La "verità" sul Natale in casa Cupiello di Eduardo e sul coraggio di Vincenzo Salemme
A leggere i social, tutti critici ed esperti, e così come per Lucariello, anche in questo caso c'è chi ha apprezzato il presepe e chi invece si dice disgustato.

"Te piace 'o presepe?". Per il Lucariello di Eduardo De Filippo, protagonista del capolavoro "Natale in casa Cupiello", l'umanità si divide due categorie: quelli che amano la rappresentazione della nascita di Gesù con approccio favolistico e con animo da bambino, e quelli che restano indifferenti o addirittura lo odiano.
Non c'è via di mezzo, anche perché nel personaggio creato dall'immenso drammaturgo partenopeo c'è una sorta di immedesimazione con Benino, il pastore dormiente che sogna il presepe. Lucariello questo è, in effetti: un sognatore, un buono, un eterno bambino che non vuole crescere, che rifugge ogni genere di responsabilità rispetto alle (in)naturali inclinazioni dell'essere umano sulle montagne russe emozionali tra momenti di profonda cattiveria ed egoismi. Ma non è un fesso, lui sa come funziona, ma sceglie di restare in una atmosfera di incanto per il bambino Gesù che nasce. Va inoltre ricordato che "Natale in casa Cupiello" è un'opera figlia del suo tempo e che difficilmente si può rendere "moderna" o addirittura "contemporanea".
Ieri sera 26 dicembre, in diretta su Raiuno, abbiamo visto per la prima volta in tv, la versione di "Natale in casa Cupiello" firmata da Vincenzo Salemme. Un esperimento coraggioso che merita applausi perché in un'epoca in cui ha fatto capolino l'intelligenza artificiale e il mondo fa fatica a trovare contatti con una realtà sempre più idealizzata e virtuale, c'è chi regala un momento di teatro, che è la rappresentazione della realtà per eccellenza, in diretta tv.
A leggere i social, in un attimo tutti siamo diventati critici ed esperti, e così come per Lucariello, anche in questo caso c'è chi ha apprezzato il presepe di Salemme e chi invece si dice addirittura disgustato e grida allo scandalo. C'è però una "verità" che non va omessa: Eduardo De Filippo scriveva per se stesso, dunque toccava inevitabilmente - a differenza di un Pirandello, giusto per fare un esempio - le sue corde di attore meraviglioso e dunque la grafia del drammaturgo rifletteva quella dell'interprete: c'era una sorta di sovrapposizione naturale, una perfetta corrispondenza. E dunque, sol per questo, è inimitabile, inarrivabile. Le opera di Eduardo sono un corpo unico con le sue interpretazioni e regie. Ed infatti nelle varie edizioni, con cast diversi, il Luca Cupiello di Eduardo matura nel tempo, mentre gli altri personaggi restano quasi sempre fedeli al testo a prescindere dall'interprete.
Vincenzo Salemme, che con Eduardo ha lavorato, ha fornito la sua versione, così come hanno fatto in tanti negli anni, in varie forme, Castellitto compreso. Può piacere o meno, ma purtroppo, contrariamente a quanto sostengono in molti, il confronto con Eduardo sarà sempre inevitabile. E lo stesso vale per le canzoni di Pino Daniele e dei grandi autori a prescindere. Raramente una cover supera l'originale. Però se è gradevole, si apprezza comunque. Questa è la premessa doverosa: così è, se vi pare. Poi un attore può non piacere, ma questo è un altro discorso. Intense, a prescindere, alcune interpretazioni, a partire da Salemme stesso, ed è bellissima l'idea di far diventare la casa di Luca Cupiello un presepe sotto ad un cielo pieno di stelle davanti al quale lo spettatore deve fare una scelta: "Te piace 'o presepe?".
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