari e monti e non sono tenuti a conoscere per filo e per segno tutte le norme dei regolamenti, un conto è se lo fanno i giornalisti che hanno invece l’obbligo, visto il mestiere che svolgono, di conoscere i regolamenti e di tenerne conto quando porgono le loro informazioni e i loro resoconti ai lettori. Così come esistono regole per il calcio giocato in campo allo stesso modo esistono regole, non meno importanti, anche per la partite che si giocano fuori dal campo dove i protagonisti sono i dirigenti. Non tenerne conto è come raccontare una partita finita 0-0 con tre gol annullati alla squadra X dicendo che la squadra X ha vinto la partita 3-0".
"La prima pagina di Tuttosport di ieri, come tante altre che ci è capitato di leggere sulla Gazzetta dello Sport, sul Corriere dello Sport e anche nelle pagine interne dei quotidiani generalisti, è in questo senso emblematica fin dal titolo che l’accompagnava: “Juve shopping scudetto”. Un titolo che dà adito ai tifosi di immaginare la Vecchia Signora impaziente e smaniosa di lanciarsi a gennaio in una sfrenata campagna di rafforzamento volta a trasformarla nella candidata numero 1 nella lotta al titolo".
E ricorda i problemi della Juventus con il Fair Play Finanziario: "Ebbene, punto primo. Se c’è un club in Europa che non è nelle condizioni di pensare di fare shopping, tantomeno compulsivo come quello prospettato nelle 6 pagine interne del quotidiano torinese, questo club è la Juventus. Che per ammissione stessa dei suoi dirigenti si trova sotto schiaffo dell’UEFA per aver infranto - e infranto pesantemente - una delle tre regole del Fair Play Finanziario, quella che vieta di accumulare perdite superiori ai 60 milioni complessivi in un triennio. La Juventus ha chiuso i suoi ultimi tre bilanci con una perdita complessiva di 381 milioni, sei volte superiore a quella consentita, e non trattandosi di un’infrazione sospetta ma di un’infrazione certa - certificata dai suoi stessi bilanci già in possesso del Comitato Controllo Bilanci dell’UEFA -, sarà sicuramente oggetto di sanzione nella prossima primavera".
"Detto che a rendere la posizione della Juventus ancor più delicata c’è il problema della recidiva che pende sul suo capo, visto che due anni fa venne squalificata per un anno dalle coppe per illeciti amministrativi che in buona parte ha ripetuto (vedi plusvalenze da operazioni di scambio) e la recidività è un’aggravante che a termini di regolamento interviene a rendere le sanzioni più pesanti, di certo si sa che alla volta di maggio-giugno oltre a una multa in denaro l’UEFA infliggerà alla Juventus una sanzione aggiuntiva, sportiva, che in ordine crescente di gravità potrebbe essere: A) la limitazione da 25 a 23 del numero dei giocatori inseribili in lista UEFA; B) il blocco del mercato per una o più sessioni; C) la squalifica dalle coppe per uno o più anni".
"In attesa di vedere quali saranno le decisioni che il CFCB dell’UEFA adotterà, la Juventus è comunque già da oggi costretta a muoversi sul mercato con i piedi di piombo. Mentre i giornali vaneggiano di trattative d’acquisto portate avanti a briglia sciolta, il club bianconero sotto scacco UEFA si trova in realtà con le mani e i piedi legati. Per fare un esempio, se Comolli volesse acquistare dal Parma il regista Bernabè, per stare a uno dei nomi messi in prima pagina da Tuttosport, per la cifra poniamo di 25 milioni, per poterlo fare dovrebbe prima cedere per la stessa cifra un suo giocatore. Se volesse acquistare, come da consiglio di Prandelli ieri sulla Gazzetta, Tonali del Newcastle che di milioni ne costa 60 o 70, prima di farlo dovrebbe provvedere a cedere un suo giocatore, o più giocatori, per lo stesso corrispettivo di 60 o 70 milioni".
E ci sono anche i riscatti non ancora esercitati che saranno registrati nel bilancio della Vecchia Signora: "Ma non è tutto. I dirigenti della Juventus, nell’intento di minimizzare la gigantesca infrazione commessa con lo sforamento del tetto massimo di 60 milioni di perdite, rivendicano di essersi messi in regola rispetto alla seconda norma del FPF, lo “squad cost ratio”, la norma che vieta di avere un costo squadra (stipendi ai tesserati + ammortamento dei cartellini) superiore al 70% dei ricavi. Ebbene, premesso che rispettare le regole non è un vanto ma un dovere per tutti, la Juventus deve stare attenta a non andare in “fuorigioco” anche qui. Il rischio che succeda è alto perché a fine stagione, tanto per cominciare, scatta l’obbligo di acquisto di Openda - oggi alla Juve in prestito - per 45 milioni: un obbligo impossibile da evitare visto che la clausola che farà scattare l’obbligo d’acquisto è che la Juve arrivi nei primi 10 posti della classifica di Serie A".
"E se i 45 milioni da sborsare per Openda sono già certi, in forte dubbio sono invece i 25 milioni che il club attende di incassare per Douglas Luiz e i 32 per Nico Gonzalez. Anche nel loro caso si attende che scatti l’obbligo d’acquisto da parte di Nottingham Forest (Douglas Luiz) e Atletico Madrid (Nico Gonzalez); solo che a differenza di Openda la clausola inserita nei loro contratto è più aleatoria. Douglas Luiz, che la Juventus acquistò dall’Aston Villa per 50 milioni, per restare in Inghilterra deve totalizzare almeno 15 presenze da più di 45 minuti: ad oggi, in un Nottingham partito malissimo (è penultimo, mentre un anno fa sfiorò l’approdo in Champions qualificandosi poi all’Europa League), ha totalizzate 2 sole presenze e attualmente si trova in infermeria per un infortunio patito in Europa League".
"In quanto a Nico Gonzalez, che Giuntoli pagò alla Fiorentina 40 milioni, il tetto di presenze minime previsto per far scattare l’obbligo d’acquisto da parte dell’Atletico è di 21: ad oggi l’argentino ne ha totalizzate 6. Ne servono quindi altre 15 che non sono affatto scontate sapendo quanto Nico Gonzalez sia facile a incorrere in infortuni di tipo muscolare che sono stati una costante di tutta la sua carriera".
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