A Napoli c'è pure il biglietto sospeso per lo stadio Maradona
Splendida iniziativa per dare la possibilità a chi non può, di vedere, quando è possibile, le partite del Napoli.

In principio, a Napoli, si iniziò con il caffè sospeso, ovvero l'omaggio di un cittadino qualunque che al bar pagava/offriva un caffè oltre al suo per metterlo a disposizione dell'umanità. E così il povero di turno, colui che non poteva nemmeno permettersi una tazzina di caffè, "affacciandosi" in un bar chiedeva: "C'è un sospeso?".
Ora invece, sempre a Napoli, c'è anche il biglietto sospeso per vedere le partite degli azzurri. L'idea è di Marco Cannata, il McBlu76 de La Napoli Bene, il quale metterà a disposizione gratuitamente i suoi due biglietti (ha l'abbonamento, ndr) quando non riuscirà ad andare allo stadio. Ovviamente l'iniziativa si estende anche ad altre persone che vogliono aderire. Cannata spiega: "L'idea nasce ricordandomi da dove vengo e chi sono. Ricordandomi di quando non esisteva il "se tieni i soldi vai allo stadio se non li tieni te staje 'a cas’ ", non solo almeno. Perché quando capitava che stessero assieme, la domenica, fattesi le due, il bambino di quattro anni e la ragazzina di 21 (la madre, ndr) si guardavano negli occhi. Sempre. E sempre sapevano quello che si stavano dicendo, senza parlare".
"In quella monocamera di Miano - ha aggiunto - manco i pensieri potevano tenere per loro, che si sentivano i pensieri, rimbombavano. La squadra giocava in casa e loro lo sapevano che le strade erano due. La radio o il racimolare quel poco che c’era, sputtanarsi un po’ di soldi per la spesa dei giorni successivi, e provare ad entrare allo stadio. La scelta era spesso, molto spesso, lo stadio. A volte riuscivano a comprarlo un biglietto, sempre e solo di curva per una questione economica, altre no".
"E rimanevano fuori a sperare di ascoltare il boato o che qualcuno li facesse entrare anche ad un minuto dalla fine. Ma ca**o, il bambino e la ragazzina una volta preso in mano quel pezzo di carta si sentivano in paradiso. La corsa per le scale mano nella mano, il prato verde, il bianco delle reti delle porte e le bandiere azzurre. Il Napoli così gli è entrato dentro a quel bambino, piano piano. E non ne è uscito più. E gli è entrato sotto pelle grazie ai sacrifici della ragazzina. Una ragazzina che gli ha trasmesso la passione, gli ha tramandato appartenenza. Il legame tra il bambino, la ragazzina e la squadra è diventato indissolubile, così era, così sarà, sempre. E se oggi, a distanza di più di quarant’anni posso in qualche modo ricambiare quel farci entrare senza biglietto, eccomi qui, a disposizione. Mettendoci la faccia, sperando che come l’anno scorso ci sia chi la pensi come me", ha concluso Cannata.
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