Napoli senza Lukaku? Per Conte è una sfida di leadership, non un problema
Dietro ogni problema c'è un'opportunità... se sei un grande manager. E Antonio Conte lo è. L'assenza di Lukaku sarà un interessante banco di prova.

Il management, nello sport come in azienda, vive di sfide impreviste. I piani strategici vengono spesso messi in discussione da variabili inattese: il mercato che cambia, un concorrente aggressivo, una crisi improvvisa. Nel calcio, queste variabili si traducono negli infortuni dei giocatori chiave. È ciò che sta accadendo al Napoli di Antonio Conte con lo stop di Romelu Lukaku, il perno attorno al quale l’allenatore aveva disegnato la sua strategia tattica.
Lukaku out può essere un'opportunità
Per molti, questa sarebbe una tegola capace di compromettere equilibri consolidati. Per un grande manager, invece, rappresenta un banco di prova. Perché la vera leadership si misura non nei momenti di calma, ma nella capacità di reagire alle turbolenze. Davanti a un problema, Conte – che spesso ricorre anche alle sue celebri lacrime come strumento comunicativo per amplificare il peso delle responsabilità sugli altri – non si ferma mai lì: cerca comunque la soluzione. L’assenza di Lukaku diventa così un’opportunità per dimostrare che il suo Napoli non dipende da un singolo uomo, ma da un’idea collettiva.
La lezione manageriale è evidente: un leader non deve essere identificato unicamente con i suoi strumenti migliori, ma con la capacità di riorganizzare le risorse disponibili e motivare il gruppo. In azienda come in campo, “fare senza” può generare innovazione, stimolare nuove dinamiche e responsabilizzare chi, fino a quel momento, viveva nell’ombra di una figura dominante.
Il rischio di essere etichettato come “quello che senza Lukaku non vince” è un pungolo che Conte non può accettare. Nemmeno nei confronti di Lukaku stesso che, pur essendo uno dei suoi fedelissimi, non deve mai diventare l’eccezione a uno dei principi cardine della sua filosofia gestionale (come scrive nel libro Dare tutto, chiedere tutto): mai dare la sensazione di dipendere da qualcuno. Da questa pressione nascerà la sua reazione.
Ogni crisi porta con sé un’occasione: quella di dimostrare che la leadership non è mai dipendenza, ma visione, resilienza e capacità di adattamento. Se il Napoli saprà rigenerarsi attorno all’assenza del suo bomber, sarà la prova più concreta che dietro ogni problema, davvero, si nasconde un’opportunità. E che Antonio Conte resta, prima di tutto, un grande manager.





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