Morte di Maradona, sono passati già 5 anni: post da brividi di Zaccone
Il 25 novembre del 2020 l'addio del più grande calciatore della storia, Diego Armando Maradona, indimenticabile fenomeno del Napoli.

Sono già passati cinque anni da quel 25 novembre 2020 che portò via Diego Armando Maradona, ovvero il calciatore più incredibile della storia del calcio. Una data triste che vede argentini e napoletani fratelli nel dolore. Maurizio Zaccone, giornalista e scrittore, ha pubblicato un post da brividi.
Queste le sue parole: "Il 25 novembre è una data, ma non è una data di lutto. E non assomiglia nemmeno a un compleanno. I compleanni di Diego segnavano anni che passavano, il tempo che andava avanti. Come se mettessero distanza da ciò che c'era stato. Il 25 novembre, invece, fa il contrario: non segna gli anni senza di lui, segna gli anni con lui. Perché il 25 novembre non ricordiamo chi c’era. Ricordiamo chi c’è. E ce ne accorgiamo ogni giorno: nei vicoli, sui muri, sulle magliette, nelle bandiere, nella voce dei ragazzini che palleggiano vicino casa.
"Ce ne accorgiamo nei discorsi - ha aggiunto - , ma non nei ricordi del passato: nei discorsi di oggi. Quando si parla di calcio, quando si parla di magia, quando si parla di riscatto, quando si parla di città. È lì anche quando non lo nominiamo. È nel turista che ti chiede la strada per il murale ai Quartieri. È nelle vecchie foto tirate fuori a Natale. È nei bambini che sanno già chi è, senza che nessuno glielo abbia spiegato. Perché dal 25 novembre di cinque anni fa abbiamo capito una cosa che prima non vedevamo: Maradona non era più un ricordo. Era diventato un presente immutabile. No, Diego non è diventato un anniversario. Non è diventato una data. Non è nemmeno diventato un ricordo. È diventato un pezzo di Napoli. E con la sua morte è diventato immortale. Perché noi, dal 25 novembre di 5 anni fa, non “ricordiamo”, osserviamo tutto ciò che continua a restare. Ha festeggiato questi due scudetti con noi. Sta in ogni casa, in ogni vicolo, in ogni discorso. Sta negli occhi dei bambini che non l’hanno mai visto giocare e lo imitano. È un tipo di esistenza che non può morire più.
"Se cammini per Napoli oggi, non senti che “manca”. Senti che resta. E queste non sono cose normali. Non accadono ovunque e non accadono a chiunque. Sono piccoli miracoli. E succedono solo qui, in questa città. La verità è che il 25 novembre non è la data in cui è morto Diego. È la data in cui abbiamo capito che non sarebbe morto più", ha concluso Zaccone.
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