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Ziliani: "Calcio italiano senza vergona, è la più grave forma di Sindrome di Stoccolma"

Paolo Ziliani, giornalista, ha pubblicato un post molto critico su una vicenda che sta facendo discutere in merito al calcio italiano.


Lorenzo VallettaLorenzo VallettaGiornalista

13/04/2025 18:09 - Altre notizie
Ziliani: Calcio italiano senza vergona, è la più grave forma di Sindrome di Stoccolma

Un argomento che sta generando parecchia discussione e il calcio italiano è stato rimesso in discussione. Tanto è vero che si discute sulla professionalità di alcuni calciatori. Paolo Ziliani, giornalista, ha pubblicato un post molto acceso tramite i suoi canali social.


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Ecco le sue parole: "Fagioli collettore per gli allibratori, sette giocatori della Juventus che scommettevano, altri nazionali (Ricci e Bellanova) indagati ma la parola d'ordine è: 'Non ci sono fatti nuovi'". Poi aggiunge: "Il calcio italiano (media compresi) è ormai senza vergogna: dall'inchiesta milanese emergono fatti raccapriccianti ma di mezzo ci sono Madama e la nazionale: quindi va tutto bene, non è successo nulla".


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Ha, inoltre, evidenziato: "Riesplode la scandalo dei calciatori che si danno chi più chi meno alle scommesse illegali, chi scommettendo anche sul calcio (cosa assai grave) e chi no, chi scommettendo anche sulle partite della propria squadra (cosa gravissima) e chi no, e a distanza di 24 ore dal botto il fil rouge che unisce, impasta e uniforma i resoconti dei media mainstream è subito chiaro: non ci sono fatti nuovi rispetto alle evidenze emerse nella prima fase dell’inchiesta condotta dai magistrati di Milano. Fagioli e Tonali, i giocatori più compromessi che a termini di regolamento avrebbero dovuto essere fermati per 3 anni ma che la giustizia sportiva squalificò rispettivamente per 7 e 8 mesi, sono già stati giudicati, dunque non possono essere rimandati a processo; o meglio, si potrebbe farlo in caso di fatti nuovi emersi oggi e ignoti ai tempi alla giustizia sportiva, ma su questo sono tutti d’accordo, non c’è alcun fatto nuovo e dunque i due nazionali (o meglio: la FIGC e il c.t. Spalletti) possono dormire sonni tranquilli, l’Italia andrà verso il Mondiale 2026 pancia in dentro, petto in fuori e con Fagioli e Tonali - e tanti altri: fra poco vi spiego di chi si tratta - ai loro posti di combattimento. Sono soddisfazioni".

"In quanto agli altri (nuovi) calciatori indagati, anche qui tutti d’accordo: hanno sicuramente sbagliato e i loro comportamenti sono stati riprovevoli, ma in sede penale se la caveranno con una multa (un’oblazione) e nulla più e in sede sportiva, considerando che ai due grandi fuorilegge fu riservato un buffetto, più di un’ammenda che serva loro da lezione non è immaginabile possa arrivare. Insomma: tanta paura, tanto condiviso sdegno ma alla fine diciamocelo, sono ragazzi, non è successo nulla. Soprattutto ('si pregano le gentili redazioni di far passare il messaggio'): non è successo nulla di nuovo. Questa è la parola d’ordine. Far circolare grazie".

"La situazione è grave ma non è seria, diceva Flaiano. Nell’orticello del pallone italico c’è stata però una variazione: la situazione è ancora grave ma da poco seria si è fatta comica. O tragicomica, dipende dai punti di vista. Nell’intento di mettere tutto a tacere nascondendo come sempre la polvere sotto il tappeto, l’Istituto Luce ha cominciato subito a irradiare i messaggi graditi al Palazzo in un gigantesco tam tam: nessun fatto nuovo emerso, tutti dispiaciuti per l’inatteso rigurgito dello scandalo ma va tutto bene, da domani si volta pagina. Sarà. Per quanto mi riguarda leggerò con grande attenzione le carte degli inquirenti torinesi; ma dal poco che è trapelato fin qui la mia impressione è che di fatti nuovi, per non dire nuovi di zecca, dalle carte dei magistrati ne siano usciti invece tanti".

"Il primo è che Fagioli - e in misura più sfumata Tonali per quanto concerne Florenzi - esce dal completamento dell’inchiesta in una doppia luce: non solo vestendo i panni dello scommettitore incallito e disperato che la prima parte dell’inchiesta aveva già evidenziato e delineato, ma anche vestendo i panni del collettore di scommesse al servizio dell’allibratore illegale: un comportamento moralmente ancor più riprovevole e che lede gravemente l’articolo 4 comma 1 dell’ordinamento sportivo per cui i tesserati 'devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni contesto legato all’attività sportiva, sia dentro che fuori dal campo. Questo principio si estende oltre la competizione agonistica, includendo qualsiasi comportamento'".

"Con tutto il rispetto che è giusto avere nei confronti di un ragazzo precipitato davvero nel vortice della ludopatia, emerge oggi che Fagioli non solo scommetteva compulsivamente, ma si era messo al servizio dell’allibratore andando a caccia di colleghi calciatori da dargli in pasto al fine di ottenere sconti sui debiti e dilazioni di pagamento".

