Italia, Gravina: "Niente mondiale se non giochiamo con Israele". Poi dà ragione ad Allegri
Il presidente della FIGC ha rilasciato alcune dichiarazioni ed ha fatto il punto sul calcio italiano tra nazionale e Serie A.

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ai microfoni di Radio Anch’io Sport ha affrontato diversi temi di attualità. Tra questi il dossier stadi per Euro 2032, in merito al quale ha fatto sapere che senza determinati requisiti si rischiano clamorose decisioni che sarebbero deleterie.
Queste le sue parole: "Una città come Milano non può assolutamente rimanere fuori dalle cinque sedi. Più che tranquillanti, per gli stadi servono stimolanti: il privato ha voglia di investire ma deve essere messo nelle condizioni. Milan-Como in Australia? Da parte dell’Uefa c’è qualche perplessità, ma credo che una volta superati i dubbi arriverà parere positivo. È un caso eccezionale per l’indisponibilità di San Siro".
Poi sul caso da moviola di Milan-Bologna, ovvero il rigore negato ai rossoneri, dà ragione a Max Allegri: "Si tratta di un errore evidente, ma quando parliamo di tecnologia andiamo avanti, non si torna al passato. La tecnologia ha ridotto molto la percentuale di errori. Stranieri? Il problema dell'invasione degli stranieri, anche nei settori giovanili, il fatto che sempre meno giovani vengono usati nel nostro campionato di riferimento resta un problema culturale e di strategia. Certo se non si investe sempre meno, gli italiani avranno meno possibilità. C'è da segnalare però anche che sempre più italiani giocano all'estero e questo rafforza anche la nostra nazionale perché si acquisisce più esperienza. Il talento c'è, manca l'opportunità di trasformarli in campioni ma per farlo bisogna giocare. Ci dispiace che questo non avviene in termini di valorizzazione da parte delle società italiane”.
Sul Mondiale e sull'Italia: "Gli Azzurri hanno qualità per centrare l’obiettivo Mondiale. Dobbiamo vincere tutte le partite da qui al 16 novembre, poi tireremo le somme. Israele? Siamo capitati nel loro girone e non giocare vorrebbe dire non andare al Mondiale agevolando addirittura proprio Israele. Noi siamo cittadini di questo mondo e ci teniamo al rispetto della dignità umana. Siamo molto addolorati di quanto accade in Palestina”.






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