Legrottaglie: "Il caos al Milan nella doccia con i brasiliani e le battute di Cassano e Ibra su Gesù"
Nicola Legrottaglie, ex difensore che ha giocato anche con la nazionale italiana, ha raccontato tanti aneddoti della sua lunga carriera calcistica.

Nicola Legrottaglie, ex calciatore di Juventus, Milan e della nazionale italiana, ai microfoni di Fanpage ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera e non sono mancati simpatici retroscena legati ad alcuni compagni di squadra, in particolare Antonio Cassano e Zlatan Ibrahimovic.
Prima però la fede: "La chiamata che mi ha cambiato la vita? Quella che ho sentito nel cuore: è stata la mia conversione, la chiamata di Dio. È arrivata senza numero, senza prefisso. Veniva dall’alto. È stata la più bella. Poi, sul piano terreno, c’è la chiamata della Nazionale, una gioia immensa", ha detto Legrottaglie che ha sottolineato di essere "rinato nel 2006", quando ha deciso di ribattezzarsi a 29 anni.
“Una volta Ibrahimovic mi disse: ‘Nicola, Gesù non ti fa vincere i campionati. Io sì’. Era una battuta, il suo modo di scherzare. È sempre stato simpatico e con lui ho vissuto momenti davvero belli. A quel punto la mia immagine legata alla fede era ormai conosciuta nel mondo del calcio, e non mi è mai pesato: preferisco essere etichettato come quello che parla di Gesù, piuttosto che come qualcuno che non rispetta certi valori. Lui è Ibra, vive a modo suo, io vivo al mio. È vero che mi ha fatto vincere degli scudetti, perché è un fuoriclasse. Ma credo anche che lui abbia vinto perché c'ero anch’io, e perché dietro di me c’era Qualcuno che mi proteggeva. Diamo a Cesare ciò che è di Cesare, ma anche a Dio ciò che è di Dio".
Poi su Cassano: "Antonio è sempre stato un personaggio che fa discutere, anche quando scherza, ma io gli ho sempre voluto bene. Ho tantissimi aneddoti su di lui… il primo risale a una Juventus–Sampdoria. A fine partita, in dialetto, mi fa: 'Colì, colì, dammi la maglia, dammi la maglia! L’unica maglia che voglio è la tua, perché quella la faccio pregare ai santi, alla Madonna'. L’ho guardato, ho riso e gli ho dato la maglia da portare a sua madre. Una scena simpatica, tipica di lui. Poi c’è stato il mio primo giorno al Milan. Sotto la doccia si era creato un gran caos con tutti i brasiliani, parlando di fede e religione. Cassano mi fece una battuta per stuzzicarmi dopo aver letto qualche mia intervista. Io rispondo, lui mi prende un po’ in giro… e all’improvviso arrivano tutti i brasiliani, che essendo credenti prendevano le mie parti contro di lui. Si è scatenato un putiferio: gente che entrava a capire cosa stesse succedendo, discussioni animate, risate".
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