"Ora, non so se anche a voi è chiaro: ma qui siamo di fronte alla più grave forma di sindrome di 'Sindrome di Stoccolma' applicata al calcio. Sarebbe come se una ragazza sequestrata e imprigionata da un crudele rapitore sviluppasse nei suoi confronti sentimenti non solo di sottomissione, ma di affetto e di amore (succede realmente a chi vive in stato di totale dipendenza psicologica) e si offrisse di collaborare con lui per far sì che altre ragazze oltre a lei finiscano nella sua rete per fare la sua stessa fine. È esattamente quel che pensa e fa Fagioli: che circuisce prima Zaniolo, poi Bellanova, poi McKennie (e chissà con quanti altri lo avrà fatto), li fa finire nella rete dell’allibratore e - come nel caso di Bellanova - ride poi di loro, della disgrazia cui stanno andando incontro e che lui stesso ha consapevolmente provocato senza nemmeno rendersi conto che Zaniolo, Bellanova e McKennie che iniziano a perdere soldi sono l’immagine di sè che lo specchio che ha davanti gli restituisce".

"Fagioli ride di Bellanova che ha fatto finire in trappola e al quale ha fatto perdere due scommesse e all’aguzzino, al suo aguzzino, chiede in cambio soldi per pagare le venti scommesse che lui stesso ha perso. Lui non è altro che un Bellanova al quadrato ma non riesce a rendersene conto. Compatisce Bellanova dimenticando che in lui ci sono dieci Bellanova".

"Tornando a bomba: a voi questo non sembra un fatto nuovo? A me sì. E comunque in attesa che mi rispondiate passo a illustrarvene un secondo: quello che mai vi capiterà di leggere sui giornali e sui siti web e che mai sentirete dibattere alla radio o in tv. Anche se è sotto gli occhi di tutti, scritto nero su bianco nelle carte degli inquirenti. È emerso infatti come fatto non nuovo ma nuovissimo che non uno (Fagioli) ma ben sette giocatori della Juventus 2022-23 erano dediti alle scommesse illegali. Tra i 12 nuovi indagati ci sono infatti Mattia Perin (n. 2), Weston McKennie (n. 3), Angel Di Maria (n. 4) e Leandro Paredes (n. 5). In più, particolare che a tutti è sfuggito o di cui tutti hanno fatto finta di non accorgersi, gli inquirenti ci hanno svelato che Fagioli, nel suo capillare e instancabile lavoro di collettore di nuovi clienti per l’agenzia di scommesse, ha 'ingaggiato' altri due juventini: Federico Gatti (n. 6) e Carlo Pinsoglio (n. 7); che infatti hanno cominciato a scommettere anche se con il braccino corto. 'Giocano mille euro', si lamenta Di Giacomo con Fagioli per fargli capire che non sono questi i clienti Premium che l’allibratore pirata desidera avere".

"Tralasciando i 100 mila euro che risultano spesi da Vlahovic per quattro Rolex alla gioielleria Elysium di Milano che ripuliva i soldi per l’allegra combriccola e su cui gli inquirenti non hanno certezze (potrebbero essere un prestito, come tanti ce ne sono stati, fatto a Fagioli per aiutarlo a pagare una parte del suo debito che ammontava a 693 mila euro), la domanda è: a voi un club di Serie A con 7, diconsi sette giocatori che scommettono illegalmente sembra una cosa normale? E soprattutto: visto che a parte Fagioli nulla si era saputo, nel primo spezzone d’inchiesta che ha portato al processo sportivo, delle scommesse di Perin, McKennie, Di Maria, Paredes, Gatti e Pinsoglio, a voi questo non sembra forse un fatto nuovo? Vi pare cioè che non ci siano gli elementi perché la Procura Federale rivaluti il tutto e chieda la revoca del primo processo per celebrarne un secondo in cui - oltre agli juventini - vengano chiamati a rispondere dei propri comportamenti tutti gli indagati e cioè Florenzi, Bellanova, Ricci, Cancellieri e Buonaiuto, più altri ed eventuali se emergessero nuove evidenze?".

"Mi sbaglierò ma a me i fatti di cui vi ho riferito sembrano fatti nuovi: di cui fino a due giorni fa nulla si sapeva e che oggi sono spuntati sul prato del pallone italico come funghi velenosi. E però volete sapere come finirà? Tutto questo schifo finirà in niente. Perché non so se ci avete fatto caso ma con Tonali, Fagioli e Ricci se ne andrebbe - in caso di ulteriore o nuova squalifica - una buona fetta del centrocampo del c.t. Spalletti. E se questo accadesse al presidente salva-brand Gravina non resterebbe che travestirsi da dr. Frankenstein e procedere a un esperimento di laboratorio mai tentato prima: clonare Barella, che grazie a Dio alle scommesse non pare interessato, e regalarne 3 copie a Spalletti".

"In caso contrario al Mondiale USA 2026 vedremo in campo un’Italia con una nuova denominazione, l’Italia San Patrignano, essenzialmente una comunità di recupero (in questo caso di ragazzi ludopatici, o solo viziosi o annoiati), con Fagioli, Tonali, Ricci, Bellanova, Gatti a fare da spina dorsale - col rammarico che in lista ci sia posto solo per 26 giocatori - tutti dipinti come vittime dell’alienante società moderna che li avviluppa e li stritola nel vizio e sui quali produrre documentari in stile 'Fragile' che per chi non lo sapesse ha raccontato per Prime la storia dello sventurato, incompreso, per l’appunto fragile Nicolò Fagioli". 


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Lorenzo VallettaLorenzo Valletta
Classe 1997, è il rampollo più giovane della famiglia di AreaNapoli.it. Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, ha giocato a calcio a livello agonistico ed è tifosissimo del Napoli.

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